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CRESPI 1797. 210 anni di passione per i tessuti naturali

Intervista a Francesca Crespi, amministratore delegato di Crespi 1797
Da 210 anni Crespi 1797 intreccia la sua storia alle fibre naturali per produrre tessuti di pregio. Agli inizi fu il cotone, poi venne il lino che ora in esclusiva l’azienda lavora utilizzando anche quello biologico a impatto zero per l’ambiente. Un’offerta di nicchia che rappresenta la naturale estensione di prodotto e di pensiero e che testimonia l’antica vocazione industriale legata a doppio filo alla necessità di soluzioni innovative per giocare d’anticipo nel turbolento comparto del tessile abbigliamento.

Le origini risalgono al 1797, quando Benigno Crespi da Busto Arsizio, intraprese l’attività di commerciante di tessuti. Dalla vendita passò alla produzione di filati e investì anche nell’editoria, tanto vero che fu tra i soci del Corriere della Sera. L’azienda fu tra i protagonisti della rivoluzione industriale: l’attenzione alla tecnologia portò alla sostituzione dei telai a mano con quelli azionati dalla forza idraulica, disponibile a seguito dell’acquisto di una cartiera di Ghemme nel novarese e grazie ai diritti di sfruttamento di un salto d’acqua sulla roggia Mora. Proprio qui, nel 1872, venne installata una filatura dotata di 6800 fusi.

Oggi Franco Crespi ricopre la carica di presidente della società in cui collaborano i figli Luca e Francesca, settimi discendenti in linea diretta di Benigno Crespi. Ed è proprio a Francesca Crespi, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, che chiediamo quale sia la portata e il contributo di sensibilità tutta al femminile in un settore dove è da sempre fondamentale l’ispirazione e la capacità percettiva.

”Se penso alla sensibilità femminile nell’impresa – sottolinea Francesca Crespi – penso alla capacità di ascolto e alla coesione sul valore del lavoro e dei rapporti umani, del lavoro fatto bene dall’inizio alla fine, del rispetto e del  richiamo alla responsabilità affidata a ciascuno. Come il ruolo della donna all’interno della famiglia da sempre custode della casa, dell’ambiente, virtù sempre più rara con i ritmi del quotidiano. Per una donna che si occupa di un’azienda la sensibilità femminile significa quell’insieme di sottili e misteriose percezioni, la capacità di creare un ambiente umano e stimolante, la possibilità di sviluppare valore attraverso  i rapporti umani  entro le relazioni del lavoro, la volontà di creare una squadra motivata, cercando di cogliere e di potenziare attraverso piccole sensibilità le potenzialità di ciascuno e di richiamare al compito. Oggi lavorare insieme per un bene comune è una delle cose più difficili e preziose da coltivare per migliorare la nostra qualità di vita e la nostra crescita umana e sociale”.

Crespi è oggi una moderna azienda con profonde radici che affondano nella conoscenza e nel rispetto di una straordinaria tradizione. Una vera e propria testimonianza di eccellenza nel panorama industriale italiano, fatta di coraggio e dedizione, di innovazione e cultura di prodotto, di scelte ecoresponsabili e intuizioni lungimiranti. Crespi è oggi tutta la sua storia e tutto il suo futuro insieme. Perché nei secoli tutto si è modificato affinché nulla cambiasse di quello spirito pionieristico che è un po’ il sale “di famiglia”.
 
 “Siamo ottimisti di natura – continua Francesca Crespi – e questo ci permette di guardare al futuro con occhi sempre nuovi. Ogni anno investiamo il 5% del fatturato in ricerca e innovazione per proporre tessuti sempre nuovi giocando d’anticipo rispetto ai nostri competitors. Adesso, dopo il successo del lino biologico, stiamo sperimentando i filati di ginestra, anche per corenza con il nostro spirito naturalista”.

Come spesso è accaduto nel corso dei suoi  anni di storia, anche in questo caso Crespi 1797 risulta la prima azienda a proporre il vero lino biologico che in tutto il processo di lavorazione non subisce alcun trattamento invasivo, addirittura a partire dal seme e dal terreno in cui viene coltivato, sempre vergine e sempre nuovo per consentire alla pianta di ricavare il massimo del nutrimento senza l’aggiunta di componenti chimici esterni. Non a caso, il BIOLINO Crespi 1797, è certificato da ICEA, istituzione di riferimento in Italia per la Certificazione Etica e Ambientale, che attraverso  AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) ne garantisce gli elevati standard. Il logo AIAB, infatti, certifica un prodotto tessile ottenuto da fibra naturale biologica, prodotta conformamente al Reg. CEE  2092/91, che non ha subito processi di sbiancamento a base di cloro e che nel processo di tintura e stampa non ha ricevuto sostanze contenenti metalli pesanti come nichel, cromo, rame, cobalto. E’ inutile sottolineare quali siano i vantaggi personali e sociali al contempo nell’indossare un tessuto ecologico.

“I motivi per cui una persona si avvicina al biologico possono essere diversi – sottolinea Francesca Crespi – C’è chi ha la consapevolezza che indossare un capo biologico, proprio come mangiare biologico, è un modo per rispettare la natura rifiutando metodi di produzione invasivi e devastanti degli ecosistemi. C’è chi è particolarmente attento all’aspetto equo e solidale che contraddistingue il nostro rapporto con i produttori. E c’è poi soprattutto una larga parte di pubblico che si rivolge ai tessuti biologici nel momento in cui sperimenta sulla sua pelle quanto la chimica possa essere dannosa. Non è un mistero che allergie e dermatiti stiano aumentando in modo esponenziale, e molto spesso alla loro base c’è proprio il contatto epidermico con le sostanze chimiche di cui sono intrisi gli abiti che indossiamo. Per scegliere i nostri tessuti non è indispensabile essere sostenitori del biologico: a volte basta solo avere a cuore la propria salute”. 

Di Umberto Amato