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Alfa Brera, opera d’arte

Alfa Brera, opera d’arte

La nuova coupè della casa di Arese Quando mise mano al progetto Brera, Giorgio Giugiaro, mostro sacro del design automobilistico (e non solo), non pensava che un giorno quel coupè sarebbe entrato in produzione. “Nel 2002, quando presentammo a Ginevra quella che definii una sportiva Alfa Romeo molto sexy – racconta – avevo solo la certezza che, con piccoli ritocchi, avrebbe potuto essere costruita in serie”. Oggi la dream car nata per stupire il pubblico dei saloni si è invece trasformata in un prodotto industriale, prodotto in 20mila esemplari l’anno (un terzo nella versione spider), con un investimento complessivo di 200 milioni di euro. Una instant classic destinata a sedurre non soltanto l’Europa ma, in futuro, anche Paesi lontani come l’Australia e il Giappone.

Ma Alfa Brera è molto più di un affascinante nuovo modello. Dopo la 159 segna il secondo atto della rinascita del Marchio, come ha ricordato Karl Heinz Kalbfell, responsabile del polo sportivo Alfa-Maserati: “Brera è la portabandiera di una nuova filosofia e di nuove strategie. E’ la dimostrazione che l’azienda vuole aumentare la propria presenza in un settore di mercato in crescita, caratterizzato da una popolazione benestante, alla quale ci rivolgiamo anche con Maserati, cioè con due marchi che sono l’anima e lo stile dell’auto sportiva italiana. Alfa Romeo ha iniziato a pianificare il nuovo schema industriale anni fa: i primi risultati si vedono con la 159 e la Brera”.

Idee chiare, quindi, anche sul perchè produrre un coupè quando esiste già la GT: “perchè l’Alfa ha sempre prodotto coupè di successo, auto per essere usate. Le sportive stradali – ha spiegato Antonio Baravalle, responsabile del brand Alfa – rappresentano il nostro top. Modelli come la 8c 2900 B Coupè, la 6c 2500 Villa d’Este, la 1900 SS, la 2600 Sprint, l’Alfetta GT”. Baravalle si riferisce a un mercato europeo più che raddoppiato dal ’96 ad oggi, che vale il 2,7 per cento del totale delle auto. In altre parole, sono circa 600mila i potenziali clienti europei di Brera, un publico che l’utlima nata di casa Alfa Romeo ha tutte le carte in regola per conquistare. “Alfa Brera – ha evidenziato Harald Wester, che guida l’Engineering e il Design di Fiat Auto – è il frutto di un patrimonio di competenze unico: Giugiaro l’ha disegnata, Pininfarina l’ha industrializzata e prodotta a San Giorgio Canavese”.

Un’opera d’arte

Il design unico ed esclusivo, che reca inconfondibili i tratti dell’eleganza italiana, uno stile fatto di armonie di forme e di volumi: non è un errore definire, tra le altre cose, Alfa Brera un opera d’arte. Non lo è al punto che Brera nelle gallerie d’arte contemporanea c’è finita davvero. E’ successo alle Fondazione d’arte contemporanea Arnaldo Pomodoro di Milano e Sandretto di Torino dove l’Alfa Brera, l’affascinante coupè dello storico marchio di Arese, è stata inserita in due percorsi museali allinterno di mostre programmate nei due musei. Sintesi perfetta di sportività ed eleganza, l’ultima nata in Casa Alfa ha fatto il suo debutto nel mondo dell’arte da vera protagonista: inquadrata in una grande cornice dorata, ha catturato l’attenzione dei numerosissimi ospiti accorsi negli spazi delle due Fondazioni per ammirare le sue doti.
L’arte, si sa, è contaggiosa e evidentemente i vertici dell’azienda devono averci preso gusto visto che Alfa Brera, ha anche sponsorizzato l’undicesima edizione di MiArt, la Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, dove le è stata dedicata la Vip Lounge, uno spazio di 192 metri quadrati ll’inerno del salone espositivo.

“Alfa Brera è uno di quei rari casi in cui il lavoro del designer, proprio come un’opera d’arte, è di così alto livello che il passaggio dal prototipo al prodotto finito è avvenuto con aggiustamenti davvero minimi – dice Antonio Baravalle, president brand Alfa Romeo – sulla quale abbiamo portato ai massimi livelli quel patrimonio fatto di stile, innovazione tecnica, piacere di guida proprio di tante gloriose progenitrici”. E non è un caso che Giorgetto Giugiaro, dalla cui geniale creatività nasce Brera, abbia tratto la sua ispirazione proprio dai suoi studi all’Accademia Albertina di Torino, “lavorando – sono le sue parole – intorno ad un concept di auto contemporanea, elegante, raffinata, essenziale, capace di far suo l’humus della Marca e della sua storia, esprimendo evoluzione tecnologica: requisiti, questi, propri dell’eleganza e della classicità, dei manufatti concepiti per durare nel tempo”.

