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La camicia prima di tutto

La camicia prima di tutto

Umberto Amato ha intervistato Gian Luca Bena frontman dell’ufficio stile di Testa
Superclassica o button down, da sera o da escursione, cucita a mano o frutto del più puro made in Italy, è sempre un’amica fidata, una compagna intima del quotidiano con la quale il rapporto è necessariamente “di pelle”.
I suoi tessuti, i suoi colori, le sue postille di stile ci raccontano di una protagonista del vestire che ha attraversato i secoli cambiando sempre per rimanere se stessa. Ma la chiave del successo contemporaneo della camicia va senz’altro ricercata nel tessuto, nelle proposte e nelle performances.
Una microrivoluzione che richiama quella degli anni Sessanta quando iniziò ad abbandonare il bianco e l’azzurro per diventare non più cornice ma quadro nell’impianto dell’abbigliamento maschile.

Ne parliamo con Gian Luca Bena, giovane frontman dell’ufficio stile di Testa, una delle aziende leader nella produzione di tessuti per camiceria di pregio che con 3.600.000 metri di tessuto all’anno collabora con le più importanti case di moda internazionali, da Hermès a Ralph Lauren, da Hugo Boss ad Armani.

Com’è cambiato il ruolo della camicia negli ultimi anni ? E quali le ragioni storiche?
Gli inizi degli anni Novanta hanno tracciato il solco con una crociata intrapresa da un gruppo di affermati stilisti capeggiati da Gianni Versace e destinata a rivoluzionare per sempre i codici del vestire maschile. La cravatta iniziò a perdere peso e il suo ruolo di accessorio comunicativo evaporò, consegnando alla camicia la doppia valenza di indumento fondamentale e strumento di comunicazione al contempo. Da qui la crescita esponenziale di domanda di tessuti con un sempre più alto contenuto di creatività e di ricerca che ha portato aziende come la nostra a raddoppiare il bouquet di proposte intorno alla fine degli anni Novanta. Le ragioni sono presto dette: la prima è il raggiungimento di un’eleganza ricercata e più confortevole per rifuggire l’effetto uniforme, la seconda è da rintracciare nella consapevolezza che la camicia prima di tutto può essere un vero e proprio “necessorio”, ovvero un accessorio necessario. Un dato su tutti è rappresentato dalla vastità delle nostre collezioni tanto che ogni sei mesi realizziamo circa 1000 disegni di tessuti declinabili in 8000 varianti per i diversi clienti e mercati di riferimento tra collezione ed esclusive.

Da dove nascono gli spunti per realizzare una collezione così ampia e articolata?
In prima battuta potrei direi dalla nostra memoria storica in continua evoluzione. Abbiamo un archivio di campioni di tessuti che parte dalla fine dell’Ottocento fino ad oggi e rappresenta un caveau di idee e ispirazioni, uno spunto da cui partire. Ma fondamentale può essere un viaggio, un libro, un film, una fotografia, una mostra o un oggetto di arte contemporanea. Tutto ciò che può scatenare ispirazione allo stato puro. Il fatto di giocare sempre in anticipo e di proporre alle griffe internazionali il nostro lavoro è un’ulteriore spinta verso il nuovo, verso quello che pensiamo possa essere.

Quali sono i segreti per scegliere una camicia di qualità?
Bisogna partire dal presupposto che la camicia è viva e in continua evoluzione. Solo indossandola e vivendola si può percepire il suo valore. L’utilizzo delle moderne tecnologie destinate alla nobilitazione dei tessuti può impreziosire e rivelare ma anche nascondere: una camicia che ci sembra fatta con un buon tessuto e con una buona confezione può dimostrarsi inadeguata alla prova ”usura”. Una buona camicia deve essere morbida ma non cascante, con una superficie regolare e dall’aspetto brillante. Tutto si gioca sulla finezza dei filati che, nei tessuti di qualità, vengono usati ritorti tra loro a due o più capi. In questo caso, spesso, troveremo all’interno della camicia un’etichetta che riporta la dicitura Ritorto o Doppio Ritorto. E siccome l’acquisto di una camicia, il più delle volte, è un acquisto d’impulso non deve solo appagare nel breve periodo ma conservare nel tempo il suo aspetto, la sua mano e soprattutto le sue cromie. E’ per questo che la scegliamo ed è per questo che non potremmo mai farne a meno.

E quali le novità per la Primavera/Estate 09?
La freschezza e la naturalità dei tessuti definiscono le collezioni Testa per la Primavera Estate 09. Superfici piatte e strutturate per sapienti giochi di luce e trasparenze ottenute dall’alternanza di fondi più o meno densi. E poi il mondo dei microarmaturati, dei piccoli effetti, di sorprendenti jacquard fino ad pacchetto di proposte di tessuti stampati. Le mani sono lisce, scivolose e cinzate, ma anche consumate e lavate fino ad arrivare a quelle secche, croccanti, irregolari e mosse dei tessuti intrecciati con filati ad alta torsione. La scelta cromatica ci porta verso una ricercata e mai urlata freschezza con colori spesso tagliati con i naturali in un bouquet che attraversa gli azzurri tipo Madonna o Fiordaliso per approdare al mondo dei Lilla, dei Rosa e dei Fuxia declinati e stemperati.
Grazie all’impiego di filati fini e finissimi, i pesi sono molto leggeri, quasi arerei, ma mai cascanti. Garze, Voile, Zephir più o meno densi sono il riferimento per la nuova stagione.

Che 2007 vi lasciate alle spalle e quali le novità in prima linea?
Il Gruppo Testa, attivo dal 1919 nella produzione di tessuti di camiceria di pregio, chiude il 2007 con un buon risultato sia economico sia di fatturato (+6%).
In particolar modo si segnalano le performances delle aziende consociate e tra queste spicca senza dubbio il brand più lussuoso e raffinato del gruppo cioè Atelier Romentino che fa segnare un +8% e che dopo una lunga messa a punto presenterà in occasione dei prossimi saloni del tessile di Milano e Parigi di febbraio un nuovo ed esclusivo tessuto ottenuto con un filato speciale chiamato Luxton e brevettato in esclusiva mondiale dal più importante coltivatore e filatore di cotone egiziano.
Luxton è ottenuto da una rigorosa selezione del fiocco di cotone egiziano di qualità superiore raccolto in microappezzamenti che non subiscono trattamenti invasivi e coccolato fino alla filatura che avviene attraverso le più sofisticate tecnologie.
La cosa più importante e rivoluzionaria è che si porrà come vero e proprio antagonista nella camiceria superfine al celebre cotone Sea Island proveniente dalle isole caraibiche.

Umberto Amato

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