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Oltre il Salone: Symposium Design

Oltre il Salone: Symposium Design

Alla scoperta di talenti emergenti

Oltre al Salone del Mobile, al di là del Satellite, lontano dalle affollate strade di Via Tortona, quest’anno gli appassionati di design, gli scopritori di talenti emergenti, hanno avuto la possibilità di visitare piccoli ma interessanti spazi espositivi che hanno dato ospitalità a giovani e promettenti designer.

Tra le varie iniziative, un’esposizione provocatoria a partire dal nome: “Fuori dal Fuori Salone“. Organizzata da Symposium Design e Symposium XXI, ha visto la partecipazione di 8 designer “under 35”, tra i quali cinque provenienti dal Giappone.

Sei i progetti presentati, fortemente legati alle più attuali tendenze del mercato. Come “Get in Time” di Lidia Secchi e Mikol Riva. Un allestimento espositivo progettato per i nuovi “spazi vendita temporanei”, dove i tempi di vendita devono essere veloci. I prodotti sono appesi a cavi luminosi che scendono dal soffitto. Quando si preleva un prodotto, il cavo relativo si spegne. In questo modo, si crea un forte legame tra l’illuminazione dello spazio temporaneo e l’andamento delle vendite: mano a mano che i prodotti sono venduti, il negozio si svuota, si decostruisce, si spegne, cambia la propria conformazione spaziale in modo flessibile, interattivo e coinvolgente.

Nemoto Takashi e Rieko Ito affrontano il problema del riutilizzo dei materiali, disegnando una collezione di abiti dal forte sapore vintage, creati con tessuti di recupero. Maglie fatte a mano, corsetti ricamati e gonne con pizzi realizzati in esemplari unici, caratterizzati da uno stile romantico che fonde linee occidentali e semplicità giapponese.

Nel campo dell’oggettistica, ecco gli orologi di Aiko OneseSouvenir d’Italia“. Un’idea che risolve uno tra i grandi problemi dei turisti giapponesi: trovare un souvenir originale da portare a casa dopo un viaggio in Italia. Sul quadrante degli orologi sono riportate le piante di quattro importanti città italiane: Milano, Venezia, Napoli e Roma. Originali e ironiche le lancette decentrate, a sottolineare il diverso concetto di puntualità “all’italiana” rispetto al rigore nipponico: quanto più una città è in ritardo, tanto più le lancette saranno spostate rispetto al centro.

Studiati per la casa i progetti di Filippo Mambretti. Edo una reinterpretazione delle vecchie scodelle  per cibo. Un piccolo dondolo diviso in tre sezioni, per iniziare i bimbi alle prime pappe divertendoli. Utilizzabile anche dai più grandi per servire aperitivi e pinzimoni. Posello è un portacenere scomponibile. Ideale per bar e locali pubblici, occupa lo spazio si un normale posacenere, ma all’interno ne contiene altri quattro di più piccole dimensioni, da tenere comodamente in mano quando si fuma all’esterno per non sporcare e buttare mozziconi per terra.

Infine, due progetti realizzati da due giovani designer giapponesi cresciuti all’ombra della Domus Academy.

Naoko Kawano, presenta Egoist, un vaso per un solo fiore. Un fiore spesso carico di significati e sentimenti che, però, si perde se posto nei normali vasi. Egoist al contrario, è una piccola teca, realizzata in plexiglass, dove il fiore è custodito con cura, evidenziandone la preziosità del significato. Il fiore non è posto in verticale, ma inclinato di 45 gradi, per richiamare la tradizione dell’Ikebana.

Dan Tomimatsu, light designer, propone un progetto impalpabile, ma fortemente coinvolgente: Yoniji, letteralmente “Arcobaleno notturno”. In Asia, e in particolare alle Hawaii, esiste un arcobaleno creato dalla luce lunare. Un effetto di forte impatto, che Dan Tomimatsu ricrea attraverso il trattamento delle superfici con una speciale vernice a base di polvere di vetro. Se utilizzata per ricoprire un tavolo, la luce della candela o di una lampada a incandescenza, sarà avvolta da un sottile alone che riproduce i colori dell’arcobaleno.

Danilo della Mura