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Rasatura: la storia

Dalla preistoria ai giorni nostri un viaggio che ripercorre la storia di uno dei gesti più comuni degli uomini
C’è chi ritiene la rasatura un fastidio, chi un rito, chi un momento di intimità, c’è chi si rade tutti i giorni chi solo un paio di volte alla settimana o meno.

È un’operazione che si ripete dall’età della pietra, quando per mostrare i denti, l’uomo ha cominciato a togliersi i peli usando, sembra, due conchiglie come pinzette. Da qui la storia dei rasoi e degli strumenti della rasatura è stata molto lunga, attraversando aspetti della cultura, della moda, della religione di popoli diversi.

Furono gli egizi a introdurre il rasoio, che aveva all’epoca forma di coltellino con la punta leggermente ricurva, mentre gli etruschi lo perfezionarono. Per un oggetto più simile ai rasoi usati dai barbieri si deve aspettare il 333 a.C., con l’imposizione di Alessandro Magno a tutti i suoi soldati di radersi ogni giorno per motivi militari: per questo fu creato un rasoio più pratico, che poteva ripiegarsi nel manico.

Se a Roma nasce la prima bottega di barbiere e questo diventò una figura tutto fare, che aveva anche il ruolo di dentista e di compiere piccoli interventi chirurgici, dobbiamo aspettare il coltellinaio francese Jean Perret e il 1770 per un’innovazione significativa nel campo degli strumenti della rasatura con l’affilatissimo rasoio à rabot. Da qui si sono fatti diversi passi avanti sia per quanto riguarda la precisione e la sicurezza fino ad arrivare alla rivoluzione del 1895 di King Camp Gillette con il rasoio a lametta. Il rasoio diventa economico, un bene di largo consumo da impiegare quotidianamente a casa propria senza doversi recare dal barbiere.

Da qui le novità si sono susseguite rapidamente, dal primo rasoio elettrico, lo lo Schick, a quelli di ultima generazione come il Braun Pulsonic, il primo rasoio al mondo dotato di tecnologia pulsante sonica.

Braun Pulsonic

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