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Mestieri d’arte, tra nuovo ed antico

Mestieri d’arte, tra nuovo ed antico

Parla Alberto Cavalli della Fondazione Cologni

Il made in Italy è famoso nel mondo per prodotti che si contraddistinguono per qualità dei materiali e delle lavorazioni, per la loro funzionalità e per lo stile, dalla moda alla nautica, dall’arredamento a alla profumeria artistica.

Parte integrante di questo successo sono i maestri d’arte, che rappresentano una risorsa fondamentale grazie al radicamento nei sistemi locali, ma rimangono spesso sconosciuti e poco apprezzati, tanto da rischiare l’estinzione.

Per difenderli e aiutare a costruire una cultura del mestiere d’arte è nata a Milano nel 1995, per volontà di Franco Cologni (manager che ha ricoperto altissime cariche in seno a Cartier e al Gruppo Richemont, e che ha anche istituito a Ginevra una Fondazione per l’Alta Orologeria) la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, istituzione privata non profit.

Le iniziative della Fondazione, finalizzate a un “nuovo Rinascimento” dei mestieri d’arte, si rivolgono soprattutto ai giovani: formare nuove generazioni di Maestri d’Arte, salvando le attività artigianali d’eccellenza dal rischio di scomparsa che le minaccia, è infatti uno degli scopi che l’istituzione da sempre persegue. La Fondazione Cologni si propone anche di individuare i nuovi mestieri d’arte del nostro tempo, tracciandone una prima mappa e sottolineando caratteristiche peculiari e nuove specificità. A questo scopo promuove, sostiene e finanzia una serie di iniziative culturali, scientifiche e divulgative.

Il direttore generale Alberto Cavalli ci ha raccontato le attività della Fondazione e in che cosa consistono i mestieri d’arte.

Quali iniziative promuove la Fondazione?

Molte delle nostre attività sono legate alla comunicazione. Curiamo due collane editoriali, entrambe pubblicate da Marsilio. La prima è “Mestieri d’arte”, che racchiude monografie storico-artistiche dedicate ai mestieri d’arte di cui gli ultimi titoli sono “Ritratti e autoritratti di design” di Andrea Branzi e “Strumentaio” di Renato Meucci. La seconda è “Ricerche”, che comprende i cinque volumi frutto del lavoro del Centro di ricerca “Arti e mestieri” dell’Università Cattolica. Curiamo anche la rivista “Mestieri d’Arte”, pubblicata da Swan Group e diretta da Franz Botré, allegata a “Monsieur” come semestrale: uno strumento a nostro avviso importante per evidenziare come il mestiere d’arte incida nell’eccellenza del Made in Italy. Dall’Anno Accademico 2009-2010, inoltre, la Fondazione promuove e sostiene con il supporto di Fondazione Cariplo la cattedra ‘Sistemi di gestione dei mestieri d’arte’, presso il corso di laurea magistrale in Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’insegnamento si pone l’obiettivo di approfondire i metodi di comunicazione, valorizzazione e gestione dei mestieri d’arte d’eccellenza. Organizziamo convegni, soprattutto in occasione della presentazione di libri, e qualche volta mostre. Sosteniamo inoltre progetti specifici e lavoriamo alla costituzione di una “rete” che metta in contatto tutti coloro che, come noi, desiderano che questo patrimonio di sapere e saper-fare non vada perduto: a tale scopo abbiamo firmato, nel 2010, la Carta Internazionale dell’Artigianato Artistico.

Quali sono i progetti rivolti ai più giovani?
Il rischio cui possono andare incontro i mestieri d’arte non è tanto la delocalizzazione quanto l’estinzione: l’età media degli artigiani è elevata. Per questo abbiamo partecipato a iniziative come il progetto ARTIS di Regione Lombardia, che ha premiato le aziende eccellenti nell’ambito della lavorazione dei metalli preziosi e del legno. La Fondazione Cologni ha promosso e finanziato il tirocinio formativo per sei mesi di due ragazzi, presso due di queste aziende. Quest’anno il nostro impegno si rivolge alla Civica Scuola di Liuteria di Milano, che è una struttura di formazione professionale di altissimo livello. Tre diplomati, con il nostro sostegno, affronteranno un apprendistato di sei mesi presso tre botteghe di liutai.

