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Park Hyatt Milano, lusso e design

Park Hyatt Milano, lusso e design

Alessandra Ruggeri, Sales & Marketing DirectorUn gioiello nel centro di Milano. Alessandra Ruggeri, Director of Sales & Marketing Park Hyatt Milano racconta a Luxgallery il fascino segreto dell’hotel cinque stelle deluxe del capoluogo meneghino.
Il brand Park si inserisce all’interno della famiglia Hyatt come marchio del lusso prendendo come concept alberghi più piccoli, 100-150 camere, caratterizzati però da location straordinarie, situate nel cuore delle città, e da servizi pensati su misura per soddisfare le esigenze di ospiti speciali.

Il Park Hyatt è nel mondo sinonimo di lusso: come vengono scelte le vostre sedi?
Place Vendôme a Parigi, il Bolshoi a Mosca, la Galleria a Milano. La scelta delle location degli Hotel Park Hyatt è indirizzata verso alberghi vetrina situati nel cuore delle città più interessanti e capaci di interpretare il mood del luogo fin dal primo sguardo. La logica su cui si fonde la nostra strategia è quella di trovare spazio nelle città internazionali più importanti o in zone resort, però di forte levatura internazionale. Il tipico Park Hyatt Hotel ha una dimensione intorno alle 100-150 camere e si distingue per il lusso contemporaneo, l’eleganza raffinata, la forte personalizzazione del design che viene declinato in base alla città di appartenenza.

Come si inserisce l’Italia nella strategia globale di Hyatt?
Milano è stata la prima tappa di Park Hyatt in Italia. Una scelta quasi obbligata, pensando alla strategia che ha guidato nel tempo le aperture Hyatt nel mondo, sempre alla ricerca delle città più vibranti ed esclusive del globo. Il prossimo passo in Italia sarà quello di consolidare il proprio posizionamento all’interno del sistema città. Per questo stiamo lavorando intensamente per trovare la location più idonea ai nostri standard nel cuore di Roma. La strategia di Park Hyatt nel nostro Paese è quella di arrivare ad avere tre – quattro strutture, anche se il focus del Gruppo a livello globale, in questo momento, è quello di avere il brand rappresentato in tutti i Paesi più in crescita.

Park Hyatt ed esclusività: quali sono i plus per cui i vostri Hotel, e in particolare quello di Milano, eccellono rispetto agli altri?
Lusso in termini di comfort e autentica ospitalità come primo valore. Il nostro concetto di comfort è riassumibile in una declinazione innovativa dell’idea di spazio, che punta a rendere gli spazi molto vivibili e funzionali. La nostra stanza più piccola è di 35 mq ed è un risultato davvero notevole se si pensa che nella ristrutturazione di un palazzo come questo che ci ospita abbiamo dovuto attenerci a delle regole precise.
Nei palazzi costruiti ex novo per Park Hyatt si arriva ad avere dei risultati ancora più strabilianti e nel nuovo Park Hyatt di Shanghai la camera base è di 40 mq. Anche i nostri bagni sono molto ampi, tutti con luce naturale e zona spogliatoio; in alcune delle Suite degli alberghi Park Hyatt, incluso il nostro, sono state create vere e proprie “mini Spa” con uno spazio dotato di Bagno Turco, lettino massaggio, cromoterapia, Tapis Roulant. Gli architetti lavorano affinché al tocco internazionale sia affiancata una forte impronta della location, perché la struttura che lo ospita è un modo per il cliente che viene da fuori di avere il primo approccio con la cultura del luogo. Se gli elementi strutturali costituiscono una delle premesse importanti del brand, il nostro staff è la firma d’autore, perché conduce i nostri ospiti alla scoperta degli aspetti più “veri” della nostra ospitalità. Che sia un suggerimento o un piccolo gesto, il focus di noi tutti è quello di pensare a ogni cliente nella sua individualità.

Cura del design e struttura perfetta, ma non solo; il vostro hotel è caratterizzato anche da tante opere d’arte. Ci può raccontare la filosofia che ispira la vostra policy?
Hyatt fa da sempre del design una delle declinazioni del brand ed è la prima volta che una compagnia alberghiera tiene in considerazione l’architettura come elemento fondamentale. A favore di questa impostazione basti pensare che su 23 Park Hyatt nel mondo abbiamo avuto 18 architetti differenti. La nostra policy non prevede un corporate architect, ma di volta in volta viene scelto il designer più idoneo, attraverso delle gare di progetto, che sappia interpretare quella città in modo creativo e particolare.
Che la cura al design sia fondamentale nella nostra filosofia lo dimostra anche il premio assegnato ogni anno dalla famiglia Prietzker, proprietaria di Global Hyatt, all’architetto vivente che abbia contribuito, in maniera più innovativa e creativa, con costruzioni ideate secondo una grande attenzione anche al profilo ambientale (celebri detentori del  riconoscimento: Renzo Piano, Norman Foster e molti altri ancora n.d.r.).
L’arte, intesa come bellezza, è un altro dei capisaldi di Park Hyatt tanto che le strutture sono impreziosite da opere di grandi artisti, collezioni private e dettagli studiati nei minimi particolari. Nella nostra Suite Imperiale, ad esempio, c’è un salone grandissimo dove dovevamo mettere un tappeto per attutire i rumori ma allo stesso tempo non volevamo perdere l’assoluta bellezza del travertino che compone il pavimento.
Così, l’architetto ha disegnato ad hoc e fatto realizzare a mano un tappeto in seta con venature che ricordassero il pavimento, in modo da rendere la differenza fra pavimento e tappeto quasi impercettibile; questa, per me, è un’opera d’arte, un lusso meno urlato ma che riesce a trovare innovazione tramite la bellezza data dalla ricerca.

