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Tra arte e scienza

Tra arte e scienza

Le mostre tra strumenti scientifici e oggetti artistici

Dopo aver dato un’occhiata alle mostre dedicate all’arte e ai suoi protagonisti, ecco una breve rassegna per chi ama approfondire la conoscenza dei mondo scientifico e della sua storia nell’autunno 2009.

Protagonista è ancora una volta l’esplorazione del cielo, con la mostra di chiusura dell’Anno Internazionale dell’Astronomia e Galileiano organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo,  con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’Agenzia Spaziale Italiana e ospitata dal Palazzo delle Esposizioni di Roma. “Astri e particelle. Le parole dell’universo”, in programma dal 27 ottobre al 14 febbraio, racconta la scienza, gli uomini e i grandi esperimenti che oggi studiano l’Universo. Si potranno ammirare telescopi e rivelatori di radiazione cosmica, ospitati negli ambienti più estremi del pianeta per decifrare e interpretare le parole dell’Universo e nello Spazio e molto altro. Durante il percorso i visitatori saranno coinvolti nel lavoro degli scienziati che ascoltano e interpretano i messaggi del Cosmo per misurare le dimensioni e l’età dell’Universo e studiare la sua composizione, per immaginare come si evolverà o risalire indietro nel tempo fino ai primi istanti della sua vita, ricreandoli, addirittura, in laboratorio. Gli scienziati di oggi e di ieri accompagneranno virtualmente il pubblico per scoprire quali siano le grandi sfide scientifiche del nostro tempo che impegnano i ricercatori di tutto il mondo.

A Firenze è di scena “Firenze Scienza”, rassegna articolata in quattro diverse esposizioni che saranno inaugurate tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Il percorso espositivo presenta migliaia di oggetti, strumenti, reperti, oltre a dipinti, disegni, sculture di particolare valore e rarità. Lo scopo è di rievocare la straordinaria stagione pre-unitaria in cui Firenze fu la capitale intellettuale d’Italia e uno dei centri europei del sapere scientifico, la città dove videro la luce, tra gli altri, il primo telegrafo, la prima telescrivente, i primi esperimenti sul telefono, perfino il primo motore a scoppio. Ciascuna con le proprie competenze, le quattro rassegne propongono un viaggio affascinante in questo passato prossimo ricco di scoperte e di promesse.

A Palazzo Medici Riccardi è in programma dal 1 novembre “ Firenze 1829. Arte, scienza e società” con dipinti, sculture, disegni, suppellettili e strumenti scientifici provenienti da musei e istituti italiani e da raccolte private che illustrano l’urbanistica, il gusto e gli interessi collezionistici, filantropici e di progresso della Firenze pre-risorgimentale. “La Tribuna di Galileo e la Specola fiorentina” – aperta come le altre due mostre dall’8 novembre – presso il Museo di Storia Naturale, Università di Firenze – Sezione zoologica La Specola mette in mostra cere botaniche e anatomiche, manufatti naturalistici, telescopi, modelli funzionanti. Alla Specola per la prima volta sarà aperto al pubblico il Torrino, ovvero l’antico osservatorio astronomico. Il Museo di Storia della Scienza – Museo Galileo ospita “La Fisica a Firenze nell’Ottocento. Macchine e modelli da utilizzare” che illustra lo sviluppo delle discipline fisiche nell’Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale fondato dal granduca Pietro Leopoldo con macchine e modelli funzionanti a disposizione del pubblico. “La didattica delle scienze nell’800” è in programma alla Fondazione Scienza e Tecnica – Gabinetto di Fisica con macchine e attrezzature delle collezioni lorenesi per l’insegnamento delle scienze.

