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La Moda Uomo vista a Parigi

La Moda Uomo vista a Parigi

In scena l’autunno inverno 2012-2013Il tempo vola, specie per il mondo della moda, avverso per definizione ad ogni forma di lentezza e staticità.

Così, senza neanche aver avuto modo di rielaborare gli input arrivati dall’ultimo Milano Moda Uomo, siamo stati colpiti dalle nuove proposte per l’autunno inverno 2012-2013 venute da Mode à Paris, che dal 18 al 22 gennaio scorsi ha visto i nomi più noti della moda maschile presentare le proprie collezioni.

Una cosa però, salta subito all’occhio, confrontando l’evento meneghino e quello appena chiusosi a Parigi. Malgrado l’estrema vicinanza temporale tra i due, la distanza tra le proposte viste nelle due capitali della moda mondiale pare profonda: tanto sobria, “tradizionale” e quasi austera quella milanese, quanto eccentrica e ardita quella parigina.

Nel pomeriggio del 18 gennaio, ad aprire le sfilate a Parigi è stata la collezione Y. Project by Yohan Serfaty, seguita da John Lawrence Sullivan. A seguire una delle collezioni più attese della giornata, quella di Mugler, che ha proposto tagli ispirati alle uniformi militari, riviste però in chiave futuribile.

Dopo è stato il turno di Christian Lacroix, la cui collezione autunno inverno 2012-2013 è sembrata invece un esercizio di scomposizione e ricomposizione di stili provenienti dal passato, con un ammiccamento particolare alla moda degli anni ’80. A chiudere la prima giornata è stato invece Ami Alexandre Mattiussi.

La mattinata del secondo giorno è stata aperta da 3.1 Phillip Lim, che ha presentato una collezione all’insegna dell’informalità, con abiti “normali” indossati talvolta in maniera inconsueta, con una netta prevalenza di gradazioni di bianco e di nero, capaci di restituire una certa sensazioni di eleganza.

A seguire la collezione Kolor e Issey Miyake, con quest’ultimo che ha portato in passerella capi colorati e comodi, con un inclinazione eco friendly grazie a tessuti realizzati dal riciclo di bottiglie di plastica. È stato poi il turno di Rick Owens, che a sua volta ha ceduto il passo a Viktor&Rolf, con la sua collezione che strizza l’occhio alle divise dell’armata rossa, con colbacchi di pelo e giubbotti da pilota.

Louis Vuitton, come da tradizione del brand, ha invece portato in passerella il viaggiatore, l’uomo di mondo che lascia all’accessorio e al dettaglio il compito di parlare di se, mentre preferisce vestire in maniera classica.

Alexis Mabille ha poi preceduto Jean Paul Gaultier, che ha proposto una collezione dal gusto gitano, dominata da una particolare stampa mattone. Sulle passerelle si sono poi succeduti Yohji Yamamoto e Dries Van Noten. Il secondo ha portato a Parigi capi che sembrano opere di pittura, con stampe su giacche e pantaloni che rimandano all’espressionismo e all’arte astratta. Adam Kimmel e Steffie Christiaens hanno chiuso la giornata.

Ad aprire la giornata di venerdì 20 gennaio è stata la collezione di Junya Watanabe, seguita da quella attesissima di Yves Saint Laurent, che ha proposto abiti sobri dal taglio sartoriale, con dettagli in pelle nera e scarpe con inserti in metallo come unica distrazione.

Si sono poi date il cambio in passerella le proposte di Julius, Gustavolins, Juun J., Kris Van Assche e Boris Bidjan Saberi, che hanno preceduto il trio Comme des Garçons, Givenchy e John Galliano.

Comme des Garçons ha messo in mostra una collezione dove la commistione tra capi maschili e femminili è spinta fino all’eliminazione di ogni barriera di genere, dominata da un gusto dark che trova la sua più compiuta espressione in cappelli neri dal taglio insolito.

Il rosso è invece stato il tema dominante della collezione Givenchy, unito a camicie dalle vistose decorazioni e cappotti sagomati. I modelli hanno sfilato tutti con un curioso anello al naso. Un espediente forse per rendere il tutto più originale.

John Galliano ha portato invece in passerella una sorta di ritorno al passato, con capi ispirati alla Chicago degli anni ’30, dove è possibile trovare boss della mala con tanto di completo gessato ma anche personaggi che sembrano usciti da fumetti dell’epoca, con caschi e giacche da aviatore.

Il quarto giorno, la prima collezione ad andare sulle passerelle è stata quella di Maison Martin Margiela, caratterizzata da capi dal taglio classico ma reinventati attraverso l’utilizzo di nuovi tessuti. Qualcosa di simile propone anche Kenzo, benché qui a rendere originali i capi più classici siano colori vivaci e stampe fantasiose.

Walter Van Beirendonck, Ann Demeulemeester e Bernhard Willhelm si sono poi succeduti sulle passerelle, lasciando in seguito spazio a Dior, la cui collezione presenta vaghi richiami allo stile militare e all’iconografia dell’agente segreto.

È stata poi la volta di Wooyoungmi, Cerruti, Miharayasuhiro e Damir Doma. In chiusura di giornata è arrivata anche la collezione autunno inverno 2012-2013 di Hermès, caratterizzata come sempre da abiti sobri dal taglio classico, arricchiti da dettagli in materiali preziosi e dove trova una certa prevalenza il color prugna. Raf Simons è stata poi l’ultimo a sfilare.

Domenica 21 gennaio, ultimo giorno di sfilate, ha visto Bill Tornade aprire le danze. Lanvin, subito dopo, ha messo in mostra una collezione chiaramente ispirata agli anni ’70, con pantaloni svasati e stretti in vita e cappotti e giacche dalle spalle larghe, magari indossati con scarpe da ginnastica.

Agnes b., No Edition, Songzio e Rynshu hanno poi riempito la giornata, seguiti dalla collezione di Paul Smith. Quest’ultimo ha portato in passerella uno stile mutuato dagli uomini di mare, qualche volta declinato in maniera più sobria, altre in maniera più appariscente con coprispalle giallo fluo, pannelli riflettenti e denti di squalo o meduse stampate sugli abiti.

La lunga serie di collezioni è stata poi chiusa dalle proposte di Qasimi, Thom Browne, Arnys e in ultimo Acne.

Archiviata la moda maschile, è ora di catapultarci sulle collezioni haute couture primavera estate 2012 in scena a Parigi e a Roma e sulla tanto attesa moda donna autunno inverno 2012-2013 che come di consueto animerà le capitali della moda.