Gli ospiti della vostra struttura hanno a loro disposizione tanti comfort, quali sono i più apprezzati e quali i più richiesti?
Park Hyatt ha sempre interpretato il lusso in una visione di apertura sotto il profilo culturale, che non significa “per tutti” ma nemmeno è dedicato a una nicchia. Chi entra nei nostri alberghi ha la sensazione che lo spazio gli si apra davanti agli occhi perché, sin dal primo hotel, Hyatt ha concepito gli spazi comuni come funzionali ai momenti più intensi del soggiorno del cliente, cui un’ampia declinazione gastronomica faccia da cornice. In quest’ottica, anche noi abbiamo diversificato i nostri ambienti pensando alle esigenze del cliente. Il viaggio inizia con un tuffo nel cuore  pulsante del nostro hotel; la Cupola, un ampio spazio circolare coperto da una suggestiva cupola di vetro e dominato dallo sguardo prezioso della Medusa di Fontana. I clienti trovano in quest’area uno spazio rilassante dove possono far colazione, incontrare gli amici o i clienti e mangiare a qualsiasi ora del giorno fino a mezzanotte. Qui la presenza diffusa di clienti internazionali e locali viene armonizzata anche attraverso l’esperienza gastronomica, che ci vede combinare un Club Sandwich, riconosciuto dalla rivista Monocle come il migliore al mondo, e la tipica cotoletta alla milanese, scelta anche da tanti nostri clienti cittadini. Ovviamente non poteva mancare una zona dedicata al “fine dining”, un ristorante raccolto dove tutto è giocato sul top delle materie prime e dove lo Chef Filippo Gozzoli prepara per i suoi ospiti una cucina creativa basata però su piatti della tradizione, presentati in modo estremamente leggero. Infine The Park Bar, con magnifica vista sulla Galleria, è impostato secondo un concetto di food&beverage accessibile, fruibile dai milanesi in pausa pranzo o per l’aperitivo, molto vivace durante le serate grazie a iniziative varie, tra le quali il Green Out aperitif, all’insegna dei valori equo e solidali. Questo è un esempio tangibile di un concetto di ospitalità declinata sulla base dei clienti, siano essi del luogo o internazionali.

Ci può confidare qualche capriccio di alcuni vostri ospiti illustri?
A differenza di quello che si pensa le star, gli attori o i musicisti di fama internazionale sono i nostri ospiti meno stravaganti. Il tipo di cliente che viene qui ricerca la tranquillità, ama la privacy e vuole vivere la sua giornata in semplicità; insomma, cerca il lusso di leggere il giornale seduto nella Cupola senza che nessuno lo disturbi. Certo, di richieste stravaganti ce ne sono ogni giorno. Qualche settimana fa, ad esempio, un nostro ospite ha voluto fare una sorpresa alla moglie per il loro anniversario e in una giornata abbiamo dovuto organizzare una lezione privata di samba nelle loro suite, sistemare l’arredamento, chiamare il maestro e il supporto musicale. Questo tipo di richieste sono esaudibili grazie a un servizio di top concierge. Le persone che lavorano nella nostra struttura sono attente alle esigenze e alle abitudini dei nostri clienti e lo fanno non seguendo format preimpostati, ma abbinando spontaneità e professionalità.
Metà dello staff è internazionale e questo dà freschezza nelle idee, rende tutto più soft, ci dà la possibilità di abbinare la cultura più adatta al cliente che da quando arriva a quando riparte ha il suo punto d’appoggio privilegiato. Oggi chi viaggia cerca forte empatia con i luoghi che visita; gli hotel in grado di fare la differenza sono quelli che riescono a creare questa dimensione speciale. Il concetto di esclusività sta cambiando e non è più legato a decori lussuosi e a prezzi elevatissimi, quanto invece alla capacità creare emozioni e di offrire un servizio personalizzato e un’ospitalità autentica. 

Francesca Zottola

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