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Gucci, Alessandro Michele: «Diserto le sfilate come atto d’amore»

Gucci, Alessandro Michele: «Diserto le sfilate come atto d’amore»

Delle canoniche cinque sfilate annuali, una Cruise, due per la donna e due per l’uomo, resteranno due show soltanto. Come aveva spiegato Giorgio Amani è nata una necessità tutta nuova di rallentare e dilatare le tempistiche, rendendo così la moda meno consumistica. «Rallentare la creatività, sì: quanto stanno le nostre belle cose in vita? Troppo poco. Voglio utilizzare ciò che c’è già: lo stile che va rispettato. È un monito anche per me, una carezza alle meraviglie sui banchi». È così che Alessandro Michele si espone…

Lo stile che va rispettato, a cura di Alessandro Michele

«Nel mio domani, abbandonerò il rito stanco delle stagionalità e degli show per riappropriarmi di una nuova scansione del tempo, più aderente al mio bisogno espressivo. Ci incontreremo solo due volte l’anno, per condividere i capitoli di una nuova storia. Si tratterà di capitoli irregolari, impertinenti e profondamente liberi. Saranno scritti mescolando le regole e i generi. Si nutriranno di nuovi spazi, codici linguistici e piattaforme comunicative»

«Non sono la Camera della Moda e non mi sento in deficit, dico solo che usciamo come Gucci dal macro-sistema: ne avevamo bisogno per ritornare a gareggiare sulle nostre piste, per rallentare: io e tutta la filiera. Non una diserzione, allora ma un atto d’amore. E una conversazione aperta. Uno spiraglio d’aria per far rinvenire altre realtà. Per ritrovarci di nuovo. Saremo pronti in ottobre, mentre a luglio usciremo con una storia, ”Epilogo” e sarà il completamento del progetto dello show “scoperchiato” e misterioso di febbraio, chiuderò quel cerchio: al posto dei modelli ci saranno i nostri dipendenti. Spero però che poi ci si ritroveremo tutti in spazi più reali». Alessandro Michele

«Le sfilate dove si fa avanti e indietro non mi piacciono. Mi sento come un operaio del circo, voglio lavorare sia con i leoni sia con i trapezisti. Sarà meraviglioso fare cose nuove. Ma ripeto, non è una secessione da altri calendari ma una dichiarazione di intenti di rallentamento: facciamole più tardi, per esempio, servirà anche ai piccoli che non resteranno più schiacciati da queste corse. È un invito, che comunque sia Gucci seguirà. Termini come cruise non hanno più senso, oggi. Né le pre-collezioni o le quattro stagioni. Io vedo solo la primavera e l’inverno. Dunque due collezioni. E poi ci sono gli abiti, nei negozi: mi piacerebbe restassero di più. Sto gia pensando di usare alcuni capi di questa stagione nella prossima». Alessandro Michele

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