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Naturae, paesaggi contemporanei

Naturae, paesaggi contemporanei

La mostra della settimana

Analizza la dimensione del paesaggio nell’arte contemporanea, tra ritorno alla natura e fascino della dimensione urbana, tra un senso del reale come luogo magico e dimensioni incantate, la mostra “Naturae”, collettiva in programma dal 23 maggio al 4 luglio negli spazi di ZERO.OTTO Arte Contemporanea, a Lodi.

Naturæ” alla latina, per indicare pluralità e ambiguità – in quella fusione dei caratteri finali che è compresenza di singolo e molteplice – di un genere ormai svincolato dal problema della rappresentazione e sempre più specchio di uno sguardo.

La mostra, che conta una ventina circa di opere, si sviluppa a partire da un dipinto storico di Aligi Sassu: “Pini ai Piani di Ivrea”, un olio del 1939, che consegna la chiave di lettura del rinnovato modo di intendere la pittura di paesaggio nel Novecento. Poi un balzo di mezzo secolo per opere che vanno dagli anni Ottanta a oggi. A partire da due maestri dell’arte italiana come Giancarlo Ossola e Giuseppe Banchieri, fautori di due modi antitetici di intendere la pittura eppure accomunati dall’approccio esistenziale al reale. Il cielo è al centro invece di un grande pastello su carta di un 25enne e già maturo Giovanni Frangi (“SS 35”, 1984) e di due tele di Paolo Vallorz, tra i più grandi paesaggisti italiani, stimato, tra gli altri, da Jean Clair che lo volle alla Biennale di Venezia del 1995.

Se nel pastello “Giugno” Attilio Forgioli si dimostra innamorato dei colori e dei profumi dell’estate mediterranea, Andrea Mariconti ammanta le scogliere irlandesi nello spleen delle sue nebbie intinte nella cenere. Altri lavori registrano invece la complessità dell’ambiente attuale, come le tre tele di Jesus Ibañez, tra i massimi esponenti del Realismo spagnolo, che sotto la limpidezza dell’immagine celano riflessioni pittoriche su naturale e artificiale. Come le opere di Corrado Colombi, paesaggi saturi e incandescenti o, all’opposto, alle soglie dell’evanescenza, in cui lo sguardo nulla esclude dal campo visivo e tutto indaga nella consapevolezza di un senso superiore. O come le tele di Rosa Maria Rinaldi, in cui immagine fotografica e intervento pittorico decostruiscono e ricompongono il reale in ipotetiche geografie che profumano di utopia. Sogni congelati sono invece i paesaggi di Agostino Arrivabene, in cui la pittura analitica e fiamminga si scontra con la dimensione fantastica e primordiale dei luoghi. Spazi onirici e quindi pienamente contemporanei. E forse persino più reali di quelli da altri dipinti “sul motivo” eppure così prossimi a immagini di una natura tutta interiore.

NATURAE
Paesaggi contemporanei
ZERO.OTTO Arte Contemporanea
Corso Adda 42, Lodi
http://www.galleriazerootto.it/