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Pitti Uomo 81: couture a Firenze

Pitti Uomo 81: couture a Firenze

Fra classico e avanguardia sfilano gli ospiti più attesiTempo di guest star a Pitti Uomo 81, la kermesse che in questi giorni sta ospitando le anticipazioni dell’autunno inverno 2012-2013.

La couture come nuova estetica per l’uomo di Valentino, un omaggio alla prima sfilata del couturier nel 1962 alla Sala Bianca a Firenze.
Questo il concetto che scaturisce dalle proposte della maison disegnate da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli. Anche la location, Palazzo Corsini, è stata trasformata in una sartoria con i ragazzi che attraversano sette sale della storica dimora dove sono sistemate poche sedie per poter vedere gli abiti da vicino.

“L’approccio couture – dice Pierpaolo Picciolicon cui abbiamo affrontato questa stagione, ci ha permesso di dare agli abiti un’unicità lussuosa. Abbiamo inserito dettagli sartoriali in ogni capo…perfino in quelli più sportivi”. Comunque lo sportwear di cui parla Piccioli è sempre elegante, una declinazione urbana scelta da un uomo che vuole stare comodo senza abdicare all’eleganza.

“L’idea di base – continua Maria Grazia Chiuri è il guardaroba maschile. Infatti, diversamente dalla donna che ha una visione più stagionale della moda, l’uomo ha dei capi che lo seguono per anni. Penso al cappotto, alla giacca che vengono riposti quando passa la stagione e ripescati l’anno dopo perché sempre attuali”.
L’ispirazione viene dal mondo del cinema, quel cinema anni ’50 che vedeva in Cinecittà la sua mecca e che aveva come riferimento Mastroianni e i film in bianco e nero di Antonioni e Pasolini.
Ne nascono silhouette asciutte create da materiali preziosi quali il feltro di cachemire, la baratea di lana/seta, mischie lana/nylon, cotone dry, denim giapponese e pelle.
Le lavorazioni sono ultra-tecnologiche come nella giacca leggerissima ma sostenuta grazie all’accoppiature di interfacce in crine che sostituiscono le fodere o come nelle maglie in cachemire doppiato o nelle nastrature termosaldate che sostituiscono le cuciture.
A completare gli outfit cravatte a due toni di colore, clutch con porta iPad e shopper in cuoio, scarpe stringate e occhiali da sole in metallo smaltato.

Altra guest star di questa 81esima edizione di Pitti è Hardy Amies.
Claire Malcom, la designer del brand, si è ispirata a un film degli anni ’30, La danza delle luci, per un uomo che rappresenta il vero gentleman moderno.
In passerella la rivisitazione delle regole di Savile Row in chiave contemporanea. A illuminare e attualizzare le forme, borchie e stampe in metallo su cravatte, maglie e calzature (realizzate con l’inglese Mr. Hare).
L’abito è per la stilista inglese l’armatura dell’uomo moderno e come tale ha bagliori metallici. Ad amplificare il concetto di protezione ecco il bomber in tessuto riflettente e il montone lavorato come flanella.
Il nuovo dandy inglese indossa anche camicie in seta stampata su pantaloni morbidi e completa il suo look con giacche corte mentre la maglieria è decorata con ricami tridimensionali.

Dalla Londra degli anni ’30 alla New York degli anni ’80 dello Studio 54.
Questo il viaggio che conduce alla performance di Emiliano Rinaldi che si è tenuta in serata alla discoteca Yab.
La ricostruzione vede donne e uomini che si incontrano in discoteca per mangiare (lo stilista ha pensato anche a un menù retrò fatto di cocktail di gamberetti in salsa rosa e tartine varie innaffiate da bollicine, dalla modaiola “spuma bionda” e dalla reminescente acqua all’Idrolitina) vestiti con abiti che sembrano arrivare proprio da quell’epoca. Così via libera ai pantaloni a zampa, alle giacche a scacchi per lui e ai doppiopetto (senza collo ma con grandi revers) per lei.
Sempre per la donna ecco le camicie lunghe dalle maniche a sbuffo da portare sotto il chiodo in pelle morbida. La maglieria è unisex e rigorosamente fatta a mano.

Ospite speciale di Pitti W 9 è stata Olympia Le-Tan, giovane fashion designer francese, ideatrice di alcune delle più eccentriche e acclamate collezioni di borse e accessori delle ultime stagioni. Grazie alla loro originalità le creazioni di Olympia hanno attirato l’attenzione di riviste, celebrities e collezionisti di tutto il mondo, diventando in poco tempo dei piccoli oggetti di culto.
Nelle stanze del museo Bellini è stata ricreata un’atmosfera parigina per la mostra “Sei borsette in cerca d’autore”, un progetto speciale realizzato da Olympia per Pitti W e per Firenze.

“Sono felicissima e onorata di partecipare al prossimo Pitti W – ha detto Olympia Le-Tanho studiato letteratura italiana all’università e sarei dovuta venire a Firenze per un anno di studio all’estero, ma sfortunatamente non mi è stato possibile. Per questo sono entusiasta di cominciare a frugare tra i miei vecchi libri di Dante, Boccaccio, Pirandello, Verga e Manzoni, per vedere quali di questi potrebbe essere perfetto per una delle mie bags”.

Chiude la rassegna degli invitati speciali Andrea Pompilio che ha scelto come location l’Alcatraz della Stazione Leopolda. Uno spazio che ricorda la celebre prigione di San Francisco, dalle molteplici scalinate e terrazze da cui sono usciti i modelli protagonisti della sfilata.
Simbolo della stagione la scimmia che lo stilista riprende su camicie, scialle e borse. La pelliccia grunge del primate, o la sua imitazione, la fa da padrona in tanti capi dal giaccone in montone rovesciato al cappotto in lana mohair, fino alle calzature in pelliccia.
A completare le proposte gli accessori, oltre alle scarpe realizzate con Pelluso, ecco le cinture firmate Orciani, i guanti di Mario Portolano e infine le borse disegnate con Leu Locati.

Alessandra Iannello