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I profumi di Afrodite

I profumi di Afrodite

In mostra a Trevi

È stata inaugurata oggi 23 Giugno la mostra I profumi di Cipro. Olio d’oliva e fascino dall’isola di Afrodite nel 2000. a.C, presso il Museo della Civiltà dell’Ulivo di Trevi.

In esposizione, in anteprima mondiale, manufatti – capolavori di arte ceramica dell’età del bronzo antico e medio – ed essenze preistoriche riprodotte dai ricercatori dell’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR, sulla base delle ricette originali, tramandateci dall’antichità. Gli stessi ricercatori hanno rinvenuto i reperti a Cipro nel sito preistorico di Pyrgos Mavroraki dove aveva sede una fabbrica di profumi.
Rosmarino, origano, alloro, mirto, lavanda, cinnamomo, coriandolo, prezzemolo, mandorla amara, camomilla e anice: la varietà delle essenze messe sul mercato dalla preistorica ‘ditta’ di profumi era davvero ampia per quei tempi. In particolare, viene messa in luce l’importanza dell’olio proveniente dal frantoio annesso: prodotto in grande quantità oltre a essere venduto nell’isola e nel Mediterraneo in giare da cinquecento litri, era destinato ai belletti ed unguenti ricavati dalla macerazione di erbe e piante.

Ampolle, attingitoi, alambicchi, vasi e profumi esposti ricostruiscono le fasi della lavorazione affidata soprattutto alle donne. I manufatti hanno lasciato tracce microscopiche degli antichi flavori, ricostruiti dai ricercatori del CNR sulla base delle ricette originali. I visitatori inoltre potranno ammirare un modello su scala 1:2 della fabbrica, messa a confronto con quella di Cleopatra, molto più famosa, ma di 2000 anni più tarda.

“A testimoniare il funzionamento della lavorazione presso Pyrgos’, spiega la Dott.ssa Maria Rosaria Belgiorno che ha diretto il team di ricercatori e curato la mostra, ‘sono cinque macine di andesite, quattro grandi bacili per la preparazione delle essenze e quattordici fosse intonacate, ancora colme di cenere e carboni dove si sono trovate altrettante brocche che contenevano l’olio d’oliva e le essenze in infusione. All’esterno eleganti portaprofumi attendevano di essere riempiti con imbuti di terracotta e piccoli attingitoi per il dosaggio, mentre altri vasi di pregiata fattura già contenevano le essenze di base. Del corredo fanno parte anche grandi vasi forniti di un lungo becco laterale, la cui forma ricalca e precorre perfettamente quella della testa degli alambicchi utilizzati in periodo storico in Grecia e nel mondo arabo per l’estrazione degli olii profumati. La stessa tipologia di utensile richiama il famoso distillatore conservato nel Museo di Taxila in Pakistan, (proveniente dai primi scavi di Mohendjio Daro) e datato al III millennio a.C. Tale oggetto, riconosciuto dal prof. Paolo Rovesti nel 1975, è ritenuto il più antico sistema distillatorio nel mondo”.

Dalla preparazione si passava probabilmente alla vendita al dettaglio che avveniva nel cortile adiacente, sotto una grande tettoia sostenuta da colonne.

‘La presenza di askoi, decine di vasi, bacili, tazze, portaprofumi, attingitoi, una giara e tre grandi contenitori anforoidi’ continua Belgiorno ‘fanno pensare ad una sorta di negozio o luogo di scambio’.

L’olio aromatizzato serviva anche a rendere più morbide e profumate le fibre di lana al momento della tessitura, un’altra attività che si svolgeva a Pyrgos dove aveva sede un vero e proprio complesso industriale ante litteram, dedicato inoltre alla metallurgia, alla produzione di olio, vino, farmaci e tessuti di lana e seta. La struttura appartenente a un edificio di
circa 4.000 mq, fu distrutta da un terremoto che sconvolse l’isola nel 1850 a.C.

Di olio d’oliva profumato al rosmarino sono, ad esempio, imbevute alcune fuseruole usate per tessere la lana caprina e nasconderne l’odore non a tutti gradito.

