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Alexander pensa alla donna

Alexander pensa alla donna

I cento anni del marchioPer i suoi 100 anni Alexander, marchio che da un secolo rappresenta il lusso nelle calzature uomo, si regala una linea per lei. “Su cinque paia di scarpe vendute – dice Andrea Martini Antonini, amministratore delegato di 3A Antonini gruppo a cui fa capo il brand – quattro sono femminili. Così, al raggiungimento di un traguardo così importante, abbiamo deciso di proporci con una linea donna”.

Nicolette, così si chiama la neonata collezione, si caratterizza per la costruzione artigianale che contraddistingue il brand e si declina in sofisticate decolleté con plateau, ballerine decorate in Swarovski, mocassini in camoscio e sandali con ammiccanti listini.

Tornando alla storia del brand, era il 1910 quando l’inglese Frank Alexander apriva i battenti nel suo negozio-laboratorio a Surbiton in Victoria Road e proponeva per la prima volta una scarpa stringata. Rivoluzionario per sua natura, Sir Alexander (un importante membro della Royal Antideluvian Order of the Buffaloes, loggia massonica inglese) fu il primo a concepire un’alternativa all’abbottonatura tradizionale del modello vittoriano diffuso all’epoca, e la trovò nella stringa. Nasceva così la scarpa stringata che andava a sostituirsi alla calzatura tipica dell’epoca con chiusura a bottoni laterali, di indubbia eleganza ma con il limite di essere molto delicata e soggetta a numerose riparazioni. Il laboratorio Alexander, antesignano perfino dell’attuale customer satisfaction, vendeva ogni paio di scarpe con inclusa garanzia e con la stringa aveva trovato la soluzione tecnica per una maggiore tenuta del piede all’interno della calzatura, oltre che una migliore affidabilità del sistema di chiusura e maggiore durata della scarpa.

Ovviamente Alexander non rinunciò neanche all’eleganza. La variante dell’allacciatura a stringhe (laced) apportata da Alexander nel 1910 venne parallelamente adottata da tutti i principali laboratori di calzature londinesi, ma il segno distintivo della maison fu quello di apporre uno strato di una particolare vernice protettiva rossa sul fondo della suola. Fu così che il rosso porpora divenne da subito il tratto caratteristico del brand.

Fin dagli inizi, il successo di Alexander superò presto i confini inglesi, le cui creazioni già negli anni ‘10 erano vendute nelle principali piazze europee, con successo anche sul mercato italiano. Tra i maggiori rivenditori di Alexander in Italia vi era una storica famiglia di commercianti parmensi, i Cavalca, che ne hanno custodito gelosamente i segreti. Dal 2004 Alexander è entrato nell’orbita della 3A Antonini, che l’ha scelto come brand “punta di diamante” nel settore d’alta gamma. Basti pensare che per la realizzazione di un paio di calzature sono necessari oltre 180 specifici passaggi e il ciclo produttivo, dal taglio della tomaia sino all’ultimo controllo di qualità, è di tre settimane.

Tutto in funzione di una qualità estrema, profondo rispetto per le tecniche artigianali e accurata selezione delle più pregiate materie prime. A testimoniare la storicità del brand, alcune calzature realizzate all’epoca da Alexander sono attualmente conservate al Central Museum & Art Gallery di Northampton (famoso distretto della calzatura londinese già dai primi dell’800) e presentano quasi intatta la colorazione della suola. Sembra che fu proprio quel dettaglio di colore ad attirare l’attenzione del suo cliente più famoso: Rodolfo Valentino. E proprio al suo cliente più famoso, per celebrare il centenario Alexander dedica una special edition celebrativa. Si chiama Rodolfo la stringata bianca interpretazione del primo modello di Alexander e come il primo modello si caratterizza per la lavorazione e per l’attenta selezione dei pellami con cui è realizzata. L’inedita versione ha impressa sulla tomaia il volto del famoso attore e presenta la tradizionale verniciatura della suola rosso porpora, il dettaglio di colore che attirò l’attenzione del primo latin lover della pellicola in bianco e nero.

Quante novità per questo centenario…
Effettivamente abbiamo delle novità anche sul fronte distribuzione che vede l’apertura, entro l’anno, di due monomarca (a Milano in via Manzoni e a Firenze in via Tornabuoni ndr). Proprio nell’ottica dello sviluppo dei monomarca entro tre anni vedrà almeno quindici aperture in Italia e venti all’estero. Iniziamo la nostra strategia estera partendo dai paesi dove siamo già presenti. Andremo direttamente in Francia e Spagna mentre ci alleeremo con partner locali per quanto riguarda le aperture di Mosca, Tokio e Medio Oriente. Inoltre, a livello di gruppo abbiamo ottimi rapporti con diverse realtà cinesi che coinvolgeremo anche su Alexander.

Per la linea maschile avete sempre scelto testimonial importanti sarà così anche per quella femminile?
Durante Micam (la fiera della calzatura che si è da poco conclusa a Milano-Rho) abbiamo avuto come ospite Billy Costacurta e la moglie Martina Colombari. Sarebbe bello che una coppia inossidabile nella vita come sono loro diventasse un doppio testimonial per Alexander.

Grosso impegno quindi sul brand, ma come sta andando il gruppo?
Il gruppo 3A Antonini, che nel 2009 ha registrato un fatturato di quasi 30milioni di euro (+15% rispetto all’anno precedente, in netta controtendenza con la media del settore) e stima di chiudere il 2010 a 34milioni di euro (con analoga crescita), per i prossimi anni ha deciso di puntare molto sullo sviluppo del brand Alexander, che già contribuisce a un 10% circa del fatturato del gruppo.

Dopo la donna quali altre novità di prodotto aspettano il futuro di Alexander?
Stiamo pensando a un’offerta completa che prevederà, per lui e per lei, borse, piccola pelletteria e una linea viaggio.

Alessandra Iannello