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Le donne curvy protagoniste di AltaRoma

Le donne curvy protagoniste di AltaRoma

Il resoconto del primo giorno
Una splendida Alice Tarticchi, vincitrice del reality Italian Next Top Model, fiera della sua taglia 46 ha sfilato ieri sera sulla passerella romana della maison Gattinoni. L’atelier di via Toscana ha aperto i lavori di AltaRoma con una parata di donne floride, fra cui anche Tanya Gervasi, la top model curvy (il suo girofianchi misura 108 centimetri) che interpretano al meglio una frase che Stefano Dominella, Presidente di Gattinoni suole ripetere “l’alta moda è la miglior cura dimagrante per le donne perché gli abiti vengono costruiti sulla forma della singola persona”.

E che l’alta moda sia trasversale a taglie e conformazioni lo ribadisce anche Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison, quando mostra i manichini delle sue più importanti clienti (con il nome rigorosamente coperto e top secret) “noi vestiamo donne che vanno dalla taglia 40 alla 50. Solo l’abito fatto su misura riesce a valorizzarle e a mettere in luce un’armoniosità che va al di là del freddo numero di una taglia”.
A ribadire che le curve sono belle anche l’abito scultura che accoglie gli ospiti nell’insolita location della sfilata, La Pelandra nell’ex mattatoio capitolino, e nata dalla collaborazione fra lo sculture Federico Paris e Mariotto. L’opera, realizzata in legno riciclato e rete metallica, rappresenta l’eccellenza italiana e la sua unicità tramite cinque cerchi di luce racchiusi in vetro che, posizionati lungo i chackra, raccontano i capisaldi del made in Italy: arte, ricerca, moda, cibo e motori.

Si passa poi alla passerella (a forma di losanga cosicché le modelle non devono tornare indietro ma girano intorno al pubblico) che è sormontata da un’altra creazione di Paris sulla quale vengono proiettate immagini colorate e astratte. Questa scultura, cosiccome l’abito in legno, verranno donate alla nascente esposizione permanente del made in Italy e del design italiano nel palazzo della civiltà italiana dell’Eur.

Già dalla prima uscita si denota come la maison guardi a un futuro che viene rappresentato da cinque tute skin realizzate con intarsi di pizzo che sembrano tatuati sul corpo. A seguire abiti-scultura che si ispirano all’arte di Tony Cragg, all’universo dei graffiti in 3D di Peeta, alle foto e agli ideogrammi di Roland Hicks. Così ecco incedere sculture di tessuto e pelle come l’abito nero realizzato direttamente su manichino in 2600 ore di lavoro impiegando oltre 3mila spilli o la camicia cucita con punti lenti per lasciar muovere le onde formate da ben 40 metri di organza bianca. E poi tailleur in pelle nappata, laserata, spalmata. Ricami a filo su tessuti leggerissimi, aerodinamici ma anche lamé sfumati nell’oro, nel platino, nell’argento, nel rosa antico, nel verde pistacchio.

E non potevano mancare nella nuova collezione della maison due dediche esplicite a grandi maestri dell’arte e della visionarietà contemporanea. Il sandalo-scultura Zaha Hadid, la polacchina chiusa con talon cachè, Tony Cragg accanto agli accessori, alle borse gioiello con micro-sculture in argento che impreziosiscono i manici roteanti delle clutch, firmati in esclusiva per la maison Gattinoni da Gianni De Benedittis, designer del brand FuturoRemoto.
Un omaggio anche a Duchamp, nella sua collezione di gioielli, l’anello Orinatoio e l’anello Water in oro e diamanti.

Sempre in tema di donne “morbide” in mattinata c’è stata la presentazione del libro di Daniela Fedi e Lucia Serlenga, “Curvy, il lato glamour delle rotondità”. A tenerlo a battesimo Silvia Venturini Fendi, che fra le sue cariche annovera anche la presidenza di AltaRoma, che ha dichiarato il suo amore/odio per la bilancia nato in giovanissima età.
“Dopo aver portato la taglia 50 – ha confessato la Fendioggi sto tornando alla 46 e non voglio accontentarmi di indossare ciò che è disegnato per le taglie over. Voglio godere della moda a 360 gradi”. Ha rincarato la dose una delle due autrici. “Ci sono taglie – ha detto Daniela Fedi che vengono viste come soglie del disonore ma il corpo non è un luogo geografico con dei confini che si misurano con i numeri”.

Alessandra Iannello