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Un gioiello di cintura

Un gioiello di cintura

Intervista a Cosima e Stefano d’InzilloSmettiamola di chiamarla “accessorio” la cintura si sdogana dal suo ruolo di “reggi-pantalone” e acquisisce una valenza intrinseca… almeno questo accade per la collezione di cinture gioiello di Cosima e Stefano d’Inzillo. Si tratta di un prodotto tutto italiano, dal design ispirato ai grandi orafi italiani, alle lavorazioni rigorosamente artigianali, alle materie prime pregiate.

Il procedimento produttivo, infatti, è esattamente quello che si usa in gioielleria: si parte dal disegno, che viene affidato a un cesellatore perché realizzi la base in un prototipo in ottone. Dal prototipo si ottiene uno stampo che permetterà di produrre l’oggetto, in piccole quantità, in lega di metallo. Le basi, le cui forme sono ricorrenti, vengono decorate con motivi animalier, che rendono il metallo ancora più ricco. Il secondo passaggio è l’incastonatura delle pietre, che vengono fissate l’una all’altra come in una piccola rete, per poi essere saldate sulla base. A questo punto la fibbia, un vero e proprio gioiello non prezioso, è pronta per essere assemblata alla cintura, realizzata in cuoio o suede trattati affinché abbiano un aspetto opaco e antichizzato. In particolare in questa collezione per l’autunno prossimo il bagliore dello strass si accompagna al fascino delle agate e delle pietre semipreziose, in una declinazione di colori dal fucsia, al verde al turchese, bluette, che ben si sposano con le basi, realizzate prevalentemente in color oro opaco, o in argento brunito. Le pelli, trattate con effetto vintage, sono rosa, grigie, blu, nere. Uno solo il pezzo interamente realizzato in metallo: una cintura gioiello a grandi maglie su cui sono incastonati strass e pietre, omaggio a Roma e alla Dolce Vita. Anche uno sculture famoso ha reso omaggio alle creazione della coppia d’Inzillo. Infatti Federico Paris ha realizzato la dea dell’eleganza e della bellezza: un’istallazione che riproduce la silhouette di donna alta due metri che “indossa” il pezzo più prezioso della collezione.

Da dove nasce questa passione per la cintura?
Noi (parlano all’unisono questa coppia nella vita e nel lavoro ndr) ci siamo innamorati della cintura dopo esserci occupati delle linee di accessori di Zara, H&M, Riverisland, Massimo Dutti, Morgan e altri nomi della grande distribuzione. Veniamo entrambe dal mondo della moda dove abbiamo collaborato con griffe del calibro di Versace e Coveri. Comunque proprio lavorando per i grandi gruppi ci siamo accorti che se da un lato si stava creando un appiattimento della moda contestualmente stava nascendo uno spazio, anzi una necessità per una nuova creatività che sfugga all’omologazione.

Qual è la filosofia alla base delle vostre creazioni?
Sicuramente rendere le cinture dei gioielli, dei veri e propri oggetti di design. Vorremmo che le fibbie diventassero degli oggetti di culto da collezionare e da intercambiare a seconda del resto della mise. Infatti le fibbie si possono staccare per abbinare a diverse cinture. In futuro le fibbie potranno addirittura essere usate come ciondoli o come spille.

Come è strutturata la distribuzione di oggetti così particolari?
Effettivamente si tratta di accessori di alta moda realizzati a tiratura limitata che sono distribuiti in pochi, selezionatissimi punti vendita, tra cui la White Gallery, Gattinoni, e Zita Fabiani, per citarne solo alcuni. Per il momento la distribuzione è stata strutturata solo per l’Italia ma stiamo stringendo accordi per il mercato dei Paesi Arabi, del nord ed Est Europa e degli Usa.

Alessandra Iannello