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Intervista a Orie Horiuchi

Talento emergente, presenterà le sue ultime creazioni a Milano Vende Moda prima di partire per Parigi

Dopo New York e Londra, anche Milano sta per puntare i riflettori sulle sfilate e gli eventi con cui verranno presentate le nuove collezioni donna per la primavera/estate 2007. Tanti saranno i brand e gli stilisti, i protagonisti di sempre e i volti nuovi che si avvicenderanno, portando avanti le proprie idee e le proprie creazioni.

Prima di Milano Vende Moda, abbiamo incontrato presso Guest Square – uno spazio di aggregazione di stilisti e designer emergenti, di società e professionisti nel campo dell’innovazione, della creatività e dell’equosolidale – Orie Horiuchi, fashion designer emergente, che partirà dopo la manifestazione milanese per la Francia, scelta da una casa di moda, grazie al suo eclettismo e alla peculiarità dei tessuti, per disegnare le prossime collezioni autunno-inverno e primavera-estate.

Sorriso solare, timida ma determinata, Orie Horiuchi, nata a Hiroshima nel 1974, è da pochi anni in Italia, ma ha già alle spalle esperienze significative, come la collaborazione col Shizuoka performing arts center, teatro giapponese famoso per le produzioni estremamente contemporanee, che l’ha scelta per la creatività e l’innovazione dei materiali da lei creati.

Come è nata la tua passione per la moda?

È nata quando ero bambina e sfogliavo i giornali di mia madre. Ammiravo le pubblicità di brand come Gucci e Chanel e le trovavo molto affascinati. Da lì è scaturito l’amore per il fashion design che mi ha portato a Milano. Quando stavo in Giappone ho provato a occuparmi di altro, dedicando alla moda solo il mio tempo libero. Poi mi sono resa conto che la mia strada era la moda e sono partita per l’Italia.

Cos’è per te la bellezza?

La bellezza è dare una nuova forma alle cose: ad esempio, può essere bello anche un semplice foglio di carta se viene modificato nella sua figura e vengono aggiunti altri materiali come alluminio, gli acrilici o la plastica.

Come nascono i materiali?

Provo e sperimento tante tecniche diverse. Creo i tessuti dando molta importanza alle forme e con una particolare attenzione ai colori. Ad esempio, per arrivare a un determinato effetto posso sovrapporli, cucirli assieme e unire l’acrilico. Un risultato completamente diverso si ottiene invece accostando la carta velina con l’acrilico e i colori rilievo.

L’esperienza che ti ha dato più forza e ti ha formato di più nel campo della moda?

Guest Square perché senza di loro non potrei essere qui.

L’esperienza che ti ha divertito di più?

L’esperienza più divertente è creare materiali e trovare nuove idee: proprio dal gioco e dalla sperimentazione nascono nuovi tessuti e nuove forme.

C’è qualche stilista, artista, periodo storico, paese che ammiri particolarmente e a cui ti ispiri?

Non mi affascinano solo Giappone e Italia: mi ispiro a tante culture diverse, a tanti stilisti e artisti. In particolar modo amo la scultura, di tutte le epoche. Soprattutto mi ispiro al design, che per me è quasi un tutt’uno con la moda: sono molto legati. Ci si può comunque ispirare a tutto, anche alle cose più insignificanti, anche al tavolo, volendo.

I prossimi impegni?

Il prossimo è Milano Vende Moda, dopodiché partirò per Parigi. Un’azienda di moda mi ha chiesto di disegnare i modelli delle sue prossime collezioni. Dopo Parigi, seguirò un progetto in Giappone: lo Shizuoka performing arts center, con cui ho già collaborato nel 2005, mi ha chiesto nuovamente di creare i decori per il teatro.

Cosa consigli a chi vuole diventare stilista? Quali difficoltà si incontrano per avere successo?

Per riuscire devi innanzitutto amare il tuo lavoro. Per quanto riguarda le difficoltà, per un designer emergente il problema più grosso è quello di trovare gli investimenti per poter produrre un capo o una collezione in larga scala.

www.guestsquare.com