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Polo, il re degli sport

Polo, il re degli sport

1° appuntamento con Allegra Nasi

Racchiusa nelle parole di questo verso, scritto nella pietra vicino a un campo da polo a Gilgit, a Nord del Kashmir, sta l’essenza di questo gioco nato più di 2000 anni fa nella parte orientale della Via della Seta. C’è chi sostiene che il polo – il cui nome deriverebbe dalla parola tibetana pulu, ovvero, palla – sia stato portato in Cina intorno al 670 a.C. dai Persiani, che lo praticavano usando le teste mozzate degli avversari sconfitti. C’è chi lo pensa, invece, un’evoluzione del buzkashi, lo sport nazionale afgano. Indubbia, però, è la sua natura antica: esistono infatti record ufficiali di un torneo giocato nel 600 a.C. tra Turcomanni e Persiani, nonché della prima casualità di gioco riconducibile a Cantacuzenus, imperatore bizantino dal 1341 al 1347.

Furono i soldati britannici che, nel corso dei loro viaggi a Oriente, conobbero questo nobile passatempo – anche usato come allenamento per i militari a cavallo -, ne rimasero ammaliati e lo portarono in Gran Bretagna. Sebbene il polo oggi sia molto diverso da quello giocato all’epoca dell’Impero Bizantino, dove pare che i giocatori per squadra fossero un centinaio, il fascino del più antico degli sport equestri è rimasto immutato.

Oggi il polo è giocato in un’ottantina di Paesi su cinque continenti. Dal 1900 al 1939 è stato sport olimpico; allora era però davvero riservato a pochissimi, mentre a partire dal 1980, pur mantenendo la sua esclusività, ha incominciato a prendere piede e a guadagnare visibilità: sono aumentati i giocatori, è aumentato il pubblico, sono aumentati gli eventi ed è aumentato l’interesse dei brand che vedono, nella sua natura dinamica ed esclusiva, un perfetto veicolo per creare un’immagine di forte impatto.

Indubbiamente, parte di questa sua crescita è anche legata al fatto che più che un semplice sport è un vero e proprio stile di vita: lusso, location esclusive, eventi, esponenti del jet set mondiale. Infatti, tra gli adepti  si annoverano personaggi del mondo del cinema e della musica quali Tommy Lee Jones, Sylvester Stallone, Stewart Copeland; dell’aristocrazia, quali il Principe Carlo d’Inghilterra e i suoi due figli, oltre a nomi noti quali Alfio Marchini, Patrick e Jerome Hermés; e poi ancora esponenti del mondo dello sport, dell’industria e della finanza.

A polo handicap is your passport to the world” – “Un handicap di polo è un passaporto per il mondo” – disse Winston Churchill, un grande appassionato. Ed è proprio così: l’interazione con personaggi dall’indiscutibile carisma, in un ambiente fatto di natura, sport e competizione, nei luoghi più alla moda, lo rende indubbiamente unico, stimolante e ambito, con quel tocco di esclusività che lo farà per sempre rimanere “lo Sport dei Re e il Re degli Sport“.

Allegra Nasi