x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Alter-ego: intervista ad Erica Campanella

Alter-ego: intervista ad Erica Campanella

In occasione dell’inaugurazione della mostra presso Angel Art Gallery

Mi sembra di vedere il mio
Io attraverso una lente che lo
rifranga e moltiplichi; tutte
le figure che si agitano
intorno a me sono altrettanti
Io ed io mi adiro del loro
modo di agire…

E.T.A. Hoffmann

2 febbraio 2007: parte a Milano una mostra dedicata alla riflessione sul complesso universo delle emozioni umane e sul tema del doppio che tanto ha affascinato e influenzato l’arte e la letteratura di ogni tempo e non solo. Si tratta di “Alter-ego” , la prima personale di Erica Campanella a cura di Chiara Canali, presso Angel Art Gallery di Via Solferino fino all’8 marzo.

Nelle opere dell’artista, diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Brera, si incontrano un neoumanesimo basato sul linguaggio della bellezza e delle emozioni e un’analisi psicologica ed emotiva.

Il tema dell’alterità è indagato in un susseguirsi di corpi maschili e femminili ritratti in differenti pose di raccoglimento interiore: l’analisi del corpo porta alla luce stati d’animo non sempre decodificabili a prima vista ed è espressa con una pittura fatta di pennellate dense e materiche, che delineano la consistenza delle figure, e che si alleggeriscono nello sfondo mai molto definito. In mancanza di un’ambientazione precisa, risalta ancor più fortemente la stratificazione cromatica delle masse corporee, rivelando l’alterità di emozioni e sentimenti umani che traspaiono dalle pieghe della carne.

I conflitti psichici di ognuno, infatti, secondo una teoria psicologica comprovata scientificamente, influenzano il corpo in maniera specifica e ne modellano i caratteri fisici.

Luxgallery ha chiesto a Erica Campanella di parlare della sua pittura.

Quale esperienza ti ha fatto decidere di dedicarti all’arte?
Non c’è un’esperienza particolare. Sono nata nell’arte e da piccola disegnavo e volevo fare la stilista. In seguito determinate scelte mi hanno portato a fare l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo un periodo in cui mi sono interamente dedicata al restauro ho ripreso a ritrarre le persone che mi circondano, i nostri alter-ego: gli altri sono il riflesso di noi stessi. Secondo la psicoanalisi e altre discipline noi non amiamo o amiamo negli altri quello che non amiamo o amiamo in noi.

Cosa ti piace della moda?
L’aspetto creativo: la possibilità di disegnare, scegliere i tessuti, creare un determinato filone.

La tua attività spazia tra pittura e restauro: sono discipline che per te hanno pari importanza nella tua produzione o ne preferisci una? Che rapporti intercorrono tra loro?
Attualmente svolgo tre tipi di lavori: insegno, mi dedico al restauro e dipingo. Sono cose molto diverse tra loro, ma io preferisco i lavori da solitaria, ossia il restauro e il disegno, in cui sono sola con me stesa. Non posso paragonarli tra loro, sono cose completamente differenti. Il restauro è un’attività complessa e filosofica.

Chi sono i tuoi modelli?
I miei modelli sono le persone che mi circondano. Cerco di captare le loro emozioni, i loro problemi, il loro modo di essere.

Quali artisti ami e che rapporto hai con l’arte contemporanea?
Ci sono artisti che amo in modo particolare. Amo l’arte figurativa, soprattutto quella di Lucien Freud e Jenny Saville. È una pittura non iper-realista, introspettiva, che analizza gli stati d’animo attraverso la solitudine della figura. Sull’arte contemporanea non do un giudizio: sono confusa al riguardo, non sempre la capisco.

Perchè hai scelto di indagare un tema così difficile come quello dell’alterità? Ti ha influenzato qualche studio o corrente in particolare come l’Esistenzialimo o qualche corrente artistica?
Amo un genere di lettura che va dalla psicoanalisi all’esoterismo. Il nostro essere in un certo modo è dato da un percorso che compiamo. Lo dicono sia la letteratura orientale sia quella occidentale: viviamo nel doppio.

Questo per me è solo l’inizio di un cammino che ha portato all’analisi di questo tema. Infatti, anche sul nostro corpo ci sono segni di alterità: quando siamo chiusi o aperti lo dimostriamo, con la posizione della schiena ad esempio, che sarà il prossimo tema che tratterò. Non vediamo il volto della persona, ma questa comunica lo stesso il suo stato d’animo: è la dualità tra l’essere e l’apparire.
Non c’è stato un pensiero come quello esistenzialista a influenzarmi: ho sentito che dovevo fare questo e ciò è avvenuto. Inoltre questo tema è molto attuale anche nel campo della moda.

C’è una relazione tra la tecnica pittorica e i soggetti trattati?
Vengo dalla scuola del professor Terruso, che era fautore di una pittura molto materica. Mi piace l’espressione attraverso la pennellata e il colore. Uso colori terrosi e pennellate grosse soprattutto nelle figure, mentre uso un colore più diluito nello sfondo, in modo da staccare così la figura. Uso per lo più olio o acrilico su tela.

Cosa ne pensi delle Fiere di Arte Contemporanea come quella di Bologna? Hai mai partecipato? Sono davvero occasione di incontro e scambio?
L’ultima fiera a cui ho partecipato è quella di Bologna. Non so se vorrei entrare in questo mondo. Non mi piace molto espormi e qualche volta ho visto emergere invidia e arrivismo, intrecci difficili da gestire.
Mi piace fare il mio lavoro ma come una cosa sincera.

Alter-ego
Erica Campanella
A cura di Chiara Canali
Angel Art Gallery
Via Solferino 3 – Milano
Tel/ Fax 0286915812
Catalogo in sede, con testo di Chiara Canali

Date: dal 2 febbraio all’8 marzo 2007
Inaugurazione: 1 febbraio 2007, ore 18.00
Orari: dal lunedì al venerdì 10.00-13.00 e 15.00-18.00

[email protected]
www. angelartdesign.it

www.ericacampanella.com