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Intervista a Luciano Coin

Intervista a Luciano Coin

Parla a Luxgallery l’ideatore della rassegna vicentina

Dott. Coin, Luxury&Yachts è stato il primo salone del lusso in Italia…
A dire il vero, è stato il primo salone del lusso al mondo. È stato ideato da noi sette anni fa a Verona, prima non ce n’erano altri. Poi, anno dopo anno, sono nati quelli all’estero, ma posso rivendicare a buon diritto a noi il merito di aver creato il filone.

Come mai tutti questi imitatori?
Semplice quanto naturale: quando un business funziona, tutti lo vogliono imitare. È un segno che la formula è vincente.

Come selezionate i vostri espositori?
In base al nostro concetto di lusso. Un lusso artigianale, su misura, esclusivo. Cerchiamo di portare al nostro evento degli espositori che non si trovano normalmente nei negozi: le auto più esclusive in edizione limitata, oppure le top car che non si vendono in concessionario, solo per fare l’esempio dell’automotive. Per tutto il resto, dal gioiello all’abito su misura alla bicicletta in pezzo unico, vale l’obiettivo di avere il meglio della creatività, quasi sempre artigianale; è l’espressione di un’idea di lusso direi “dannunziano”: nato dal connubio del committente con l’artigiano. Ciascuno, nell’oggetto, mette un po’ di suo, in modo che chi lo utilizza ne riceva una doppia soddisfazione.

Cosa si aspetta di trovare chi viene a Luxury&Yachts?
A Luxury&Yachts cerchiamo di portare novità. È una mia passione quella per le novità, non lo nascondo, e la novità può essere stravagante. Le faccio un esempio. Se una persona nasce bene, vive bene, mangia bene, può sentire il bisogno di morire bene: ecco allora la cassa da morto di lusso.

Provocatorio…
Forse per qualcuno lo è, ma per me è la logica conclusione di uno stile di vita. In questa vita possiedo auto, case, un aereo privato, gioielli, barche: perché non posso prevedere anche un bel trapasso nell’aldilà? Ecco, questo è ciò che pensa un possibile acquirente del cofano funebre di lusso.

Difendere e diffondere l’eccellenza del made in Italy: una missione o una passione?
Per me è tutte e due, più una passione ma anche una missione. Sto facendo una battaglia perché si dia aiuto alle tante tradizioni artigianali di eccellenza del nostro Paese, che rischiano altrimenti di scomparire. Nell’economia di oggi si sopravvive solo se si fanno grandi numeri, che però queste piccole realtà aritigiane non possono fare. È necessario dare loro un supporto, perché credo che il futuro della nostra economia sarà  nell’eccellenza: solo nell’eccellenza possiamo essere superiori agli altri. Per questo non parlerei più di made in Italy ma di best in Italy.

Da cosa deriva questa eccellenza?
Noi italiani siamo i leader nel mondo per quanto riguarda il lusso, perché abbiamo una civiltà secolare alle spalle; una civiltà fatta di ricchi committenti, che per secoli sono stati i principi, i nobili, i papi, la Chiesa, che hanno commissionato opere ad artigiani in quali hanno trasmesso la loro maestria di padre in figlio. Si succedevano i committenti e, insieme a loro, gli artigiani, che tramandavano nei secoli segreti e abilità. Così troviamo l’arte dei fucili in Valtrompia, le sete preziose a Venezia e tante altre realtà che rappresentano oggi l’eccellenza perché figlie di secoli di storia e passione artigiana.

Chi o che cosa traina, a suo avviso, il mercato del lusso in Italia e nel mondo?
Quello che traina, trainerà sempre e porterà al successo molte aziende sarà un concetto di prodotto di qualità associato al servizio, che è altrettanto importante. Se in un posto sono trattato bene, mi sento a casa mia, posso anche chiudere un occhio su qualche piccola lacuna e, di certo, ritorno. Se un posto è lussuoso, impeccabile, ma freddo non fa per me, non ci torno. Vincerà chi saprà fornire una buona qualità del prodotto, dell’immagine e del servizio.

E l’innovazione?
Anch’essa importantissima. C’è fame di novità: chi si ferma è perduto, oggi si consuma tutto più velocemente. Chi produce da anni le stesse, identiche cose, anche se pregevoli, è destinato a evolvere, pena l’estinzione.

Dire che il lusso sia immune alla difficile congiuntura economica attuale è un luogo comune o c’è un fondo di verità?
Non è immune. Sostenerlo è pura presunzione. Questa congiuntura penalizza soprattutto chi non ha le capacità o propone prodotti scadenti, mentre vengono ancora premiati i prodotti di lusso che sono anche di grande qualità. Ma un po’ tutti ne risentono.

Quindi per Luciano Coin il vero lusso è quello artigianale?
Quello artigianale, su committenza: in qualsiasi oggetto deve esserci l’animo del committente. È un lusso appagante, non è da esibire ma da gustare fino in fondo, interiore.