L’olio era un componente di base anche per i farmaci, le cui tracce sono state rinvenute in diversi contenitori, soprattutto nell’area dedicata alla lavorazione dei tessuti. Tra i ritrovamenti più interessanti, un grande bacile incrostato di resina amalgamata con oppio e vino, una ciotola con scamonea e un vasetto contenente efedrina. Nella stanza dove si lavorava il vino
è stato invece trovato un pregiato askos zoomorfo che conteneva chinolina mescolata ad essenza di lavanda.

La mostra, progetto cofinanziato dal Comune di Trevi e dall’Ente Nazionale del Turismo di Cipro con partner principale Cyprus Airwais, è visitabile fino al 12 Novembre.

Catalogo a cura di Maria Rosaria Belgiorno, ‘Aromata Cipria. Profumi e medicinali a Cipro nel 2000 a.C. – Cyprus Aromata. Perfumes and medicaments in Cyprus in 2000 b. C.’, Editore Paolo Alessandro Lombardi, casa editrice Era Nuova in Perugia. Il volume sarà pubblicato in italiano con testo a fronte in inglese; oltre a contenere il catalogo di mostra darà ampio spazio alla scoperta della fabbrica di profumi e di medicinali a base di olio d’oliva rinvenuta a Pyrgos.

Il sito di Pyrgos Mavroraki

Il sito preistorico di Pyrgos Mavroraki, situato lungo la costa meridionale di Cipro a 15 km da Limassol, unico per integrità di giacitura e antichità dei luoghi, è stato scoperto da sondaggi che nel 1996 e 1997 confermarono l’esistenza di resti di industria metallurgica. Lo scavo regolamentare fu iniziato nel 1998. Qui aveva sede il ‘polo industriale’ ante litteram del II millennio a.C.. Il complesso, distrutto da un terremoto nel 1900-1850 a.C. circa, ha già restituito rarissime testimonianze sulla lavorazione e produzione di olio d’oliva, vino, profumi, tinture per tessili, rame e ceramiche, offrendo l’occasione di effettuare preziose analisi sui materiali organici contenuti nelle ceramiche e nei livelli stratigrafici.
Le strutture e i reperti miracolosamente ignorati per 4000 anni hanno rivelato due vasti cortili e due officine per la lavorazione del rame e la produzione di oggetti di bronzo, distribuiti intorno al più antico frantoio industriale presente nel bacino del Mediterraneo. Tra le più recenti scoperte del team di ricerca di Pyrgos c’è quella del vino più antico del Mediterraneo, fatta su reperti del IV millennio a.C. provenienti da Erimi e da Pyrgos e un frantoio calcolitico intagliato direttamente nella roccia carsica: l’eccezionale ritrovamento riguarda il sistema del ‘canalis et solea’, descritto da Plinio il Vecchio e da lui stesso ritenuto il più antico.

Il settore dedicato all’industria tessile, dal canto suo, ha rivelato la seta più antica del Mediterraneo.
Siamo dunque di fronte a un rarissimo polo industriale organizzato intorno alla produzione di grandi quantità d’olio d’oliva, per i più svariati usi domestici e industriali.

La notizia di maggiore importanza è quella della straordinaria scoperta scientifica che rifonda completamente le conoscenze finora accertate nell’ambito della metallurgia in area mediterranea: l’olio era usato come carburante nel processo di fusione dei metalli, era il carburante che alimentava le industrie del tempo, come oggi il petrolio.

I profumi di Cipro. Olio d’oliva e fascino dall’isola di Afrodite nel 2000. a.C
a cura di Maria Rosaria Belgiorno
Trevi
Museo della Civiltà dell’Ulivo
Largo Don Bosco, 14 – Trevi (PG)
23 Giugno 2006 – 12 Novembre 2006
Orari: Giugno-Luglio e Settembre 10.30-13.00 e 14.30-18.00, chiusura il lunedì
Agosto aperto tutti i giorni, 10.30-13.00 e 15,00-19,30
Ottobre-Novembre aperto venerdì, sabato e domenica, 10,30-13,00 e 14,30-17,00
Tel. 0742. 381628

[email protected]
www.ciproatrevi.it

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