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6 – Aglianico del Taburno: l’altra espressione di un grande vitigno

6 – Aglianico del Taburno: l’altra espressione di un grande vitigno

E’ arrivato l’importante ed ambito riconoscimento della DOCGPer molto tempo è stato considerato come l’“Aglianico minore”, messo in ombra dal cugino “Taurasi” e dal non lontanto “Aglianico del Vulture”. Ma quei tempi sono finiti: l’Aglianico del Taburno è diventato grande ed anche per lui è arrivato l’importante ed ambito riconoscimento della DOCG. La quarta per la Campania; la prima per quella splendida terra che risponde al nome di Sannio e per la troppo spesso dimenticata provincia di Benevento.

Salgono così a tre le DOCG riconosciute al grande vitigno Aglianico: il già citato Taurasi, l’Aglianico del Vulture Superiore e, per l’appunto, l’Aglianico del Taburno. Un traguardo che pochi altri vitigni italiani possono vantare.

Ma torniamo all’Aglianico del Taburno. Del vitigno Aglianico abbiamo già parlato delle sue origini e dell’etimologia del suo nome (vedi scheda dedicata al Taurasi). Parleremo quindi del territorio del Taburno, collocato all’interno del Sannio, che conferisce a questo vitigno una personalità ben distinta e seconda a nessuno. Un territorio alquanto vasto, in provincia di Benevento, che si sciluppa lungo le pendici dell’omonimo monte. Pendici aspre dove, da sempre, si coltiva la vite e l’ulivo.
Asprezza che dona carattere e personalità al vino. L’estate è calda, ma non afosa. L’inverno rigido. L’escursione termica tra giorno e notte, ben marcata.
Particolarmente interessante la zona di Terrecuso, dove terreni gessosi permettono all’uva di raggiungere alti livelli di componenti estrattive, oltre ad un buon livello di zuccheri.

Disciplinare.
L’Aglianico del Taburno è prodotto in prevalenza con vitigno Aglianico (min. 85%). Deve invecchiare per almeno due anni e presentare un titolo alcolico minimo di 11.5%. È prevista anche la tipologia “Riserva”. In questo caso il vino deve invecchiare almeno per tre anni, dei quali almeno 6 mesi in botti di legno e altri 6 mesi in bottiglia.

Nel bicchiere.
Come sempre: attenzione alla temperatura di servizio, anche per il vini rossi. L’Aglianico del Taburno si serve, in ampi bicchieri, ad una temperatura di 18° C.
Si presenta con colore rosso rubino, più o meno intenso e, nei vini con alcuni anni alle spalle, riflessi granati. Al naso, i profumi sono abbastanza complessi, con frutti a bacca rossa in evidenza. Al palato, si apprezza la personalità tipica di questa versione dell’Aglianico, con tannini presenti, ma non aggressivi.

A tavola.
Immancabile con i piatti della cucina Campana a base di carne. Dai primi con sughi di carne (perfetto con il ragù di agnello), ai secondi di carne alla brace (costolette di agnello), e con i formaggi a media – lunga stagionatura, meglio se saporiti o tendenti al piccante (da provare con il caciocavallo).

Aziende & Etichette.
Tra le aziende più interessanti: Azienda Agricola Fontanavecchia, Cantina del Taburno, Cantine Iannella, Fattoria La Rivolta, Ocone (Agricola del Monte).

Danilo della Mura