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Il futuro di Galileo

Il futuro di Galileo

Scienza e tecnica dal Seicento al Terzo Millennio in mostra a Padova
Dal 28 febbraio al 14 giugno Padova celebra il IV centenario dall’uso del cannocchiale di Galileo Galilei con una grande mostra, “Il futuro di Galileo. Scienza e tecnica dal Seicento al Terzo Millennio”, presso il Centro Culturale Altinate.

Dopo Firenze, Padova, città da cui è partita l’esplorazione del cielo col cannocchiale rivisitato e adattato dallo scienziato, rende omaggio alle prime osservazione astronomiche di Galileo, nell’anno dell’astronomia. Oltre alla mostra, sono numerose le iniziative atte a ricordare il grande scienziato toscano.

Nei 18 anni trascorsi a Pisa, Galileo svolge ricerche sperimentali e teoriche in innumerevoli campi. I settori di ricerca da lui inaugurati e gli strumenti da lui e dai suoi allievi inventati e perfezionati saranno le premesse degli sviluppi successivi della scienza fino a oggi, e da oggi al futuro.

Attraverso un allestimento di forte impatto emotivo sono esposte opere storico-documentarie di altissimo valore (prime edizioni di testi fondamentali, manoscritti galileiani esposti in originale e sfogliabili virtualmente, diversi strumenti scientifici originari, tra i quali pezzi unici al mondo, ecc.) che daranno il via, nelle diverse sezioni tematiche, all’analisi dei progressi e delle sperimentazioni successive attraverso sistemi multimediali, video, installazioni, documentazioni fotografiche esclusive, exhibit ed esperimenti interattivi, che consentiranno al visitatore di seguire gli sviluppi della conoscenza scientifica e impadronirsi di alcune fondamentali idee e risultati.

Tra gli strumenti scientifici antichi che mirano a mostrare le conoscenze e le tecnologie dell’epoca galileana e i successivi sviluppi, si possono segnalare il grande Astrolabio di Arsenius datato 1566, che prende il nome dal suo costruttore – con il quale potevano essere localizzati i corpi celesti – esemplare unico al mondo quello esposto, avendo un’estensione che arriva fino a sud del Tropico del Capricorno, la macchina divulsoria del fisico Giovanni Poleni, apparecchio di particolare bellezza in rococò veneziano, funzionale allo studio della resistenza dei materiali che Poleni utilizzò per progettare il restauro della cupola di San Pietro.

Di Galileo saranno in mostra anche il Sidereus Nuncius, nella sua prima edizione del 1610 (della Biblioteca Universitaria di Padova), Il Dialogo tra i massimi sistemi del mondo con annotazioni autografe dello stesso Galileo, opera di trattatistica scientifica, scritta tra il 1624 e il 1630 sotto forma di dialogo, nella quale lo studioso dà prova delle teorie copernicane (Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova) e il Manoscritto galileiano 72 (Biblioteca Nazionale di Firenze).

Oltre ai testi dello studioso saranno presenti altri manoscritti di fondamentale importanza, opera di famosi scienziati del passato come Petrus Apianus, Christiaan Huygens e Isaac Newton.

Affascinanti e coinvolgenti anche i tanti exhibit, in gran parte realizzati appositamente per l’evento: dalla replica del piano inclinato galileiano per lo studio della caduta dei gravi, agli esperimenti interattivi in aria rarefatta, che propongono alcune prove seicentesche sul vuoto e la pressione atmosferica, fino all’exhibit sui Tubi di Newton – messo a punto dall’Ufficio tecnico e Officina del Dipartimento di Fisica di Padova dalla Sezione INFN di Padova per l’evento – di forte impatto spettacolare.

Tra le curiosità e le particolarità: la presenza in mostra di un frammento di Luna, il Fotomoltiplicatore di Borexino (esperimento sulle reazioni termonucleari all’interno del Sole, avviato nel 2007 presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso da dove giunge in mostra) e la Sorgente di ioni utilizzata nell’esperimento “LUNA” dal 1991 al 2001 e collegamenti in diretta con il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, con il CERN e con grandi telescopi sparsi in varie parti del pianeta intorno a esso, tutti luoghi dove sono attesi nuovi risultati che saranno resi fruibili in tempo reale nella mostra.

I grandi campi della ricerca quindi saranno sviluppati nelle sette sezioni in cui si articola la mostra, strutturate ciascuna con un omaggio al lavoro galileaiano fino alle prospettive future. Alla prima sezione, dedicata al cannocchiale, da Galileo fino agli strumenti di nuova generazione, seguiranno allora la sezione sui moti dei corpi da Galileo a Einstein e quella sulla scienza dei materiali che si spinge fino alle moderne nanotecnologie. La quarta sezione parlerà del vuoto, dalle prime intuizioni del grande studioso alla moderna nozione di vuoto. La quinta sezione riguarda la luce, dalla congettura galileiana che essa abbia velocità finita fino alla moderna teoria, che vede la luce comportarsi come onda o come corpuscolo a seconda dei casi sperimentalmente indagati. La sesta sezione ripercorrerà lo studio dell’universo degli oggetti sempre più piccoli, partendo dall’invenzione di Galileo del microscopio, soffermandosi sugli sviluppi della microscopia con le applicazioni alla biologia e alle geoscienze, per concludersi con i moderni acceleratori di particelle, i più potenti microscopi mai costruiti dall’umanità. E, a chiusura, l’infinitamente piccolo che svela l’infinitamente grande. L’ultima sezione, proporrà infatti un viaggio nella storia dell’Universo, dal Big Bang a oggi, con i quesiti più attuali e stringenti sulla materia oscura e l’energia oscura.