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Professione consulente d’immagine

Professione consulente d’immagine

Parla Margherita Perico

Stasera, 31 marzo 2009, il primo appuntamento con Pillole di Stile, con un evento dedicato al Black Dress, presso il Wattredici Hotel di Milano. In cattedra Margherita Perico, la prima consulente d’immagine italiana certificata dall’Association of Image Consultants International (AICI), nonché opinionista di moda in molte trasmissioni Tv.

Luxgallery ha chiesto a Margherita Perico di parlare della propria esperienza come consulente.

Ognuno dovrebbe concedersi il lusso di un consiglio per cercare il proprio stile e capire se quello che si indossa comunica il messaggio che effettivamente si vuole comunicare. Il lusso è regalarsi il tempo per fare qualcosa per se stessi, che può essere lo shopping, come il tempo per rifare l’armadio. Molti sottovalutano questi momenti e perdono di vista i messaggi che inviano con il proprio abbigliamento. Il consulente di immagine non si frequenta solo per l’alta moda. È alla portata di tutti chiedere un consiglio”.

Anche in questo periodo di crisi?
Molti clienti sono stanchi di spendere inutilmente: la consulenza è vista quindi come investimento a lungo termine per non sbagliare più nella scelta di abiti che poi non vengono indossati.

Come è nata la passione per la moda?
La mia passione ha le radici nella mia famiglia: mia madre, infatti, è una sarta. Provengo dal settore dell’informatica, poi dalla discografia. Qui sono entrata in contatto col mondo della moda e ho cominciato a seguire corsi all’estero. La svolta è arrivata con la lettura di un libro che mi ha regalato mia sorella: “I love shopping”.

Come è diventata consulente di immagine e che caratteristiche deve avere questa figura?
Ho seguito nel 2003, grazie all’Istituto Marangoni, un corso di consulenza di immagine a Londra. Per tre anni ho lavorato in discografia con piccole collaborazioni come consulente. Ho comunque capito che avrei dovuto studiare di più. Con l’iscrizione come membro ad AICI (Association of Image Consultant International) ho compreso che quella della consulente di immagine è una professione che si basa su tecniche specifiche e non sul gusto personale: si va dallo studio della colorimetria alle tecniche di camouflage, dallo studio del fisico di un individuo alla sua personalità e stile di vita, comprese le tecniche di marketing e vendita. Così ho iniziato il mio percorso di crescita che mi porta oggi ad approfondire sempre di più la materia e ad aggiornarmi continuamente. Sono l’unica consulente di immagine in Italia che può avvalersi della certificazione AICI e sono specializzata inoltre per l’ambito professionale e aziendale. Collaboro poi con l’Accademia del Lusso e altre strutture come formatrice per futuri consulenti d’immagine.

Un curriculum di prim’ordine…
Il consulente di immagine è una professione che nasce dalla passione per la moda ma è un’attività tecnica. Il gusto personale va messo al posto finale. Queste tecniche poi si evolvono e bisogna studiare di continuo. La consulenza di immagine è diventata una tecnica negli Stati Uniti mentre prima era considerata un’attività artistica. In ogni Paese ha le sue caratteristiche, di cui vanno analizzate le evoluzioni. In Italia il consulente di immagine è una professione recente, ma siamo forti di uno stile che all’estero ci invidiano.

Chi sono i suoi clienti? Maggioranza di uomini o di donne?
Per la maggioranza donne dai 35 ai 50 anni, con potere d’acquisto vario. I servizi che offro, infatti, sono diversi, dal pret-a-porter a consulenze più esclusive. Si può anche richiedere una semplice consulenza di un’ora. Sono persone stanche di affrontare il problema del “cosa mi metto”, pur non avendo in alcuni casi difetti rilevanti. Gli uomini, per la maggior parte, sono manager, sono incuriositi e si dimostrano particolarmente aperti. Tutti chiedono risultati tangibili. Per questo lavoro per obiettivi e per scardinare i pregiudizi che abbiamo fin da bambini. Inoltre, sono stata chiamata anche all’estero: alcune persone sono affascinate dalla possibilità di avere un consulente italiano, vogliono un certo tipo di ricercatezza e desiderano vestire come gli italiani.

Lavora anche con le spose?
Sì, è divertente ma stancante. Ricorrono al consulente di immagine perché non hanno idea di cosa cercare. Quando poi provano gli abiti, si rendono conto che vogliono vivere un sogno.

Quali sono gli errori più comuni a cui deve rimediare?
I pregi e i difetti sono da analizzare oggettivamente per cercare di creare l’armonia in tutte le parti del corpo, cercando di distogliere l’attenzione dai difetti. Le donne hanno una bassa autostima e spesso si sentono mortificate. In consulenza il primo step è rendere il cliente cosciente di pregi e difetti: ognuno ha difetti che diventano particolarità e vanno accettate e trasformate, oppure si deve spostare il focus su pregi che i clienti hanno sottovalutato. Gli uomini soffrono spesso della mancanza di una figura femminile che dia loro consigli di immagine. Inoltre, in genere richiedono consulenze per l’abbigliamento professionale, una tendenza che sta attecchendo sempre di più anche tra la clientela femminile.

La sua soddisfazione più grande?
È ricevere complimenti dai miei clienti e notare, quando li incontro di nuovo, un cambiamento totale in loro: si sentono valorizzati.

Collabora anche con hair stylist, personal shopper o figure similari?
Sì, collaboro con figure di questo tipo. Indirizzo i clienti a seconda del loro potere d’acquisto. La donna, di solito, ha bisogno dei consigli di make-up artist o hair stylist mentre l’uomo vuole dedicarsi alla cura della pelle, cambiare taglio di capelli, manicure e servizi di questo tipo.

Alcuni consigli per la primavera estate 2009…
Il consiglio, per le donne, è di evitare ciò che è spudoratamente di moda, ad esempio le zeppe altissime, e di scegliere qualcosa che ci si sente addosso. La donna dovrebbe osare con accessori che sono sottovalutati come il cappello che, assieme a guanti e sciarpa, sembrano demodé ma hanno la capacità di cambiare l’outfit di una persona. Per gli uomini il consiglio è quello di indossare abiti più asciutti e aderenti, evitando quindi giacche dalle spalle ampie, e di provare l’esperienza di farsi creare l’abito da un sarto. Dovrebbero poi osare di più col colore negli ambiti non lavorativi.

Vuole presentare il suo libro ai nostri lettori?
Professione consulente di immagine” è nato dalla collaborazione con la mia collega Sara Pupillo e con Franco Angeli Edizioni e dovrebbe essere in libreria a metà maggio 2009. È dedicato a persone che vogliono intraprendere questa professione. Si tratta di un manuale tecnico con consigli metodologici e sociologici. In Italia in questo momento non esistono altri manuali di questo genere. Il testo vuole essere uno spunto di riflessione per neofiti ma anche per persone che già lavorano nel campo ma anche per hair stylist, negozianti e figure similari.

www.margheritaperico.com

Caterina Varpi

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