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I rasoi e il loro mondo

I rasoi e il loro mondo

Alla scoperta della Collezione Lorenzi
Dopo avervi parlato della boutique Lorenzi di Via Montenapoleone 9 a Milano, ecco un viaggio all’interno del Museo del rasoio – Collezione Lorenzi, che si trova insito nel negozio.

È sempre curioso entrare all’interno dei cortili e dei palazzi di una delle vie più esclusive di Milano: hanno tutti una storia da raccontare, nonostante si visiti la strada per lo più per dedicarsi allo shopping. Il museo è ospitato all’interno del palazzo che un  tempo era il Consolato di Israele al civico n° 9.

Entrando nel museo, composto da due piccole stanze, al primo impatto colpisce la luce delle vetrine e la moltitudine di oggetti racchiusi all’interno. Al passaggio della porta si svela una storia, fatta di cultura e tecnologia ma anche di oggetti unici e stranezze. Alle pareti, in alto, poster e pubblicità di marchi del mondo della rasatura. Spicca nel secondo spazio, il bancone dei tempi di Giovanni Lorenzi del 1929.

A guidarci, il Signor Franco Lorenzi, da anni alle redini del negozio di Via Montenapoleone 9 e colui che ha raccolto la maggior parte degli oggetti della Collezione G. Lorenzi.

Il museo del rasoio, inaugurato nel 1996, è l’unico che esiste al mondo. – Precisa con fierezza il Signor Lorenzi, che nonostante l’attività milanese non ha perso l’amore per le sue origini e la passione per la montagna,  e questo si capisce al primo impatto. – Ho fatto per un anno e mezzo l’Alpino, conducendo la vita militare. Sono stato camperista per 25 anni e amo la montagna. Canto in un coro dal 1949: è il Coro dell’Associazione Nazionale degli Alpini di Milano. Sono il più vecchio del coro, che ha 62 anni di vita”.

Ci racconta e ci mostra la foto della mola con cui si lavorava un tempo, l’attrezzo su cui hanno lavorato i suoi avi, coltellinai dal XIX secolo. Una storia ricostruita nell’albero genealogico della famiglia, grazie alla precisione dei registri delle parrocchie trentine, dal Concilio di Trento del XVI secolo.

Tornando al Museo spiega: “E’ una raccolta, per così dire, ‘povera’: riunisce oggetti non costruiti a mano ma con l’ausilio di macchine, non ci sono monili o opere d’arte. C’è solo la storia da raccontare. Una storia che abbraccia, a parte poche eccezioni, solo gli ultimi cento anni. Gli oggetti ospitati qui sono circa 4000, per lo più acquisiti dopo una estenuante ricerca”.

L’esposizione, infatti, propone momenti rilevanti della storia della rasatura con particolare riferimento agli strumenti in uso nell’ultimo secolo.
La collezione fu avviata negli anni Trenta da Giovanni Lorenzi con la raccolta sistematica di rasoi e strumenti connessi, provenienti da varie parti del mondo. Gli oggetti presentati sono elementi di un itinerario storico che si sviluppa lungo un ampio arco temporale e permettono di cogliere i momenti fondamentali dell’evoluzione della rasatura.

Ecco primordiali oggetti per la rasatura preistorici, un rasoio che funziona a flatulenza, rasoi di ogni genere dedicati al mondo femminile, il rasoio a cinque lame usato da Gabriele d’Annunzio. E che dire di quello musicale che suona se viene appoggiato al viso? O dell’apparecchio per affilare le lamette chiamato Tarantella? Quando funziona emette proprio la popolare melodia italiana. Qui viene spiegato il perché della nascita di certi strumenti e il bagaglio di nozioni che c’è alle spalle.

Sono tante le curiosità e le domande che sorgono alla visita del museo, domande a cui il signor Lorenzi è capace di dare una risposta, grazie agli studi e alle ricerche svolti per anni.

Più che gli oggetti, sono importanti i dati, le nozioni. Ho raccolto circa tremila brevetti per costruire i rasoi. Studio ad esempio il perché un rasoio è fatto a 5 lame, come quello di d’Annunzio. Ho cercato i motivi delle invenzioni e per cui un oggetto è stato creato.”

Quando è cominciata la sua passione per i rasoi e quando ha iniziato la raccolta?
Ho cominciato a 10 anni. I giocattoli per me erano i rasoi, a cui mia madre toglieva le lame. Da lì ho iniziato poi a interessarmi alla collezione.

Avete anche altre raccolte?
Sì c’è una raccolta di coltelli custom americani fatti a mano, dove si possono vedere cose uniche e incredibili.

Vista la folta barba del Signor Lorenzi, viene spontaneo chiedere se ha mai usato un rasoio elettrico.
Sì ho usato il rasoio elettrico: era un Sunbeam americano. Nel museo ci sono i primi prototipi delle fabbriche. Ogni fabbrica faceva prototipi con la rotella: all’epoca era l’unico modo per fermare e avviare il motorino.

L’argomento è vasto e potrebbe impegnare diverse pagine per essere approfondito di più. Non resta che andare a visitare il museo e chiacchierare con il Signor Lorenzi. La Collezione è visitabile a ingresso libero su appuntamento (Tel. 0276022848).
Inoltre, Franco Lorenzi ha pubblicato il libro “Rasoi e lame, barbe e baffi” edito da Silvana Editoriale, che ripercorre con testi e un ampio corredo fotografico la storia del rasoio e della rasatura, tra dati poco noti al pubblico non specialista, curiosità e aneddoti.

Caterina Varpi

Vedere anche: Lorenzi, l’arte del coltello I e Lorenzi, l’arte del coltello II