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Sal Oppenheim Polo Open

Sal Oppenheim Polo Open

Una festa di classe e sportività Passeggiando per i lunghi viali alberati del Polo Club Schloss Ebreischdorf, si ha la sensazione di avere fatto un salto indietro nel tempo: l’immagine del castello riflessa nel laghetto pieno di ninfee, il ponte che porta al sontuoso ingresso… E’ in questa tenuta, di proprietà della famiglia Drasche da più di 800 anni, che ha luogo il Sal Oppenheim Polo Open. Più di mille invitati, quattro team con giocatori provenienti da cinque nazioni e, nonostante condizioni meteorologiche non del tutto favorevoli, uno spettacolo davvero unico, come solo il polo sa dare.

Non sono però state solo l’eleganza del pubblico che, servito da camerieri in livrea, osservava mesmerizzato i match, né la grinta con la quale i giocatori, incuranti della pioggia che cadeva a dirotto, si battevano in campo, a contraddistinguere questo evento. Infatti, altra caratteristica saliente è stata la sportività, che ha raggiunto il suo culmine durante la finale quando, a causa del maltempo, ancora una volta è stato necessario prendere delle decisioni. A metà del secondo tempo, l’arbitro ha chiamato a sé i due capitani, Walter Scherb per il team Sal Oppenheim e Werner Graf per il team Veuve Cliquot, e ha chiesto loro cosa volessero fare: continuare a giocare, rischiando, oppure interrompere la partita. Scherb, con grande classe, pur essendo in svantaggio, ha scelto la sicurezza dei suoi compagni di gioco, acconsentendo alla sospensione e rinunciando così alla possibilità di vincere. La sua decisione gli ha fruttato non solo un secondo posto, ma anche il meritato premio ‘fair play’.

Come sempre accade nel mondo del polo, oltre alle partite, anche una serie di altri eventi ha intrattenuto i presenti per la durata del torneo: una cena di gala per i giocatori al famoso ristorante Viennese Do & Co, il classico asado argentino nelle scuderie, il cocktail di benvenuto all’ombra del grande castello e sotto allo sguardo vigile del cigno Hansi – il cui atteggiamento non ha lasciato dubbi circa la sua convinzione di essere il vero padrone di casa -, l’asta di beneficenza e la festa nella tenda a bordo campo, una tensostruttura a due piani, che è andata avanti ben oltre la cerimonia di premiazione.

Con il calare della sera, e nonostante l’interruzione dei match, l’atmosfera era indubbiamente delle migliori: i giocatori sorridenti hanno ritirato i premi. Gli spettatori, soddisfatti dalla giornata unica, sono rientrati nella loro case. Ancora una volta, dunque, il gioco del polo e il mondo del polo hanno stregato chi ne è venuto a contatto, non solo per l’intensità dello sport in questione, ma anche per la sua classe che ben rappresenta ciò che lo sport dovrebbe essere: il desiderio di partecipare per il piacere di farlo e la completa soddisfazione, indipendentemente dai risultati in campo.

Allegra Nasi