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Lambo yacht, genesi di un sogno

Lambo yacht, genesi di un sogno

Mauro Lecchi ha pensato uno yacht ispirato al Toro

Immaginate che cosa potrebbe uscire dall’unione di un grande brand automobilistico come Lamborghini con il mondo della nautica… Per adesso è solo un progetto, ma le immagini del primo concept yacht ispirato alla Casa del Toro sono davvero impressionanti. Design e forme aerodinamiche si fondono con l’idea di potenza e velocità, per dare forma a un progetto unico. L’idea è venuta a Mauro Lecchi, studente del Master in Transportation Design. LuxSport ha voluto conoscere un po’ meglio questo giovane designer e le sue idee.

Sono stato per anni titolare di una libreria-cartoleria, ma il mio vero lavoro era la vetrinistica: mi occupavo di esposizioni, ma anche di altre attività commerciali – ci spiega –. La mia passione è la forma degli oggetti, che io allora tentavo di esprimere nell’allestimento delle vetrine. Dietro consiglio di alcuni architetti e persone del settore, ho quindi deciso di frequentare la Scuola Politecnica di Design SPD di Milano. Dopo un anno di Product Design, ho frequentato un altro anno di Master in Transportation Design e  ho elaborato questa idea“.

Come è nata l’idea di disegnare un yacht ispirato a una Lamborghini?
Mi è sembrato curioso e interessante immaginare, nel settore nautico, una situazione simile a quella automobilistica: lo stesso stupore nel vedere una Lamborghini in un parcheggio poteva essere riprodotto vedendo uno yacht Lamborghini in un porto. Non avevo mai disegnato una barca: comprando diverse riviste mi sono reso conto che, da banale profano, non riconoscevo le barche immediatamente, ma dovevo verificare marca e modello, se non per alcuni casi.

Quali gli elementi distintivi che portano in acqua lo stile Lamborghini?
L’idea è stata subito quella di creare un oggetto che fosse completamente fuori dai canoni stilistici tradizionali, vedi la presentazione della gloriosa, vecchia Countach, ma comunque fattibile e realistico: infatti, lo scafo ricreato in 3D è esistente. Il resto è venuto dall’analisi delle auto Lamborghini: da sempre, su di loro, le prese d’aria sono molto evidenti e così, partendo dal side view della Reventon, ho trasformato l’intake alla base della portiera in una enorme finestra, in modo da caratterizzare la barca con un solo grande elemento. Questo, oltre a dare luminosità all’interno, permette di spezzare otticamente in due parti la vista laterale dello yatch, rendendolo riconoscibile anche da lontano, caratteristica per me fondamentale.

Che cosa non può mancare, secondo lei, su uno yacht di vero lusso?
Non può mancare la capacità di distinguersi. Sempre rispettando una certa armonia tra i volumi, bisogna fare in modo che l’oggetto catturi lo sguardo delle persone con la sua forma, non solo con i materiali di pregio.

Si vede in futuro come designer di “lusso” o preferisce forme e progetti più classici?
Essendo appassionato di forme geometriche, il mio approccio è simile: la differenza è nei limiti entro cui operare.

Che rapporto ha con la nautica?
Come già accennato sopra, non avevo quasi mai seguito profondamente la nautica. Sono attratto dal mare, dalla sensazione di libertà che la nautica permette, anche quella di un semplice gommone a motore. Mi è piaciuta molto questa esperienza, forse perché mi sono avvicinato a questo settore con la mente libera da tutto.

Ama la velocità?
Sì, ora con maggiore consapevolezza dei rischi a essa legati rispetto a diversi anni fa.

Se potesse scegliere, preferirebbe possedere una Lamborghini o uno yacht ispirato a Lamborghini?
Preferirei avere lo yacht, sarebbe bello se qualcuno lo costruisse.

Domenico Fabbricini

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