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“Essere, non apparire”

“Essere, non apparire”

Roberto Biagini racconta la sua idea di lusso

Lo stilista fiorentino Roberto Biagini ha presentato la sua nuova collezione autunno-inverno 2009-2010 in occasione Milano Moda Uomo, una linea fatta di tessuti pregiati, stile ricercato e grande attenzione al più piccolo dettaglio; per l’uomo che non vuole solo apparire ma attirare l’attenzione con riservatezza, grazie a particolari che non passano inosservati all’occhio dell’intenditore.

La linea si chiama 2917, cifra che indica l’altezza del Monte Olimpo, simbolo di eccellenza e rigore nella scelta di ogni più piccola sfumatura. L’idea della collezione parte dal concetto di salotto, nel significato più ampio del termine: antico e allo stesso tempo futuribile, un luogo privato ma, contemporaneamente, un rinnovato circolo ellenico. È il luogo che sostituisce il negozio e dove si possono trovare l’unicità, il lusso esclusivo. L’uomo Biagini sa che ogni capo, ogni particolare appartiene soltanto a lui.

Luxgallery ha chiesto a Roberto Biagini di parlare della sua idea del lusso e della sua attività.

“Non chiamatelo più lusso: così facendo gli conferite una connotazione precisa. E una volta reso identificabile a priori, il lusso perde l’essenza stessa del suo essere. Il vero lusso nasce ogni volta; e ogni volta con un volto diverso” . Questa frase introduce e invita a scoprire la nuova collezione: qual è il suo personale concetto di lusso?
Il lusso è qualcosa che non voglio collegare a concetti materialistici. Penso che il lusso sia la risposta a un desiderio, a ogni desiderio. Ecco perché non trovo corretto incastonarlo in preziose ma rigide montature… È un po’ come nel romanzo di Huysmans “À rebour”. Il protagonista fa applicare le pietre preziose sul guscio di una grande tartaruga che gira libera per casa; in questo modo le pietre rifrangono la luce sempre in modo diverso, in base all’ora del giorno, all’illuminazione, ai movimenti della tartaruga. Il lusso è questo: un desiderio di bello, coronato indipendentemente dal suo stesso essere.

E di bellezza?
Dire che la bellezza è nell’occhio che guarda sarebbe scontato, ma se ci si pensa non lo è poi così tanto. Mi ricollego a quanto detto per il lusso: è bello ciò che appaga un desiderio… A prescindere da quanto sia in alto e difficile da raggiungere.

Che cosa cerca chi vuole indossare un abito Roberto Biagini?
Essere. Un mio abito si indossa per essere. Ecco perché credo nell’unicità del capo: mi rifiuto di standardizzare l’eleganza. Proprio come per il lusso e la bellezza.

L’importanza dei materiali e dei particolari.
Immensa. Basti pensare a un particolare unico al mondo che io ho creato: “un bottone a 3 fori”. La cura del particolare e della selezione dei materiali rappresenta l’attenzione che dedico a chi indossa un mio abito. E se deve essere lusso e bellezza, non posso nemmeno pensare di appiattire un desiderio con qualcosa che non sia assolutamente ineccepibile per chi lo indossa.

Come è nata la sua passione per la moda?
Guardandomi attorno e comprendendo che c’erano troppo grigio e troppo standard intorno a me. La moda che vedevo era priva di sapore, di tocco personale. Elegante ma asettica, o estrosa ma assurda. Mancava Roberto Biagini. Io l’ho inventato.

Quali sono i suoi progetti futuri e a che aree di mercato guarda con più interesse?
Le nuove frontiere del lusso, che non sono necessariamente i Paesi delle mille e una notte, ma quei posti dove uomini eleganti – ma eleganti dentro – decidono che è giunta l’ora di esserlo anche fuori. E circa i miei progetti futuri, se le racconto tutto ora, poi come farò a stupirla la prossima volta?

Qual è il futuro nel made in Italy nell’abbigliamento e quali sono le eccellenze attuali del made in Italy?
Il made in Italy regge. La crisi lo ha colpito duramente, ma grazie ad anni e anni di duro e serio lavoro e a operatori del settore estremamente motivati e dinamici, riusciremo a uscire da questo periodo a testa alta. Le eccellenze, anzi, l’eccellenza è il made in Italy stesso. Potremo essere sempre etichettati con spaghetti e mandolino, ma quando si parla di moda, di eleganza, di lusso, allora anche i più feroci detrattori della nostra Penisola si tolgono il cappello. Siamo italiani… non ci servono altre credenziali.

La sua soddisfazione più grande?
Quel lampo di gioia negli occhi di un cliente che si guarda allo specchio dopo aver indossato un mio abito. È la più grande soddisfazione del mondo… ogni volta.

Il Biagini privato: quali sono le sue passioni?
Oh, ne ho moltissime; ma tutte sono collegate al bello e all’eccellenza. Dai vini pregiati ai cavalli di razza, dall’arte alla letteratura… Tutto deve ricondurre al mio personalissimo senso di soddisfazione. Forse sono uno degli ultimi decadenti… come Huysmans.

Caterina Varpi