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Correggio e l’antico

Correggio e l’antico

La Galleria Borghese di Roma ospita fino al 14 settembre una grande mostra dedicata al genio rinascimentale che anticipa la rassegna monografica che partirà a Parma in autunno
Per la prima volta Roma ospita una mostra dedicata al “pittore che dipingeva l’aria”, Antonio Allegri detto il Correggio, uno degli artisti più grandi del Rinascimento e della storia dell’arte.  Dal 22 maggio al 14 settembre la Galleria Borghese esporrà sessanta capolavori tra dipinti, disegni e opere per cercare la risposta alla domanda quanto Correggio cambiò, grazie al contatto con la Roma di inizio Cinquecento e alle testimonianze antiche, la sua visione dello spazio, della composizione, delle forme. Non sono mai state trovate tracce documentarie ma ci sono nelle sue opere innumerevoli indizi di “romanità” e infatti ormai la critica è quasi unanime nel dare per certo che Correggio a Roma ci sia stato, forse intorno al 1518‐19.

Qui l’artista poté confrontarsi con le risposte che, al tema dell’antico, avevano dato Raffaello e Michelangelo e il contatto con le loro opere romane darà a Correggio, dal 1518 in poi, al ritorno a Parma gli elementi per affrontare l’impresa delle cupole, una grandiosità completamente nuova, una plasticità e monumentalità che ne cambiarono per sempre la visione.

Se a Raffaello si riconosceva l’arte suprema di esprimere gli effetti degli animi, a Correggio apparteneva quella dei corpi. Se la critica d’arte antica assegnava a Raffaello la palma del disegno, a Correggio spettava quella del “colorito”, che significava la capacità di fondere il colore con la luce come fosse cera sul fuoco. Ma si tratta di un giudizio superato: oggi tutti riconoscono a Correggio la grande capacità di disegnatore, al contrario di quanto gli rimproverava Vasari. Come scrisse un grande esperto di Correggio, “può una matita dipingere l’aria?”.

Sono più di venti le tele di Correggio esposte a Roma con alcune novità assolute. Si possono vedere insieme per la prima volta la Danae della Galleria Borghese, Giove ed Io e Il ratto di Ganimede dalla Kunsthistorisches di Vienna, Educazione di Cupido dalla National Gallery di Londra e Venere e Cupido addormentati e spiati da un satiro dal Louvre. Dipinti che ritraggono scene mitologiche e che consacrano Correggio come artista di sommo livello. Le ultime due tele citate, dipinte tra 1523 e il 1525 e concepite come una coppia, sono le uniche che, insieme ai celeberrimi Amori di Giove, trattano argomenti profani. Di questa sensazionale serie raffigurante scene amorose tratte dalle Metamorfosi di Ovidio e commissionate al Correggio dal duca di Mantova Federico Gonzaga per essere donate all’imperatore di Spagna Carlo V, saranno esposte la Danae, Giove ed Io e Il ratto di Ganimede (il quarto dipinto della serie, la Leda, dalla Gemäldegalerie di Berlino, è inamovibile per ragioni conservative).

Alle opere di soggetto mitologico saranno affiancati circa venti capolavori raffiguranti temi religiosi, dove il rapporto tra Correggio e l’antico è allo stesso modo significativo per scelte formali e compositive. Come per il Noli me tangere dal Prado, la Madonna del latte da Budapest, Quattro Santi dal Metropolitan, l’Adorazione dei Magi dalla Pinacoteca di Brera, Matrimonio mistico di Santa Caterina da Capodimonte e la Madonna Campori dalla Galleria Estense di Modena. Opere dalla quali emerge il Correggio pittore degli affetti, della grazia, del colore, della morbidezza e della luce. Viene spesso indicato come il pittore delle difficoltà e dell’indipingibile perché nessuno meglio di lui seppe raffigurare l’aria, i vapori, le nebbie e tutto ciò che è impalpabile e inafferrabile.

E’ per accompagnare il visitatore in questo percorso ideale che la mostra romana è concepita ponendo a confronto i dipinti di Correggio con la scultura classica, ad evidenziare le sue fonti ideali; mentre lo svolgersi cronologico delle sue opere permetterà di seguire il mutamento stilistico e l’ampiezza di respiro che il contatto con Roma portò nella sua concezione. Dai temi mitologici ai capolavori raffiguranti soggetti religiosi la mostra della Galleria rappresenta la monografica più completa mai fatta su Correggio, con la sola eccezione delle inamovibili grandi pale d’altare e delle cupole, di cui sono presenti pregevolissimi disegni preparatori.

Per chi non avesse il tempo per ammirare i capolavori di Roma, in autunno seguirà una grande mostra monografica alla Galleria Nazionale di ParmaCorreggio” dal 20 settembre 2008 al 25 gennaio 2009 che accoglierà quasi tutta l’opera del grande artista, comprese le opere dell’esposizione di Villa Borghese. Il percorso espositivo comprenderà complessivamente una quarantina di suoi dipinti, altrettanti disegni e altri quaranta quadri e tele che si contestualizzano nella
sua epoca. Tutto questo, ovviamente, aggiunto alla visita alle cupole
(Cattedrale e San Giovanni) e alla Camera di San Paolo renderà la mostra sul Correggio un evento di valenza internazionale.

Per apprezzare ancora meglio il contesto storico in cui operò il Correggio, Parma e il suo territorio metteranno inoltre a disposizione dei visitatori veri e propri gioielli dei Maestri del Rinascimento, tra cui la meravigliosa Camera di Diana nel castello di Fontanellato.

http://www.correggioelantico.it/

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