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Premio Strega 2013, vince Walter Siti

Con il libro “Resistere non serve a niente”

Il vincitore della 67esima edizione del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci in collaborazione con Liquore Strega, è Walter Siti con il suo “Resistere non serve a niente”, edito da Rizzoli.

Incamerando ben 165 preferenze, Siti ha staccato di 87 voti il secondo classificato, Alessandro Perissinotto in gara con il libro “Le colpe dei padri” (Piemme). Terzo in lista, a un solo punto di distanza, Paolo Di Paolo con “Mandami tanta vita” (Feltrinelli).

Nella cinquina di testi finalisti anche “Figli dello stesso padre” (Longanesi) di Romana Petri e “Nessuno sa di noi” (Giunti) di Simona Sparaco.

Cinquina di finalisti del Premio Strega 2013

Dopo la proclamazione Walter Siti, originario di Modena ma residente a Roma, ha detto: “non dedico il premio a nessuno in particolare. Ci sono persone a cui tengo e spero il libro sia stato scritto per loro”.

Su 460 aventi diritto hanno votato in 412, dei quali 168 elettronicamente; 3 le schede bianche. Il seggio è stato presieduto da Alessandro Piperno vincitore della scorsa edizione del premio grazie al titolo “Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi”.

Le vacanze estive sono l’occasione giusta per approfondire la conoscenza delle ultime fatiche di questi scrittori.

Chiudiamo con qualche riga tratta dalla quarta di copertina del volume vincitore del Premio Strega 2013: “Walter Siti, col suo stile mimetico e complice, sfrutta le risorse della letteratura per offrirci un ritratto ravvicinato di Tommaso: ex ragazzo obeso, matematico mancato e giocoliere della finanza; tutt’altro che privo di buoni sentimenti, forte di un edipo irrisolto e di inconfessabili frequentazioni. Intorno a lui si muove un mondo dove il denaro comanda e deforma; dove il possesso è l’unico criterio di valore, il corpo è moneta e la violenza un vantaggio commerciale. Conosciamo un’olgettina intelligente e una scrittrice impegnata, un sereno delinquente di borgata e un mafioso internazionale che interpreta la propria leadership come una missione. Un mondo dove soldi sporchi e puliti si confondono in un groviglio inestricabile, mentre la stessa distinzione tra bene e male appare incerta e velleitaria”.

"Resistere non serve a niente"