Non può non essere protagonista, ancora una volta Leonardo da Vinci. Oltre alle rassegne di Vigevano, al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano è in programma “Leonardo e il cantiere del Duomo di Milano”. La realizzazione del grandioso progetto architettonico della Cattedrale, che fu portata a compimento nel corso di diversi secoli, vide protagonisti personaggi chiave della storia cittadina come Gian Galeazzo Visconti, Francesco Sforza e Ludovico il Moro. Leonardo da Vinci, negli anni in cui visse a Milano fu curioso spettatore del cantiere e diede il suo contributo, insieme ad altri importanti architetti come Bramante, alla decisione sulla forma del tiburio.
Il cantiere del Duomo non solo fu strettamente connesso allo sviluppo culturale e sociale della città, creò anche un legame con il territorio. Basti pensare che le cave da cui proviene il marmo utilizzato si trovano a Candoglia e Ornavasso, paesi all’imbocco della Val d’Ossola, e da lì i blocchi raggiungevano il cantiere via acqua, attraverso il Lago Maggiore e poi lungo il Ticino e il Naviglio Grande. Entravano quindi nel Naviglio interno fino al Laghetto, il porto situato vicino al cantiere.
Ancora oggi il lavoro della Fabbrica del Duomo non si interrompe. Lo stesso marmo rosa continua a essere lavorato dagli scalpellini per restaurare o sostituire le sculture e gli elementi decorativi usurati dal tempo.

Le diverse sfaccettature di questa impresa saranno esplorate attraverso tre modalità: un multimedia, in cui conoscere i protagonisti storici della vicenda, interpretati in modo inedito, e “visitare”, come in un videogioco, il Duomo in cinque diverse epoche storiche, un percorso di laboratorio, dedicato alle attività dello scalpellino, un’animazione teatrale, realizzata in un’area appositamente allestita attigua alla Galleria di Leonardo, in cui il pubblico del Museo si immergerà nella vita del cantiere e scoprirà l’importanza che ha avuto nello sviluppo culturale e sociale della città.

A Venezia presso le Gallerie dell’Accademia fino al 10 gennaio è possibile ammirare con “Leonardo – L’uomo Vitruviano fra arte e scienza” il celeberrimo disegno di Leonardo raffigurante le proporzioni umane secondo i canoni antropometrici dell’architetto romano Vitruvio Pollio del II secolo d.C. a sette anni dalla sua ultima apparizione in pubblico.

Il foglio, eseguito a Milano intorno al 1490, rappresenta uno studio di proporzioni del corpo umano inserito nel cerchio e nel quadrato, le figure geometriche ritenute perfette da Platone, disegnate però non concentriche, bensì costruite in relazione tra loro secondo i modi della Sezione Aurea. Così il centro del cerchio coincide sul l’ombelico, e quello del quadrato cade all’altezza dei genitali; come questi indicano l’origine fisica, così l’ombelico rimanda a quella spirituale. Ed è proprio nell’idea geniale di raffigurare contemporaneamente le due potenzialità geometriche, tramite la applicazione di regole matematiche produttrici di un’armonia che sconfina nella musica, che l’artista realizza una rappresentazione armonica, in una sintesi che resta insuperata. La duplice postura della figura umana, inoltre, accentua l’andamento oltremodo cinetico dell’immagine, in un gioco di mutazione continua che, unito al concetto umanistico dell’uomo come specchio dell’universo, ne fa un simbolo di perfezione classica del corpo e della mente, umana e divina, quindi del microcosmo, riflesso del cosmo intero, a misura d’uomo: un valore universale, quindi, che in quanto tale che racchiude in sé un’incancellabile aspirazione al futuro che lo renderà sempre attuale. Non a caso la NASA lo ha scelto quale emblema per il suo programma di esplorazioni spaziali. Stupisce, allora, come il disegno nella critica non abbia ricevuto altro che sporadici commenti, gli storici dell’arte considerandolo piuttosto illustrazione scientifica e gli storici della scienza privo di vero contenuto innovativo.

L’esposizione sarà corredata da un apposito apparato didattico, predisposto anche per disabili visivi, e con applicazioni multimediali. Un video con ipotesi di ricostruzioni geometriche e proporzionali del disegno, alla luce degli studi più recenti, e una serie di videoproiezioni grande formato che illustrano il contesto storico e culturale in cui è stato realizzato il documento artistico.

http://www.palazzoesposizioni.it/

http://www.firenzescienza.it/

www.museoscienza.org

http://www.artive.arti.beniculturali.it/Accademia/Frame%20accademia.htm

Caterina Varpi

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