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5 – Falerno del Massico: la leggenda nel bicchiere

5 – Falerno del Massico: la leggenda nel bicchiere

Le caratteristiche di questo vinoSe per gli altri vini campani (dal Taurasi al Greco di Tufo, passando per il Fiano di Avellino) abbiamo parlato di vini con una grande storia alle spalle, nel caso del Falerno del Massico bisogna parlare di un vino leggendario. Le sue origini vanno oltre la storia per sconfinare nell’Olimpo.

Origini raccontate da Silvio Italico: “Bacco, sotto mentite spoglie, chiese ospitalità al vecchio Falerno; commosso dalla sua generosità fece nascere sulle pendici del Monte Massico viti lussureggianti”.

Leggenda a parte, il Falerno del Massico vanta un pedigree di tutto rispetto. Il suo antenato è niente di meno che il mitico Falernum. Nell’antica Roma era il vino più ricercato, più apprezzato e più costoso. Un otre di Falerno del Massico poteva costare quanto uno schiavo.
Costoso perché pregiato. Il Falernum può considerarsi la prima vera DOC mondiale. Ogni anfora di Falernum era chiusa da tappi muniti di pitaccium, speciali targhette sulle quali erano riportate l’origine e l’annata. A nessun altro vino era riservato un dettaglio così prezioso.
Molti ed illustri gli estimatori storici del Falernum: Plinio, Marziale, Orazio e Cicerone.

Oggi, purtroppo, di quella fama e di quei successi, resta ben poco. Il Falerno del Massico è praticamente sconosciuto al grande pubblico e anche a qualche “addetto ai lavori”. Peccato, ma non più di tanto. Il Falerno del Massico resta infatti un vino di nicchia, un grande vino, per grandi appassionati, e, come diciamo spesso, per tutti coloro che vogliono distinguersi per originalità e passione per le eccellenze di nicchia: anche a tavola.

Un vino ancora più intrigante perché prodotto in quantità limitate, ma in ben tre diverse tipologie: un bianco e due rossi. Il bianco è un vino di media struttura, ideale per piatti semplici e, in particolare con la pizza margherita e la mozzarella di bufala. Le due versioni “in rosso” rientrano a pieno diritto tra i vini da invecchiamento.

Il Disciplinare.
Ottenuta la DOC nel 1989, il Falerno del Massico può essere prodotto in tre tipologie.
Il Falerno del Massico Bianco, prodotto con Falanghina in purezza (un altro vitigno storico Campano) e un titolo alcolico minimo dell’11%.
Il Falerno del Massico Rosso, altra grande espressione del grande vitigno Aglianico, presente per una percentuale che va dal 60% all’80%, con la partecipazione del Piedirosso (20-40%) e l’eventuale aggiunta di Primitivo e/o Barbera (20%). Invecchia per almeno 1 anno e presenta un alcol minimo del 12,50%
Infine il Falerno Primitivo, anch’esso rosso, ottenuto, come suggerisce il nome, prevalentemente con vitigno Primitivo (min. 85%) ed il concorso di Aglianico con Piedirosso e/o Barbera (max 15%). Il titolo alcolico minimo è del 12,5%.

Nel bicchiere.
Iniziamo dal Falerno del Massico Bianco. Servito a 8-10 ° C, si presenta con un bel giallo paglierino, molto luminoso e con riflessi verdolini. Al naso, i profumi sono fragranti profondi, richiamano i frutti “caldi”, come l’ananas e la banana, oltre alla pera e l’immancabile pesca gialla. Tra i profumi floreali, la ginestra, note di salvia e di vaniglia. In presenza di bottiglie con qualche anno alle spalle, non è raro cogliere anche note di miele. In bocca, la conferma dei sentori olfattivi ed un gusto ricco ed equilibrato, seguiti da una buona persistenza.
Il Falerno del Massico Rosso, servito a 18° C, si caratterizza per un profondo, intenso colore rosso rubino. Al naso, distinti i profumi di frutta a bacca nera, frutti di bosco, viola e piacevoli note speziate. Al palato, oltre alla conferma delle sensazioni olfattive, incontriamo tannini ricchi, ma non aggressivi, un bel corpo ed una grande eleganza.
Infine il Falerno del Massico Primitivo. Temperatura di servizio 18°C. Nel bicchiere il colore rosso rubino è ancora più profondo ed intenso. I profumi diventano ancora più “scuri” con le note tostate e di cioccolato ben evidenti. Al palato, i tannini sono ben robusti, ma sempre non invadenti, con una complessità ed intensità ben evidenti.

A tavola.
Il Falerno del Massico Bianco è un vino di media struttura, ideale per accompagnare piatti “semplici” per non sovrastare gli aromi ed i profumi del vino. In particolare i frutti di mare, meglio se crudi. Il Falerno Bianco è tra quei vini indicati per accompagnare i due piatti Campani più mangiati nel mondo: la pizza margherita e la mozzarella di bufala.
Anche per il Falerno del Massico Rosso ed il Falerno del Massico Primitivo abbinamenti con piatti non elaborati, a base di carne: carni rosse e selvaggina da pelo, cotte in modo semplice, sulle braci o allo spiedo.

Per gli appassionati.
Il Falerno del Massico Rosso ed il Falerno del Massico Primitivo, possono essere prodotti anche nella tipologia “Riserva”. In questi casi, l’invecchiamento minimo è di 2 anni, dei quali 1 in botti di legno.

Aziende & Etichette.
Il Falerno del Massico è un vino prodotto da poche aziende: Villa Matilde, Nugnes (la Riserva Caleno), Moio, Gennaro Papa (Falerno Primitivo).

Danilo della Mura