x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Il denaro é arte

Il denaro é arte

Oggi provocazione, ieri il Genio

Siamo sempre più abituati a ricevere notizie sbalorditive che provengono dal mondo dell’arte e degli artisti.

Scelte artistiche più o meno consapevoli che hanno condotto al successo di nomi ormai diventati delle vere star, dalle provocazioni dadaiste alla Duchamp fino alle più recenti, e sempre discusse, creazioni di Damien Hirst.

Ecco giungere, in questo ambito, la notizia dell’opera d’arte più costosa al mondo. L’installazione è opera di Michael Marcovici, ed è costituita da 10 milioni di banconote da 100 dollari, distribuite su 12 bancali. Un’opera da un miliardo di dollari, il cui valore intellettuale consta, per stessa ammissione dell’artista, non nel progetto materiale in sé, bensì nella progettualità che scaturirebbe dal possessore di questa montagna di denaro qualora potesse spenderla.
Nasce così la monumentale opera di Michael Marcovici, intitolata per l’appunto “One Billion Dollar”.

Viene allora in mente un’altra creazione legata alle banconote e al significato del denaro, ma di tutt’altro valore.
Pensiamo a cos’ha “combinato”, è proprio il caso di dirlo, Andy Warhol quasi cinquant’anni fa, con due semplici banconote da un dollaro.

Nel 1962 veniva alla luce, “Two Dollar Bills, Front and Back”, la prima della straordinaria serie di serigrafie, resa poi celeberrima con la serie delle scatole di Zuppa Campbell e con il ritratto di Marilyn Monroe. Con un solo gesto, la riproduzione meccanica di un’immagine, nasceva la Pop Art e il con essa il mito di Warhol.

Fine del trascendente, recupero, non a caso, dei ready made di quel provocatore di Duchamp, per il quale gli oggetti vengono decontestualizzati dalla loro funzione e dal loro ambiente per divenire semplicemente Arte.
Lo stesso Warhol.
E adesso? Che si tratti di una semplice provocazione, o di una geniale forma di comunicazione , capiremo, forse, tra un po’, adesso si tratta semplicemente dell’opera più costosa al mondo.