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Il collezionista di Rolex

Il collezionista di Rolex

Intervista a Davide Blei

Il 22 marzo prossimo, la casa d’aste Patrizzi & Co metterà all’incanto a Milano la collezione di Rolex di Davide Blei: 114 pezzi rari e perfetti che daranno vita all’evento dell’anno nel campo delle aste di alta orologeria. Davide Blei racconta a Luxgallery la sua passione per Rolex, per il collezionismo, il rapporto con Patrizzi e spiega perché ha deciso di separarsi dal suo “tesoro”.

Chi è Davide Blei?
Ho lavorato per tutta la vita nel campo della pubblicità, nella parte di media strategy, nell’azienda fondata da mio padre e poi assorbita da Rizzoli. Oggi ho più di 65 anni, sono in pensione e mi occupo delle mie collezioni e dei miei hobby. Mi ritengo un vero collezionista: di orologi Patek Philippe, Rolex, di arte contemporanea. Per dire, di Wahrol e Fontana ne ho avuti, li ho comprati per due lire e rivenduti per qualche milione per finanziare le altre mie collezioni.

Nulla si crea, nulla si distrugge…
Il collezionista non vende, baratta, magari passando attraverso il denaro, ma la filosofia è sempre quella del baratto. Per tutta la vita ho comprato, ceduto, reinvestito, “trafficato” e sono arrivato a oggi, pieno di collezioni. Ne ho anche una di accendini Dunhill a benzina, di bastoni erotici del Sette-Ottocento, di tappeti… Insomma, sono un collezionista. Punto.

Cosa significa essere un collezionista?
Vede, il collezionista si può fare solo se si ha molto gusto, perché solo con il gusto si possono scegliere oggetti che hanno valore e che alla fine permettono di vendere cose per comprarne altre. Quando mio padre è mancato mi ha lasciato alcune azioni, le ho vendute e con i soldi incassati ho cominciato a investire in quadri, in orologi: a un certo punto mi sono ritrovato con 166 Patek Philippe. Ai tempi erano orologi vecchi, non d’epoca, che costavano qualche milione di lire e che ora valgono qualche milione di euro.

Perché mettere all’asta i suoi Rolex?
Arrivato alla mia età, mi sono detto: che cosa lascio ai miei figli? Gli orologi, gli accendini e i bastoni erotici? Questi sono stati i miei giochini, la mia vita, non posso pensare che loro abbiano le mie stesse passioni. La risposta è stata: ora che vado in pensione, razionalizzo il mio patrimonio di collezionista e cerco di vendere, trasformare questi valori in denaro e con questo pagare l’appartamento a un figlio, qualcosa a un altro e via dicendo.

Quanti figli ha?
Due gemelli dal primo matrimonio, 30enni, già sistemati; dal secondo ne ho tre di 17, 15 e 11 anni. Devo impostare quella che sarà la vita dei prossimi 15 anni, dar loro una mano per quando avranno concluso l’iter educativo e cominceranno a entrare nel mondo del lavoro.

Perché partire proprio con Rolex?
Nasco come collezionista di Patek Philippe. Collezionandoli, mi sono accorto che l’eccellenza tecnica era la loro caratteristica numero uno, ma l’estetica in certi momenti c’era e in altri no. Siccome mi affascinava molto l’estetica, in Rolex ne ho scoperta una sovrana: per me sono gli orologi più belli mai prodotti, sia per cassa che per quadrante. Chi colleziona Rolex non guarda al meccanismo ma all’estetica, così come chi colleziona Patek guarda alle complicazioni e ai meccanismi. Se devo cominciare a vendere qualcosa comincio da Rolex perché è più popolare, interessa di più, è la bellezza.

E qui entra in scena la Patrizzi & Co…
Mi sono rivolto a Patrizzi per la sua indiscutibile professionalità, convenendo sul fatto che quest’asta sarà un’opportunità per entrambi, per cui cerchiamo di informare al meglio le persone comunicando l’evento a tutti. Poi il mercato deciderà, perché ci sono molti orologi in questa collezione che da tempo non si vedono alle aste, per cui è difficile dare loro un valore. Solo le aste lo fissano.

Il mercato ora, però, è imprevedibile…
Ho comprato a prezzi di mercato, vendo a prezzi di mercato e credo che questa asta di Rolex fisserà i prezzi per i prossimi 3-4 anni. Non sono preparato a svendere, non mi interessa fare il guadagno del secolo. La mia collezione è di pregio, tutta certificata da Rolex: 114 orologi autentici, belli, patrimonio di un collezionista che li ha curati pezzo per pezzo, unici nel loro genere. Se i privati si accorgeranno che l’asta è un’opportunità, il mercato farà il prezzo. Poi, se il totale degli incassi sarà più basso di ciò che avrei guadagnato in un altro momento, pazienza. Ho raccolto i miei Rolex non per fare una collezione completa ma una con i modelli più belli mai prodotti, secondo i miei gusti e comprando solo l’eccellenza.

C’è uno dei suoi Rolex da cui si separerà con più dispiacere?
Non direi. Ne tengo uno solo, un Day Date in oro bianco e quadrante giallo: lo faccio perché amo il giallo, non per altro. Possiamo dire che è quello da cui mi sarei separato meno volentieri? No, non è questione di valore o complicazione. Tutti gli orologi che ho acquistato li ho sempre comprati perché mi piacevano, da collezionista, da appassionato.

C’è un orologio a cui è legato un episodio particolare?
Uno singolo no, c’è la storia in un acquisto in blocco di 12 Day Date con quadranti di diversi colori che ho rilevato da un collezionista: l’unica volta in cui ho comprato da un collezionista perché quella cuvette mi aveva entusiasmato. E non sono orologi facili da trovare: quando sono stati creati, negli anni ’60, i quadranti colorati non erano molto ricercati.

Che cosa è per lei il tempo? Un’ossessione, un’opportunità, un amico, un nemico?
Per me il tempo è un regolatore: sono una persona molto puntuale e cerco di sfruttare il tempo secondo le regole che mi sono dato per utilizzarlo. Il tempo oggi si restringe perché le persone non ne hanno, cercano di comprimere la loro vita in poco tempo. Io dico che tutti vivono al tempo degli spot pubblicitari: se una cosa dura più di 30 secondi, già non interessa più. Da una parte apprezzo il tempo perché mi consente di fare tante cose regolandolo, dall’altra lo odio perché viene preso troppo alla leggera e non dà la possibilità di esprimere tutto il potenziale che ciascuno ha.

Oltre alle collezioni, quali le altre passioni di Davide Blei?
Sono un grande velista, amo la barca a vela, gli spazi sconfinati e non amo l’affollamento. Per questo sono da sempre anche un grande sciatore. Non amo molto i viaggi, perché vorrei stare a lungo nei posti per capire, non per vedere.

Dà più soddisfazione una bella uscita in barca o un acquisto azzeccato?
Un’uscita in barca. Vivere momenti belli è più difficile che trovare un bell’orologio.

Davide Passoni