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Giorgio De Chirico in mostra ad Anacapri

Giorgio De Chirico in mostra ad Anacapri

La mostra della settimanaSe avete deciso di passare qualche giorno nella splendida isola di Capri, non potete perdere la mostra “Giorgio De Chirico dal 1930 al 1970. Olii, pastelli disegni litografie”, dal 3 al 20 luglio 2010 ad Anacapri, presso la Galleria Studiò via San Nicola, 4.

La mostra raccoglie una trentina di opere tra olii pastelli disegni e litografie  che ripercorrono gli ultimi 40 anni della produzione dell’artista.

Intorno agli anni ‘30 si fanno frequenti i temi mitologici e i nudi classici e quando nel 1935 De Chirico partecipò con molti suoi lavori alla Quadriennale di Roma, attirò l’attenzione del Duce. Il tema ormai frequente del mistero è applicato, nelle dieci litografie del testo di Cocteau, “Mythologie”, al mare, al fiume, alle cabine con esseri mitologici o borghesi (“Il centauro misterioso” anno 1934).

Nel 1935 salpò da Genova a New York dove gli sembrò di rinascere e alternò la ricerca sperimentale con lo stile neoclassico del 1930. Qui ricevette la notizia della morte della madre; tornato in Italia, espose a Roma, a Milano, a Genova. Il periodo della guerra 1940-45, lo trascorse tra Firenze e i dintorni di Roma, non tralasciando di dipingere quadri di soggetto realista: soprattutto le venti litografie dell’”Apocalisse” ecco un gran drago (1940) e iniziando il ciclo dei quadri “barocchi”.

Del 1942 è il famoso “Autoritratto nudo seduto”, dipinto con l’olio emplastico, “che è forse la pittura più completa che io abbia eseguito finora”. Nello stesso anno si pubblicò la prima edizione italiana di “Ebdomero”, mentre era già uscito l’altro racconto autobiografico “Il Signor Dudron” (1940) poi tradotto in Francia nel 1945.

Con la fine della guerra iniziò una intensa attività letteraria e studiò con rinnovato interesse la tecnica, tanto che i quadri di questo periodo recano sempre sul telaio o dietro la tela l’appunto sulla tecnica impiegata. Fra il 1943 e il 1952 si intensificò il rapporto con la scena e dipinse fondali per la Scala di Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Opera di Roma.

Dopo il periodo “barocco” dai numerosi autoritratti e ritratti, cavalli e soggetti sacri, scene mitologiche come Nettuno, De Chirico visse un nuovo periodo neometafisico: La solitudine di Oreste(1968); Arcobaleno (1969); gli archeologi (1970) o le maschere del teatro greco (primi anni 70).