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EMLUX, un master per l’eccellenza

EMLUX, un master per l’eccellenza

Parla la prof. Roberta Crespi

EMLUX Executive Master in Luxury Goods Management è organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in collaborazione con imprese e istituzioni del mondo del lusso, ed è progettato per sviluppare le competenze relative alle peculiarità operative, di marketing, di prodotto necessarie alle decisioni strategiche e di business nel settore luxury (scarica il programma). Ne parla la prof. Roberta Crespi, direttore del master.

Quali obiettivi si propone l’edizione 2010 di EMLUX?
EMLUX si inserisce in una serie di iniziative che, in Università Cattolica, conduciamo nel mondo del lusso: workshop, ricerche, pubblicazioni (tra le quali l’edizione italiana di The Luxury Strategy di Kapferer e Bastien); è quindi parte di un progetto più ampio di studio del mondo luxury e di trasmissione delle competenze specifiche delle imprese di questo settore. Vogliamo formare manager capaci e competenti, in grado di governare le leve peculiari delle imprese di lusso.

Quali caratteristiche ha?
E’ un master part-time, in inglese, della durata di dieci mesi. I corsi si svolgono nelle giornate di venerdì e sabato, due weekend al mese.
La faculty è congiunta, accademica, professionale e internazionale, perché abbiamo integrato la nostra offerta interna con le migliori competenze sul campo, sia a livello di istituzioni che di persone: rivolgendoci ad Alba Cappellieri del Politecnico, un vero esperto nell’ambito del design, a Michel Chevalier, dell’Université Paris Dauphine, consulente e autore di libri di management del lusso o ancora a ricercatori del Dipartimento di Strategia della London Business School che interverranno sui temi del turnaround delle imprese del lusso o sulle logiche del luxury travel.
Come dicevo, anche l’esperienza delle imprese è fondamentale. Lavorano con noi il Cavalier Franco Cologni, Special Advisor dell’Executive Chairman del Board of Directors di Compagnie Financière Richemont SA, Carmine Rotondaro, WW Real Estate di Gucci, Matteo Marzotto, Presidente di Vionnet, Pier Luigi Roncaglia, Founder e Managing Partner dello studio legale SIB e Intellectual Property Expert della Fondazione Altagamma… e moltissimi altri che si possono trovare sul sito del master, www.unicatt.it/EMLUX.

Come è stata finora la risposta? Qual è il profilo medio del candidato?
C’è interesse verso il nostro programma in quanto offre la concreta possibilità di continuare a lavorare e contemporaneamente accrescere le proprie competenze. Le persone che ci contattano sono giovani manager, che lavorano in imprese del mondo luxury oppure in altri settori e che vogliono spostarsi in questo mondo; abbiamo avuto poi richieste da neolaureati, in quanto il nostro programma prevede anche l’inserimento in aula di giovani talenti che vogliono iniziare la loro carriera nelle imprese del mondo del lusso.

Che cosa si aspetta di aver acquisito a fine master chi si iscrive a EMLUX?
In primo luogo chi si iscrive vuole acquisire una visione completa dell’impresa luxury e delle sue peculiarità: i nostri corsi, infatti, si articolano in 6 macro-aree, che sono Fundamentals, Marketing, Sales&Retail, Organization&General Management, Operations&Process Management, Innovation&Trends.
Oltre a questo il master costituisce un’occasione di contatto con le imprese, che noi sviluppiamo sin dal colloquio per l’ammissione: viene difatti svolto con uno specialista delle risorse umane che stila un profilo del candidato. Il tempo trascorso in aula, partecipando e contribuendo alle lezioni, offre l’opportunità agli studenti di avere visibilità con i manager del settore. Infine c’è il project work finale, sviluppato con il coaching delle imprese partner per coloro che già lavorano e gli stage per i giovani talenti che devono ancora costruire il loro percorso professionale.

Investire in formazione in un momento difficile come l’attuale richiede lungimiranza: cosa si sente di dire alle aziende o ai privati per invogliarli a farlo?
Che l’esperienza ci insegna che nei periodi difficili chi si dota delle risorse necessarie (competenze, talenti, idee) ha poi un grandissimo vantaggio nel momento in cui la situazione migliora: funziona un po’ come una molla, e non c’è momento migliore di adesso per caricarla, affinché liberi tutta la sua forza propulsiva nel momento in cui l’economia darà concordanti segni di ripresa.

Che parte può avere il mondo delle imprese del lusso, a suo avviso, nell’ispirare la tanto auspicata ripresa dell’economia?
Il lusso, il design, insomma la qualità italiana costituiscono una fonte importante del sistema produttivo, che sappiamo essere fondamentalmente costituito da piccole e medie imprese, visto che le grandi imprese manifatturiere private si possono contare sulle dita di una mano.
Da un punto di vista razionale non posso che considerare dunque che una ripresa in questo settore costituisca una fetta determinante della ripresa dell’intero sistema produttivo del nostro Paese. Da un punto di vista più istintivo credo che, al mondo del lusso, spetti il difficile compito di rappresentare, nell’immaginario così come nella realtà, l’eccellenza.
Penso quindi che il lusso debba dare un esempio, non solo con la sua forza evocativa e di piacere, ma anche con l’impegno nell’etica e nella tutela e valorizzazione delle risorse.  Sappiamo che nei momenti difficili “l’umore” è un fattore importantissimo e il lusso può, con la sua forte carica emotiva e la sua capacità di “cocooning”, contribuire a diffondere un maggiore ottimismo. E questo non guasterebbe di certo.

Davide Passoni