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5 – Carmignano DOCG: la Storia

5 – Carmignano DOCG: la Storia

Il vino per persone non conformiste

Praticamente sconosciuto dal grande pubblico e, paradossalmente, anche da molti addetti ai lavori, il Carmignano è un’altra importante DOCG a base Sangiovese. Prodotto da un numero ristretto di produttori, il Carmignano è un vino con un lungo ed illustre passato. Un vino fortemente penalizzato dall’allargamento della zona di produzione del Chianti DOCG, che ha “invaso” il suo territorio di produzione, in provincia di Prato. Non pochi produttori che hanno preferito utilizzare le proprie uve per produrre il più famoso, e secondo alcuni più facile da vendere, Chianti DOCG, voltando le spalle al Carmignano. Una scelta, a mio personale parere, a dir poco discutibile: sacrificare una DOCG storica e con una propria identità per finire nel grande e indistinto calderone del Chianti (e neppure Classico).

Eppure il Carmignano è il vino che in altre parti della stessa Toscana molti si sono affannati a ricercare e produrre. È infatti considerato come un lontano progenitore dei famosi Supertuscan, essendo prodotto, già nel lontano passato, con Sangiovese e Cabernet.

Carmignano - Bottiglia Storica 1925Un vino storico, conosciuto già nel lontano 1300, epoca alla quale risalgono le prime tracce scritte, apprezzato a Firenze come vino di pregio e destinato alle famiglie più abbienti. Nel 1600 si produceva utilizzando il Sangioveto e l’Uva Francesca, ovvero l’uva proveniente dalla Francia. Nel 1716, Cosimo III de’ Medici, Granduca di Toscana, con un editto, dette riconoscimento legale al Carmignano, definendone la zona di produzione. Un riconoscimento importante che portò al Carmignano fama e riconoscimenti.

Purtroppo, come si diceva all’inizio, nel 1932, la zona di produzione del Carmignano fu inglobata dalla zona di produzione del Chianti. Nel 1967 l’inserimento nella sottozona del Chianti Montalbano. Non prevedendo, all’epoca, il disciplinare del Chianti, la possibilità di utilizzare il Cabernet, molte aziende abbandonarono la coltivazione di quest’ultimo. Solo nel 1975, gli “illuminati” legislatori italiani, posero rimedio al grave danno arrecato, riconoscendo al Carmingnano una propria DOC e successivamente, la meritata DOCG.

Oggi, grazie alla passione di alcuni produttori, il Carmignano, lentamente e con non poche difficoltà, tenta di riconquistare il posto che si merita, all’interno del panorama enologico italiano.

La sua zona di produzione è racchiusa tra i paesi di Carmignano e Poggio a Caiano, in provinca di Prato. In base al disciplinare, può essere prodotto con Sangiovese (minimo 50%), Canaiolo Nero (fino al 20%), Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon (dal 10% al 20%), Trebbiano Toscano, Canaiolo Bianco e Malvasia del Chianti (da sole o congiuntamente per un massimo del 10%). Inoltre possono essere utilizzate altri vitigni a bacca rossa, autorizzati, per un massimo del 10%. La gradazione alcolica minima è 12,5%.

Difficile da trovare in una normale carta dei vini di un normale ristorante, o sugli scaffali alti delle enoteche. Una bottiglia di Carmignano è un biglietto da visita di chi ve lo offre: una persona che non ama i facili sentieri battuti da molti, una persona che del vino e del cibo ama scoprire anche il lato culturale e storico.

Nel bicchiere, il Carmignano non è avaro di emozioni. Un vino dal forte carattere che richiede oltre due anni di invecchiamento (dei quali otto mesi in botte), che salgono ad oltre tre anni (dei quali dodici mesi in botte) per la Riserva. Un vino da invecchiamento. Con il tempo, il suo colore rosso rubino si ingentilisce tendendo al granato. Il profumo intenso e vinoso, tipico dei vini giovani, diventa più fine. Come per i grandi vini rossi, deve essere servito ad una temperatura di 18 gradi ed all’interno di bicchieri ampi.

Come detto, il Carmignano è per persone “non conformiste”. A tavola, quindi, difficilmente lo troveremo abbinato alla solita Fiorentina. Meglio le preparazioni che richiedono passione, cura e tempo, come un piatto di selvaggina da piuma (fantastico con il Fagiano) cotto in casseruola di terra cotta.

Aziende:
Ambra, Capezzana, Piaggia.

Danilo della Mura