x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Birra artigianale: la parola agli esperti

Intervista ad Agostino Arioli di Unionbirrai e titolare del Nuovo Birrificio Italiano di Lurago Marinone

Cresce, come sappiamo, il consumo di birra nel nostro paese e la bevanda accompagna sempre di più i pasti degli italiani. Di pari passo cresce l’attenzione verso il fenomeno della birra artigianale – birra cruda, integra e senza aggiunta di conservanti con aromi e caratteri diversi a seconda del genere – con la nascita o il consolidamento di strutture che creano prodotti di alto livello qualitativo, capace di catturare l’attenzione di un pubblico sempre più ampio.

Agostino Arioli, membro del direttivo di Unionbirrai, associazione culturale nata dall’esigenza di difendere questo prodotto in Italia, e gestore e fondatore del Nuovo Birrificio Italiano di Lurago Marinone, locale in cui possono assaggiare diversi tipi di birre artigianali associate a piatti tradizionali e non, ci ha parlato di questo fenomeno.

Come viene vista la birra artigianale in Italia?
È un fenomeno nuovo e per questo non è ben definito. Infatti, la parola “artigianale” può essere interpretata in modi diversi ed essere associata a oggetti curati e prodotti in piccole quantità oppure creati in modo raffazzonato e approssimativo. Unionbirrai punta naturalmente ad affermare il primo significato, definendo la birra artigianale come birra fatta con attenzione e con materie prime selezionate.
Ci sono circa centosessanta microbirrifici in Italia ed alcuni hanno un approccio non molto attento. Il mercato, comunque, è in crescita esponenziale e c’è una grande attenzione del pubblico, con un’offerta spesso di livello e una grande varietà di proposte. Guardando ad esempio ai prezzi, si va da cifre molto basse a quelle pari a un’ottima bottiglia di vino, raggiunte grazie alla lavorazione particolare e alla scelta delle materie prime.
Dalla mia esperienza posso dire, che inizialmente vendevo le birre del Nuovo Birrificio Italiano solo all’interno del locale, ora crescono le vendite all’esterno.

Che tipo di risposta avete dal pubblico e che tipo di pubblico è?
Cresce il pubblico esperto. Ho aperto undici anni fa ed era difficile far capire alla gente cos’è la birra artigianale. Ora molte persone vengono a cercare il mio locale. La cultura cresce. Ci sono molti autodidatti e molte persone frequentano corsi e degustazioni. È comunque un pubblico informato e vario, che capisce che non esiste solo la birra chiara ma c’è una birra per ogni occasione e abbinamento.
Per far conoscere questa grande varietà e diffondere la cultura della birra, Unionbirrai tiene corsi di produzione sia per chi si fa la birra a casa e per gli appassionati e corsi di avviamento alla professione.

Quanto siete influenzati dall’estero nella vostra attività?
Si può dire che il mondo birrario italiano eccelle ed è molto attento a quello che accade all’estero, tenendo continui rapporti con associazioni internazionali. Unionbirrai è collegata con la European Beer Consumer Union, l’associazione di consumatori europea, e tiene ottime relazioni e scambi con altre società. Nelle degustazioni, inoltre, mettiamo in primo piano la birra italiana ma parliamo e proponiamo le birre straniere, sia quelle classiche sia quelle nuove.

Per quanto riguarda l’attività del Birrificio Italiano, come sposate la tradizione culinaria italiana con quella della birra?
Il nostro scopo è quello di fare contenti i nostri clienti. La scelta dei piatti è cresciuta con le nostre birre. La birra è usata come ingrediente o è proposta come abbinamento. Abbiamo specialità regionali riviste o piatti di invenzione. Gli abbinamenti tecnicamente sono eccellenti. Abbiamo ad esempio una birra estiva floreale con miele da servire come aperitivo.
Proponiamo anche abbinamenti tra birre e formaggi, che variano a seconda della stagione. Per questo abbiamo avviato una collaborazione con Luigi Guffanti di Arona.
C’è da aggiungere che non vendiamo vino. Lo avevamo i primi tempi poi nessuno ce lo ha più richiesto e non lo abbiamo più proposto.

Qual è la sua idea del lusso?
Nel mio campo, è il potermi permettere delle birre particolari, difficili da reperire e potermele concedere ogni tanto. Vale anche per la degustazione delle mie birre. Non associo il lusso per forza a costi eccessivi, comunque la birra sale di prezzo se la lavorazione è buona e di conseguenza si sceglie un packaging adatto.
Il lusso come birraio è anche quello di potermi permettere di fare delle birre del genere, curate e in piccole quantità, perché ho i clienti che le richiedono.

Associazione Culturale Unionbirrai
Via Celoria 2, 20133 Milano
Telefono 02.87394893
Fax 02.99986997
[email protected]
http://www.unionbirrai.com/

Nuovo Birrificio Italiano srl
Via Castello, 51 – 22070 Lurago Marinone (Co)
tel e fax 031/895450
[email protected]
http://www.birrificio.it/

Vuoi essere sempre informato su notizie di questo genere? Iscriviti alla LuxLetter