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Shipsportrait, arte e barche

Shipsportrait, arte e barche

Intervista all'”artista velica” Lorenza Cavalli

Con l’arrivo della primavera tornano i grandi appuntamenti con l’intrattenimento di lusso.
Numerosi gli eventi nel campo dell’arte, che è in grado di fondersi con altri settori deluxe, come la moda, l’hotellerie e la cucina. Ma con il ritorno del bel tempo, riapre anche la stagione sportiva, con i suoi eventi di portata internazionale, come quelli nel settore nautico. Perché, dunque, non unire arte e barche?

Per i lettori amanti del mare e delle vele, così come per tutti gli appassionati di pittura, Luxgallery presenta i lavori di una giovane artista parmense, Lorenza Cavalli, che ha fatto di questi due aspetti la ragione della propria ricerca. L’abbiamo intervistata per entrare nel suo mondo, fatto di mare, barche e tanto colore.

Come nasce la sua pittura dedicata al mondo delle vele e delle barche?
Deriva dall’amore per il mare e dalla curiosità per il modo in cui l’acqua gioca con lo scafo delle imbarcazioni. Osservando attentamente la natura di questo incontro, fatto di riflessi e materia, è nata una specie di sfida pittorica, un work in progress teso a restituire il soggetto attraverso la gestualità pittorica.
Dopo gli studi di arte all’Accademia di Brera mi sono dedicata alla riproduzione dell’acqua sulla tela. Il mio obiettivo è quello di unire nella pittura la forma scultorea delle barche con l’effetto naturalmente pittorico del mare.

Due elementi che si prestano molto all’arte…
Infatti, per me le barche sono sculture, icone contemporanee perfette che raggiungono il massimo dello splendore durante la fase competitiva. Attraverso la tecnica dell’olio su tela, minuziosa per definizione, mi piace catturare le luminescenze della materia “zoomando” sui dettagli. Da qui, il mio stile iperrealista. Probabilmente una passione sbocciata quando lavoravo a bordo come membro dell’equipaggio. A dir la verità, le mie tele includono anche altri soggetti, altre forme che considero pure, ma negli ultimi 6-7 anni mi sono specializzata nella restituzione dettagliata di questo soggetto. Dopo le tele e le esposizioni, sono arrivate le prime commissioni e i legami con alcuni protagonisti del mondo della nautica.

Come sceglie le mete o gli eventi velici da ritrarre?
Ho seguito soprattutto la Rolex Cup. Avevo l’opportunità di effettuare en plein air alcuni scatti fotografici, in presa diretta, su un gommone. Un’esigenza pratica e indispensabile per restituire un’immagine fedele all’originale, colta mentre questo è in movimento. In principio non conoscevo le barche, è stata la mia poetica votata all’iperrealismo a darmene una maggiore confidenza. Questo atteggiamento minuzioso nei confronti della natura è stato tecnicamente tradotto proprio con la tecnica a olio. Una volta effettuati gli scatti, realizzo la composizione nel mio atelier spostandomi fra Milano, dove, fino al 6 aprile, è allestita la mia personale allo Yacht Club, e Parma. Dopo il lavoro di “impressione” fotografica, in cui le barche sono dei veri e propri modelli, lavoro su una tela dai 20 ai 30 giorni, asciugatura compresa. Per questo, la regata è il momento in cui riesco a ottenere una serie di soggetti su cui lavoro successivamente.

Lei crea oli su tela per opere monumentali. Prevale la passione per il soggetto o c’è un esigenza di target e committenza?
È il soggetto al centro della mia ricerca. Prediligo i formati di ampio respiro, comodi, che restituiscano la grandezza della barca mentre si staglia contro il cielo e il mare. Che siano orizzontali o verticali, le tele devono mostrare i dettagli dell’imbarcazione come se fossero zoomati. Ma la scelta può cadere anche su formati inferiori se richiesto dall’armatore, oppure per giocare con l’interior. Mi piace molto usare tele più piccole per concentrarmi sul soggetto, sui suoi riflessi sullo scafo o sui particolari della barca, che può essere sia a vela che a motore.

Lei segue le competizioni nautiche più importanti e le restituisce in composizioni iperrealiste. Tuttavia, le dimensioni delle tele e alcuni dettagli tradiscono una vis più romantica. In che modo si pone di fronte a un evento velico?
La mia produzione si sta evolvendo maggiormente nei confronti della committenza. All’inizio ero attratta dalla tensione agonistica della competizione, in seguito ho approfondito il rapporto con il committente o con il proprietario. Ne è nato un legame affettivo, con il soggetto così come con chi me l’ha richiesto. Le mie prime barche mostravano la forza della competizione, poi mi sono dedicata alle imbarcazioni d’epoca, dal sapore più poetico. Negli ultimi tempi, invece, sto progredendo verso una riduzione dei formati per realizzare opere di dettagli, in cui vengano privilegiati la materia e la luce. La cosa più bella e romantica è il modo i cui questi due aspetti vengono a contatto.

Nonostante la sua giovane età, le sue opere sono state apprezzate all’interno di gallerie italiane e internazionali. Questa volta, possiamo ammirare le sue tele in uno spazio esclusivo come lo Yacht Club Milano. Può spiegarci com’è nata questa collaborazione?
Tutto è iniziato lo scorso anno. Lavoravo al soggetto da qualche anno quando ho scoperto lo Yacht Club. Qui ho trovato una sinergia tra la mia idea di nautica e quella proposta da questa realtà. Allora mi sono presentata con il mio book e ne è nata la mia prima mostra, dal novembre al febbraio del 2007. Recentemente è stato pubblicato un mio articolo su Superyacht di marzo. Per questo mi è capitato di frequentare gli eventi organizzati dagli Yacht Club. Peraltro, sono una dei pochi artisti a dipingere questo tipo di soggetti. Qui mi trovo a mio agio, è un ambiente stimolante per la mia continua sfida con il soggetto. E poi, mi piace stare a contatto ed esporre per pubblico di amanti della vela come me. Lo scorso settembre il dottor Romiti mi ha commissionato il dipinto della sua “creatura”, allestita allo Stand Franchini presso il Salone Nautico di Genova. L’avevo vista solo in foto, perciò quando me la sono trovata davanti è stata una vera emozione. Che impressione, era come se fosse un po’ anche mia! Da qui ho pensato a una nuova sfida. Mi piacerebbe realizzare prototipi di imbarcazioni da proporre ai cantieri. Credo che sarebbe un tipo di lavoro che ben si adatterebbe al target, data la minuzia e la precisione che esige l’olio su tela. Inoltre, sarebbe un ulteriore modo per distinguermi.

Il suo è un lavoro in continua evoluzione. Oltre a questa anticipazione, quali sono le sue future sfide?
Mi piacerebbe approfondire il rapporto diretto con la nautica e il suo mondo. Prima di tutto vorrei avere  l’opportunità di fare divenire il quadro un prototipo, poi desidererei entrare nel mondo vero e proprio dell’armatore per ritrarre il soggetto. Dopo la casuale interazione con il mondo della nautica, vorrei confrontarmi con i suoi protagonisti. Il mio iperrealismo si sta evolvendo verso un realismo magico, in cui alcuni dettagli sono zoomati divenendo quasi astratti. Sto raggiungendo una volontà più ampia, in cui anche l’armatore, e non più solo la barca, sarebbe iperrealisticamente magico.

Per chi desiderasse approfondire le sue opere, questo il sito web di Lorenza Cavalli: www.lorenzacavalli.it.

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