Abbiamo ideato e partecipato anche a RE.T.I.C.A. -Rete Territoriale per l’Innovazione della Creatività Applicata “Giovani idee cambiano il futuro” – progetto co-finanziato da Regione Lombardia nell’ambito delle Politiche Giovanili, per avvicinare i giovani alle risorse, alle tradizioni e alle bellezze artistiche e culturali del territorio lombardo. È stato un progetto molto lungo e complesso, che ha portato all’organizzazione di laboratori d’orientamento per i giovani in ambiti quali la floricoltura, il teatro, l’oreficeria, la ceramica e così via, aiutando lo sviluppo della loro creatività e permettendone l’applicazione alle risorse del territorio, consentendo loro di trasformare il “tempo libero” in “tempo utile”. Il Progetto ha compreso anche cineforum, eventi espositivi e convegni; ha permesso la nascita di “Spazi Creatività” destinati ai giovani in numerosi comuni lombardi; ci ha permesso di istituire un centro di documentazione sui mestieri d’arte presso la Città dei Mestieri di Milano.

Chi sostiene la Fondazione?
Non associamo, ma abbiamo diversi sponsor che ci aiutano per alcune iniziative. Inoltre, ci seguono con funzioni consultive e propositive, per consigli e per aprire nuove prospettive, i membri del Comitato Scientifico, di cui fanno parte tra gli altri il Presidente Franco Cologni, Giampiero Bodino (Direttore Artistico del Gruppo Richemont), Ferruccio de Bortoli (Direttore Responsabile del Corriere della Sera), Lorenzo Ornaghi (Rettore dell’Università Cattolica), Mariapia Garavaglia (Docente, Senatore della Repubblica, già Ministro della Sanità, già Presidente della Croce Rossa Italiana e Vice Presidente Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, già Vice Sindaco di Roma) e Alain Dominique Perrin, Presidente della Fondation Cartier pour l’Art Contemporain (Parigi), Presidente di E.D.C – Ecole des Dirigeants et Créateurs d’entreprise (Parigi), Presidente del Museo Jeu de Paume (Parigi).

Con quali criteri scegliete arti e artisti che entrano a far parte dell’associazione?

Facciamo una selezione di mestieri d’arte e di maestri il cui lavoro sia coerente con la nostra linea e la cui attività rispetti questi criteri: autenticità, creatività, savoir faire che si deve trasmettere ai più giovani, unicità del prodotto, originalità, rapporto tra creatività della mente, intelligenza della mano e passione del cuore. Con questo ci riferiamo anche a un fattore culturale che è ricerca e comprensione. Ci rifacciamo al concetto di “mano-valenza”: la mano è comandata dalla creatività e dalla cultura. Un esempio è il ricamatore Pino Grasso, che ha lavorato per Valentino e altre importanti Maison di moda: quando interpreta le istruzioni degli stilisti ha un background e una capacità tale che le sue inimitabili creazioni corrispondono perfettamente alle esigenze dello stilista. L’eccesso di comunicazione di certi settori come il design e la moda ha in alcuni casi messo in ombra il valore che il mestiere d’arte apporta.

Per scegliere quali sono le arti e i mestieri non ci siamo dati limiti: anzi, a volte ci piace estendere un po’ i margini delle definizioni. Si va dal tipografo al designer, al costruttore di pianoforti a chi crea il cioccolato fino al copywriter.

Qual è un vostro desiderio come Fondazione?

Che si diffonda in maniera percepibile la cultura del mestiere d’arte e se ne comprendano le specificità che lo differenziano dall’artigianato e dall’industria, e che si smetta di pensare all’artigianato come a un insieme di mestieri di serie B.

Caterina Varpi