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In mostra: Carlo Cardazzo

In mostra: Carlo Cardazzo

Venezia rende omaggio al suo collezionista

Nel novembre scorso la Fondazione Guggenheim ha inaugurato a Venezia la mostra “Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte, dedicata al primo centenario dalla nascita di colui che fu mecenate, editore, collezionista e gallerista, nonché alter ego e prezioso collaboratore di Peggy Guggenheim.

Nell’anniversario dei sessant’anni dall’arrivo della collezionista americana a Venezia, e a trent’anni dalla scomparsa dell’architetto Carlo Scarpa, la laguna rende dunque omaggio a uno dei suoi intellettuali più noti e rappresentativi del secolo scorso.

La mostra, curata da Luca Massimo Barbero, è stata allestita in una sezione ad hoc della prestigiosa fondazione americo-veneziana, non lontano da quella Riva degli Schiavoni dove, il 25 aprile del 1942, Cardazzo inaugurava la sua Galleria “Il Cavallino”. Si noti che proprio in quello stesso anno nasceva, a New York, “Art of this century”, la prima galleria Guggenheim dedicata completamente ai nuovi talenti dell’arte.

L’esposizione intende ricostruire la storia intellettuale del suo protagonista, sottolineando il dialogo fitto e prolifico con la stessa signora Guggenheim, l’architetto Scarpa – che fu autore degli spazi espositivi di Cardazzo – e i maggiori protagonisti delle avanguardie artistiche, italiani e stranieri.

Un percorso professionale e umano fondato sull’acume critico e sul vicendevole scambio di contatti, suggerimenti, opinioni, sia sugli artisti che sui movimenti dell’epoca: da Kurt Schwitters, Joan Miró, Sonia Delaunay, a Pablo Picasso, Jean Arp, Giacomo Balla, Vassilij Kandinskij, fino a Santomaso, Scanavino, Franz Kline, Asger Jorn, Mark Rothko, Jackson Pollock, Conrad Marca-Relli, Theodoros Stamos, Sam Francis, Alexander Calder, Cy Twombly, Jasper Johns, Georges Mathieu, Dubuffet, e Capogrossi.

Un gusto colto e illuminato, che ha saputo riconoscere, in anticipo sui tempi, l’esperienza metafisica di Sironi: il capolavoro La Venere dei Porti, oggi conservata nella meneghina Casa Boschi di Stefano, fu una delle prime acquistate da un Cardazzo appena ventenne. Ma anche il genio di De Pisis, e le prime ricerche espressive di Lucio Fontana, Arturo Martini, Scipione e Virgilio Guidi.

Dunque, un collezionista che intesseva rapporti esclusivi e sodalizi ricchi di stima con quegli stessi artisti delle cui opere amava circondarsi e con i maggiori collezionisti e mercanti del tempo – partecipò con successo alla Prima Mostra dei Collezionisti di Cortina, nel 1941 – , ma che ha anche concorso al successo di personaggi oggi Maestri indiscussi della nostra Storia.

Dopo le inesauste mostre ed edizioni che Cardazzo ha dedicato ai “suoi” artisti, per la prima volta una mostra ripercorre la sua di storia, restituendo al pubblico la molteplicità dei suoi interessi, tra cui compaiono anche la musica e la macchina da presa.

Le fotografie con Poliakoff, Cy Towmbly, De Chirico, Fontana, Scanavino, ma anche Anna Magnani, Sofia Loren e Milena Milani; il carteggio, i ritratti che lo vedono effigiato da solo o con la famiglia, le recensioni alle mostre allestite presso la sua galleria “Il Cavallino” o al “Naviglio” di Milano (1946) o alla “Selectadi Roma (1955), e le primissime pubblicazioni italiane di Joyce e Mallarmé – alcuni, fra i geni della letteratura estera pubblicati per la prima volta sotto l’etichetta “Edizioni del Cavallino” -, dimostrano tutta la sua appassionata attività di uomo di cultura.

Si ricordi che Carlo Cardazzo è stato il primo gallerista ad occuparsi con un contratto del lavoro di Lucio Fontana, appena ritornato in Italia dall’Argentina, e che Fontana, nel 1949, concepì il suo Ambiente Spaziale a luce nera proprio presso la sede milanese del Naviglio. Peraltro, Cardazzo fu un sostenitore di Fontana e dei suoi colleghi Spazialisti e indisse numerosi premi, a mo’ di  vetrina per i giovani talenti.

Nel 1950, per la prima volta in assoluto, Cardazzo portò nella galleria milanese la scandalosa personale di Pollock in Europa, anticipato solo pochi mesi prima dall’amica Peggy, della quale pubblicò la prima autobiografia in Europa nel 1956.

Un uomo votato al Nuovo, affine alla collega americana per quella sua “follia lungimirante e coraggiosa” che ne ha decretato il successo nel secolo scorso così come oggi.

Dato il successo di visitatori, circa 360mila solo nel 2008, la mostra è stata prorogata fino al 1 marzo 2009.

“Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte”
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni, 701 Dorsoduro
30123 Venezia
+39. 041.2405.411
1 novembre 2008 – 1 marzo 2009
www.gugghenheim-venice.it