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I gioielli unici di Chantecler

I gioielli unici di Chantecler

Parla Maria Elena Aprea

Il lusso estremo di gioielli unici che brillano nei sogni di molte donne ma che solo pochissime possono permettersi, le creazioni della maison Chantecler sono stati protagoniste di una blindatissima mostra che si è tenuta al grand hotel Aldrovandi Villa Borghese a Roma. Pezzo “forte” della collezione una collana da 600mila euro con pendente formato da una perla australiana Blister da 380 carati contornata da 3420 diamanti taglio brillante per un totale di altri 32 carati.

Altri gioielli degni di nota due parure di perle rosa e rubini dall’inusuale taglio tondo e perle e diamanti montati su titanio. E per dimostrare che la maison caprese non è solo tradizione ecco i diamanti da portare a pelle grazie all’assenza di incastonatura ma che sono incassati con una speciale tecnica di microforatura laser o ancora diamanti a taglio flat (evoluzione del tradizionale taglio a rosa).

Rivoluzione anche per il più classico dei gioielli: l’anello di fidanzamento che abbandona il tradizionale solitario per il più innovativo doppio, ovvero due diamanti sospesi uno sull’altro. In mostra anche la collana in corallo giapponese Satzuma dal colore rosa aranciato composta da pietre naturalmente irregolari dall’eccezionale diametro di 30 millimetri, una parure di grandi opali azzurri contornati da gocce in movimento di zaffiri gialli e le spirali gioiello. Si tratta di una spirale elastica in diamanti bianchi e di una versione più preziosa con un rubino birmano di 8 carati che si possono trasformare in anello, bracciale fino a cinturina e che, grazie a una sua memoria, tornano sempre alla forma originale.

Impareggiabili i pezzi unici realizzati con pietre rarissime come l’anello con zaffiro birmano di 97 carati tagliato a piramide e montato su un pavé di brillanti o l’anello con smeraldo di 15 carati dal taglio a cuspide sorretto da un gambo di diamanti flat dal taglio irregolare o ancora l’anello con zaffiro a cuscino di 35 carati poggiato su un gambo foderato da 11 carati di diamanti.

La mostra capitolina è stato anche il momento per presentare Capri, il collier che racchiude tutti i colori dell’Isola grazie alle sfumature di pietre dure e coralli incastonati in un pavé di diamanti, e la campanella portafortuna (simbolo di Chantecler) in limited edition per i 150 anni dell’unità d’Italia realizzata in corallo bianco e agata rossa e verde.

“Al di là di questi pezzi – spiega Maria Elena Aprea, figlia del fondatore e designer della maison – il nostro modo di operare sta cambiando. Affianchiamo a gioielli unici e costosissimi anche a molti pezzi con pietre dure e materiali alternativi quali il titanio ma lavorati con tecniche innovative e dal design nuovo”. Fra le novità anche due costumi gioiello uno con una fascia di campanelle d’argento e l’altro con le coppe ricoperte dal logo della griffe in oro giallo.

Dove si acquistano le creazioni Chantecler?
Oggi abbiamo quattro boutique, a Capri, a Milano, a Cortina e a Tokio. Stiamo valutando altre location fra cui Roma e Singapore.

A quanto ammonta il vostro giro d’affari?
Abbiamo chiuso il 2010 a 22 milioni di euro.

Da quali paesi provengono, prevalentemente, i vostri clienti?
I nostri clienti sono per lo più occidentali e, in particolare, italiani. Abbiamo anche dei clienti “particolari” come, per esempio, un famiglia nobile araba che serviamo direttamente andando presso la loro residenza.

Alessandra Iannello