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Boldini e la Belle Epoque

Boldini e la Belle Epoque

La mostra della settimanaDal 26 marzo al 24 luglio 2011, le sale della settecentesca Villa Olmo di Como si aprono ai capolavori di Giovanni Boldini e ad altri artisti italiani, da Giuseppe De Nittis, sublime interprete di un’eleganza raffinata e metropolitana, a Federico Zandomeneghi, le cui tensioni introspettive sono vicine all’impressionismo francese, a Vittorio Corcos, che porta sulla tela il magnetismo senza tempo dell’universo femminile, in “Boldini e la Belle Epoque”.

Se da un lato le 60 opere di Giovanni Boldini, come “Mademoiselle De Nemidoff” (1908), “Berthe che legge la dedica su un ventaglio in piedi nel salotto”, “Nudo di giovane donna semisdraiata” (1863), “Femme au gants” (1888), “Ritratto di Emiliana Concha de Ossa” (1901), permettono di gettare una luce sull’attività internazionale di uno degli indiscussi protagonisti dell’arte italiana ed europea di fine ‘800-inizi ‘900, dall’altro, le 60 opere dei più importanti artisti di fine Ottocento italiano, consentiranno di ripercorrere, a livello figurativo, l’evoluzione del gusto pittorico che si diffuse in tutta Europa e che rappresentò i cambiamenti di questo nuovo mondo, nei suoi aspetti estetici più peculiari, dall’emancipazione dell’individuo alla crescita della consapevolezza femminile.

“Il mito della Belle Epoque si intreccia con il genio di Giovanni Boldini, – commenta il curatore Sergio Gaddil’energia creativa e la fiducia ottimistica che rivoluzionano la storia tra Ottocento e Novecento vengono esaltate dalla velocità guizzante di una pennellata inconfondibile, che esprime la bellezza e la gioia di vivere.

Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile. Parigi è il teatro privilegiato delle esperienze culturali internazionali, ma il fenomeno si allarga alle capitali europee e negli eleganti ambienti delle città italiane, con Milano, Venezia, Napoli e Firenze in primo piano.

Sono gli anni nei quali lo sviluppo della tecnologia rivoluziona i modi di vivere, creando una prosperità e un benessere individuale prima sconosciuti.
Cambiano i costumi e si impone la forza di attrazione sensuale della donna, consapevole di un fascino non più solo domestico che cresce di pari passo al suo ruolo sociale.

L’immensa popolarità di Boldini arriva fino in America, ed i suoi modi aristocratici, la vocazione per la mondanità, il numero altissimo di liason galanti e la frequentazione di ambienti borghesi ne fanno un punto di riferimento per un significativo gruppo di artisti”.

Tutta la parabola creativa di Boldini si sviluppò negli ambiti temporali della Belle Époque, periodo in cui si assistette a un progresso umano e sociale di grande importanza, e dove la società visse un momento esaltante, scoprendo le migliori energie creative e il gusto del fare con spirito ottimistico, apprezzando la bellezza e la gioia di vivere, nutrita dalle spinte che gli provenivano dalla Rivoluzione industriale, dall’aumento della produzione e della ricchezza e dallo sviluppo delle varie discipline come la medicina, la chimica, la matematica e altro ancora.

All’esposizione si affianca come evento parallelo di approfondimento didattico, un progetto teatrale, a cura di Teatro in Mostra di Como, dal titolo “Café Belle Époque”.

Nato da un’idea di Laura Negretti, la pièce è ambientata in un caffè parigino; lì viene narrata, attraverso versi e melodie, la vicenda dolce e infelice di Violetta, donna meravigliosa che conduce una vita dissoluta, e di Alfredo, perfetto interprete dello spirito romantico della Belle Époque.

Una storia che rappresenta la metafora ideale di quel tempo in cui sotto lo sfarzo, vivevano migliaia di contraddizioni e ombre.

www.grandimostrecomo.it

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