Durante i giorni dell’esposizione lo spazio di Alfa Brera ha ospitato incontri, momenti di intrattenimento, presentazioni e una mostra organizzata in collaborazione con Umberto Allemandi&C, editore del Giornale dell’Arte e dedicata alle opere più preziose della casa editrice. Ma altre attività di comunicazione attendono Alfa Brera: la campagna stampa continuerà fino a maggio mentre è già partito Alfa Romeo Top Driving Experience, nove giornate di test drive nei sette più importanti autodromi italiani, con diverse ore di attività al giorno.

Un’arma di seduzione imbattibile, riservata a partecipanti accuratamente selezionati che hanno la possibilità di guidare Brera in circuito, ma anche l’Alfa 159 Sportwagon, constatando di persona la qualità delle vetture. Inoltre, possono ascoltare i consigli di guida di piloti professionisti e seguire un percorso di sicurezza nel quale verificare l’efficacia dei sistemi elettronici di controllo: VDC, ABS, EBD, HBA e MSR. Insomma, un’occasione unica per vivere in pista le emozioni che solo Alfa Romeo sa regalare.

Sia a Milano sia a Torino, il pubblico è stato invitato a salire a bordo del coupè disegnato da Giugiaro, per apprezzarne oltre al design esterno – che coniuga sportività ed eleganza – l’ambiente interno: accogliente, luminoso e molto sofisticato, grazie all’impiego di materiali pregiati e all’adozione di soluzioni innovative come l’ampio tetto in cristallo fisso che aumenta la luminosità interna e la sensazione di spazio per i passeggeri, oltre a dare maggiore slancio alla linea della vettura.

Le caratteristiche dell’auto

Rispetto alla concept-car disegnata da Giugiaro, la vettura in produzione presenta, naturalmente, alcune differenze. La più importante è certamente la rinuncia alle porte che si aprivano verso l’alto a favore di quelle tradizionali, meno affascinanti ma più pratiche. In complesso, però, lo stile poco da dire: il prototipo ha ricevuto ormai innumerevoli riconoscimenti internazionali e la Brera in commercio non passerà certo inosservata.
Cambiati, ovviamente, anche i parametri meccanici. La Brera prodotta in serie offre due motori a benzina JTS: il sei cilindri a V di 3,2 litri da 260 cavalli e il quattro cilindri 2.2 da 185. Entrambi propongono soluzioni tecniche d’avanguardia, secondo la tradizione Alfa.

Sul piano della sicurezza all’Alfa Brera non manca nulla. Dispone, infatti, di sette o otto airbag e di ogni tipo di assistenza elettronica: controllo di stabilità Vdc con antislittamento Asr e Msr, l’Hba per le frenate d’emergenza, l’Hill Holder per le partenze in salita.

Vale la pena, invece, soffermarsi sulla duttilità, non comune per un coupè. Una volta le auto sportive erano per definizione scomode: tolte le prestazioni, il resto non contava. Le dimensioni generose (quattro metri e 40 centimetri), hanno permesso ai progettisti di ricavare un’abitacolo molto spazioso per un’auto di questa categoria. Il volume del bagagliaio può passare da 300 a 610 litri di capacità ribaltando i sedili posteriori e ospitare oggetti ingombranti come le mazze da golf. Come si conviene a un’auto sportiva, il posto di guida è particolarmente curato. I sedili prevedono ogni possibile regolazione e, a richiesta, possono avere comandi elettrici con memoria.

E l’Alfa Brera ha dimostrato, invece, come sia possibile realizzare una vera auto sportiva, senza compromessi sul piano delle performance e della tenuta di strada, con le stesse caratteristiche di comfort di una berlina di lusso.
Le sospensioni, a quadrilatero “alto” per le ruote anteriori e multilink per quelle posteriori, assicurano eccellenti prestazioni dinamiche e, allo stesso tempo, un buon assorbimento delle asperità.
L’impianto di climatizzazione è di tipo bi-zona, a controllo automatico. Fra le dotazioni spiccano l’impianto Hi-Fi Sound System Bose e i più avanzati sistemi di intrattenimento e infomobilità, oltre ai sensori di pioggia per il controllo automatico dei tergicristalli, al sensore crepuscolare per l’accensione dei fari, ai sensori di parcheggio e al cruise control, disponibile su alcune versioni. La vettura, infine, può essere munita di un sistema integrato di dispositivi di protezione contro i furti.

www.alfaromeo.it