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Intervista a Thomas Diego Armonia

Intervista a Thomas Diego Armonia

Passione, cultura, design e innovazione per l’artista italiano e parigino d’adozione che omaggia la bellezza con dipinti d’eccezione

Luxgallery.it ha incontrato Thomas Diego Armonia artista italiano che fa dell’arte un mezzo di esclusività grazie a un matrimonio rarissimo tra pittura, moda, oro e storia antica.

I suoi quadri hanno fatto da preziosa cornice, durante lo scorso Fuori Salone a Milano, all’interno di un percorso, promosso da Luxury Diffusion, lo studio Asia dell’arch. Carla Baratelli e 25 partners, capace di far rivivere il concetto del design delle Spa nelle sue varie declinazioni.
La sua arte è la sintesi di una ricerca di equilibrio fra abito e gioiello, il cui scopo è quello di valorizzare i volumi del corpo umano, rispettandone le forme naturali.

Formatosi alla scuola di stilismo, sono stati i tanti viaggi a regalargli la sua apertura culturale e la sua curiosità.
Genovese di nascita, parigino d’adozione e famoso in tutto il mondo con le sue opere “supera l’approccio dicotomico tra identità ed alterità, sforzandosi sempre di instaurare un dialogo interculturale aperto e fecondo. Il suo sguardo si posa, candido ed innocente, su un reale al contempo esotico e familiare. Di fronte all’euforica e caleidoscopica varietà del reale, la meraviglia diventa muta preghiera”.

Il suo approccio al mercato è ottimista “tutta l’industria sembra correre verso prodotti che includono l’arte. Le case d’asta urlano vendite impressionanti, nuovi musei aprono a Dubai o altrove. Credo che l’arte abbia ancora un grande futuro” ha detto Armonia che ha continuato “spesso si dice che gli artisti vivono in mondi immaginari, ma come artista mi stupisco sempre di quanto ciascuno di noi abbia bisogno di questi magici mondi paralleli”, pare quindi essere la pittura il mezzo più esclusivo per comunicare le proprie emozioni.

Come mai ha scelto Parigi come sua terra d’adozione?
Parigi ha semplicemente rapito il mio cuore (come dice De Amicis : “immensa rete dorata in cui ogni tanto bisogna cascare, volere e non volere”). In questa metropoli generosa, audace e rude riesco a unire la mia cultura latina con il mondo intero. Parigi accoglie, unisce e rende con una “touche” personalissima al mondo intero le culture che la arricchiscono. E’, per il momento, la perfetta incubatrice della mia creatività. 

Da dove trae ispirazione per le sue opere e com’è arrivato al suo stile figurativo?
Tutto quello che mi circonda è emozione e quindi ispirazione.
Ogni persona che incontro, ogni emozione, viene assimilata e mai dimenticata.

Come mai ha scelto l’oro per impreziosire le sue opere? utilizza una tecnica particolare?
L’oro è legato all’umanità da almeno 10.000 anni: pelle degli dei per gli egizi, sole per gli Inca… fino ad oggi il suo valore è emotivo, simbolo di vita e di società. L’oro dei miei quadri rafforza le mie rappresentazioni dell’umanità. Dopo il bianco ed il nero, l’oro è il mio terzo elemento cromatico e nei miei quadri uso solo fogli d’oro, sottili e fragili, per ricordarmi la delicatezza della vita umana.

Dove vorrebbe vedere le sue opere esposte?
Nella casa di tutti! Quest’anno espongo in Cina, Russia, Singapore, Spagna, e molti altri paesi. Mi piacerebbe essere esposto in Giappone, a Londra, alla biennale ed a Basilea. E per finire, al Louvre. Ancora da vivo. Solo Balthus per il momento c’è riuscito.

Qual è il luogo imperdibile per un artista o un appassionato?
Credo che sia il davanti della scena. Troppo spesso gli artisti si rinchiudono nel loro angolino. Per questo motivo mi sono impegnato a farmi conoscere, in gallerie d’arte (collaboro in modo permanente con 14 gallerie in 11 paesi), in eventi che mi portino a diretto contatto con le persone: fiere del lusso (Shanghai per esempio), della moda, del design e del gioiello. Credo che essere inseriti nella sociétà sia la sfida di molti artisti e collezionisti, la possibilità di scoprirci e permettere agli altri di giudicarci, nel bene e nel male.

Che rapporto c’è, se c’è, tra arte e design?
Oggi esiste moltissima interazione tra questi due mondi. Anche io faccio parte di questa tendenza: ho lanciato una serie di orologi (con la ditta Nivrel) creata personalmente, e degli elementi architettonici di lusso (tipo Kunst am Bau : la ditta Luxury Diffusion di Sassuolo per creare degli interi edifici firmati dall’artista). Questa commistione ricorda Leonardo da Vinci e la flessibilità tra le varie categorie delle arti. Anche se credo che sia importante tenere distinti i due mondi, perché l’arte è creatività allo stato puro, il design è creatività legata al processo industriale. Ma ciò non esclude che l’unione delle due componenti possa essere davvero stimolante.

Le sue opere le vengono commissionate? Quali sono i canali per arrivare agli acquirenti?
Lavoro in questo periodo con molti architetti (In Italia con Studio Asia di Milano – Carla Baratelli, con Stefano Faoro di Vicenza, con il grande Cleto Munari e con le gallerie) e ho contatti diretti durante i vari eventi. E poi ho un sito (www.thomasdiegoarmonia.com) dove si possono vedere diverse cose su di me. Molte persone mi contattano per committenze affettive, dove sono portato ad imprimere il miglior sentimento, l’amore, sulla tela. E’ una grande emozione ogni volta: credo di essere un romantico.

Cos’è per lei il senso del lusso?
Per me il lusso è poter scegliere, il più possibile. Sembra poco, ma credo che sia sempre difficile riuscire a restare liberi e padroni delle proprie scelte.

Come si posizionano le sue opere in questo?
Le mie opere fin dall’inizio sono state un atto di libertà: ho capito molto presto che il mio lavoro era creare arte e ho difeso la scelta con tutte le mie forze e con molti sacrifici. Ora che colgo i risultati di queste mie scelte, ritrovo la forza e il coraggio per continuare a scegliere ciò che mi piace.

Mentre cosa non è il lusso?
Un bicchiere di acqua fresca nel deserto è lusso? Penso che sia difficile creare delle definizioni univoche per tutti. Personalmente trovo che non sia lusso l’emulazione degli altri.

A quale oggetto non rinuncerebbe mai?
I libri, ne ho tantissimi e non mi privo mai di nuove letture e di nuove edizioni.

Cosa sognava di diventare quando era piccolo?
Quello che sono adesso. Anzi, onestamente non pensavo di arrivare fino a qui.

E adesso cosa sogna di diventare?
Inizio ad essere un artista conosciuto in molti paesi. Mi piace molto, perché mi permette di trasmettere qualcosa di bello a milioni di persone. E spero di continuare ad avere infinite possibilità per esprimerlo.

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