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2 – Asprinio d’Aversa

2 – Asprinio d’Aversa

Alla scoperta di un vino dal carattere non sempliceUn altro vino famoso, citato da tutti, conosciuto da poco. Non c’è corso di sommelier dove, quando si parla della Campania e dei suoi vini, non si nomini l’Asprinio d’Aversa. Nominato, ma non degustato. Perché le bottiglie di questo vino, tra i più secchi e dal tipico gusto ben sintetizzato dal nome del suo vitigno, sono veramente poche.

Eppure l’Asprinio d’Aversa, ha tutte le carte giuste per attrarre ed affascinare anche il grande pubblico. Innanzitutto, il nome del vitigno, Asprinio, che denota un carattere non semplice, ma per questo non meno gradevole. Poi c’è l’inusuale sistema di allevamento. Niente a che vedere con gli ordinati vigneti, dove l’uva cresce avvolgendosi su altrettante ordinate spalliere. Le viti di Asprinio crescono arrampicandosi attorno i fusti di altri alberi, generalmente pioppi, fino a 15 e più metri di altezza, dando vita a veri e propri festoni carichi di grappoli. È la famosa vite “maritata”, preziosa eredità degli antichi Etruschi. La vendemmia dell’Asprinio è un vero numero circense, con i contadini, veri funamboli, in cima a lunghe scale, create appositamente e dall’aspetto poco stabile.

Per gli eno-appassionati più esperti, è interessante sapere che le viti dell’Asprinio sono “franche di piede”, ovvero tra le poche viti che ancora oggi sono come prima dell’avvento della filossera, sciagura che cambiò per sempre l’enologia. Viti secolari, che ancora oggi ripropongono gli stessi sapori e gli stessi aromi che allietavano l’antico Symposium.

Mario Soldati descriveva, in modo eccelso, il carattere dell’Asprinio: “Non c’è bianco al mondo così assolutamente secco come l’Asrpinio: nessuno… L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non si può immaginare se non lo si gusta.”

Prodotto su un territorio comprendente una ventina di comuni, a cavallo tra le provincie di Napoli e di Caserta, l’Asprinio è vino eccellente per accompagnare i fritti, in particolare le pizze, i calzoni e l’immancabile mozzarella in carrozza. Impareggiabile con la mozzarella, sia di bufala che vaccina, tagliata e servita semplicemente con un filo di olio crudo.
Ma l’abbinamento migliore, quello che non ti aspetti, è con la cucina a base di pesce crudo. Una bottiglia di Asprinio dovrebbe avere un posto d’onore nel menù dei più importanti ristoranti giapponesi, per accompagnare sashimi, sushi e tempura.

Disciplinare.
La Doc “Aversa Asprinio” è prodotta con l’omonimo vitigno a bacca bianca (min. 85%) e presenta un tasso alcolomentrico minimo del 10,5%. La versione Spumante è ottenuta con uva Asprinio “in purezza” (100%).

Nel bicchiere.
Inconfondibile il colore dell’Asprinio, con quelle piacevole tonalità “verdolina”. Al naso i profumi sono tenui, leggermente fruttati. In bocca, si presenta molto secco con una spiccata acidità, che richiedono una temperatura di servizio alquanto fresca (8-10°). La versione Spumante, presenta una leggerissima morbidezza in più. Anche in questo caso, lievi profumi e un’acidità pronunciata.

A Tavola.
Fritti e pesce crudo sono abbinamenti imperdibili. Per gli amanti degli abbinamenti con la cucina del territorio: insalate di mare, molluschi e frutti di mare, pizze fritte, calzoni, mozzarella in carrozza. Per chi ama “le contaminazioni culturali”, sushi, sashimi e tempura.

Aziende & Etichette.
– Azienda di Raffaele Magliulo
– Cantine Cicala
– Cantine Caputo
– Grotta del Sole
– I Borboni

Danilo della Mura