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Soggiornare nell’eco lusso

Soggiornare nell’eco lusso

A New York, David Rockwell firma un nuovo hotel avveniristico
Dopo l’Andaz Hotel al 40 di Liverpool Street, Londra, l’architetto del lusso David Rockwell firma il progetto per il primo Andaz Hotel statunitense.
Il complesso sarà pronto per aprile 2009 nel cuore della Grande Mela, al 75 di Wall Street, ma è già prevista la realizzazione di un altro Andaz newyorchese, nella glamorous Fifht Avenue, oltre che a West Hollywood, in California e ad Austin, in Texas.

A Wall Street, nostro signore del lusso ha progettato stanze da 8.000 dollari a notte insieme a un building a cinque stelle, ma senza l’impiego di materiali costosi, pietre pregiate o eccessi
Dal suo ufficio di Union Square, dal quale si vede mezza New York, Rockwell precisa che, come in passato, anche in questo caso la parola d’ordine è understatement: “Bagno e camera saranno comunicanti: il lusso sarà poter parlare con il tuo amante sdraiato sul letto, mentre ti fai il bagno“.
La sua predilezione va a tutto ciò che è insieme sobrio, raffinato e soprattutto ecocompatibile. Questa è la sua firma, da New York a Pechino, per tutti i ritrovi di culto dello star system internazionale da lui creati.

Quest’estate Rockwell ha realizzato per Robert De Niro il Greenwich Hotel. Si trova a Downtown e le sue 88 camere sono riservate al gotha del cinema americano. E la notte degli Oscar si celebra in un’altra creazione di Rockwell, il Kodak Theatre di Los Angeles.

Leonardo di Caprio è tra gli inquilini di Riverhouse, uno dei superesclusivi progetti di Rockwell dedicati alla“green philosophy”. In questo grosso complesso residenziale di Manhattan tutti i 264 appartamenti sono stati realizzati con il 20% di materiali riciclati, pannelli solari, turbine eoliche, un sistema di raccolta dell’acqua piovana e un sistema di condizionamento naturale.

Oltre all’apertura di altri Andaz negli States, tra i prossimi progetti di Rockwell c’è il City Center di Las Vegas, una serie di condomini a cinque stelle progettati insieme al “super collega” Daniel Libeskind.