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Zeis, crescere nonostante le difficoltà

Zeis, crescere nonostante le difficoltà

L’AD, Francesco Pizzuti

Molte aziende, quando attraversano un periodo di crisi generale come quello che sta caratterizzando il mercato mondiale, tirano i remi in barca e si chiudono in se stesse, aspettando che la tempesta si plachi. Ci sono altre realtà, invece, che diventano ancora più aggressive e propongono continue novità. Zeis Excelsa è una di queste. Il calzaturificio di Montegranaro (in provincia di Ascoli Piceno), in poco più di un anno ha acquistato il marchio Virtus Palestre (calzature e abbigliamento casual), vero e proprio brand cult degli Anni ’80, ha siglato l’accordo di licenza con Pinko per la produzione di una collezione di calzature donna e bambina, oltre ad aver apportato molteplici soluzioni innovative sulle scarpe dei brand Merrel, Bikkembergs e Sebago. “Questa situazione generale infelice – spiega Francesco Pizzuti, amministratore delegato di Zeis Excelsa – è diventata per noi fonte di cambiamento. Infatti, abbiamo dovuto muoverci con tempistiche molto veloci per interpretare in maniera rapida i cambiamenti. Oggi il consumatore finale viene bombardato continuamente da nuove offerte e noi dobbiamo stare al passo… anche se costa molti sforzi“. Sforzi ripagati, però, dai numeri, visto che l’azienda è cresciuta lo scorso anno del 6% raggiungendo il fatturato di 115 milioni di euro e conta di replicare per quest’anno la percentuale di crescita.

Ultimi, ma solo in ordine di tempo, i vostri progetti Sebago e Virtus Palestre…
Questi due marchi stanno cavalcando un’onda comune, ovvero il trend che vede un ritorno degli Anni ’80. Sebago in quegli anni era una vera e propria icona per una fascia di consumatori che amava il mood New England marinaro. Noi pensiamo che questo marchio possa tornare ai fasti passati e quindi vogliamo comunicare con i figli o i nipoti dei consumatori che sceglievano Sebago in quegli anni.

In che modo?
Per farlo stiamo lavorando con i negozianti più pronti all’innovazione ,perché dobbiamo riuscire a trattare questa icona in maniera un po’ dissacrante, dobbiamo “vestire di nuovo” questo blasone. In questo filone rientra l’iniziativa fatta in esclusiva con Gerard Loft (negozio di tendenza di Firenze, ndr) per il quale abbiamo realizzato quaranta paia di Sebago limited edition autografate da Giovanni Soldini.

E per Virtus Palestre?
Con Virtus è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Dopo esserne stati i licenziatari per le calzature per oltre due anni, abbiamo deciso di acquistare il marchio.

Per quale motivo?
Quello che ci ha colpito è l’italianità. Infatti, molti brand italiani di sportswear scelgono nomi stranieri mentre Virtus è vero orgoglio italiano già nel nome che è addirittura latino. Questo progetto esce del tutto dalla filosofia aziendale, perché si tratta di un prodotto prevalentemente di abbigliamento. Il mio obiettivo è di far ritornare Virtus Palestre un made in Italy completo nel giro di qualche stagione.

Le vostre proposte sono tutte declinate al maschile, nessuna novità per le signore?
Effettivamente la nostra è un’azienda con un dna maschile, ma ci rendiamo conto che il mercato è dominato dalle donne. Per questo stiamo ragionando su un progetto al femminile, dobbiamo solo decidere se con una linea nostra o con l’acquisizione di una licenza.

Alessandra Iannello