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Lo yacht di Norman Foster

Lo yacht di Norman Foster

L’architetto presenta Ocean Emerald
Giacca verde smeraldo e cravatta verde prato, camicia bianca a fantasia: così Norman Foster ha “proiettato” su di sé, durante la presentazione del 25 aprile a Porto Lotti, a La Spezia, una delle caratteristiche principali di Ocean Emerald, la prima imbarcazione Yacht Plus – società che ha lanciato nel campo della nautica il concetto di multiproprietà – da lui progettata con grande attenzione al design e all’ambiente.
Durante l’evento, a cui hanno partecipato tutti i protagonisti del progetto, è stata presentata la green boat e sono stati spiegati i punti di forza del programma.

Lo yacht spiccava tra gli altri presenti in porto e si distingueva grazie alla particolare colorazione, alle linee, che ricordano quelle di un delfino, e a particolari come le due scale laterali che uniscono i due livelli dell’imbarcazione.

Ocean Emerald è il primo di quattro yacht identici che saranno lanciati nei prossimi due anni, tutti attualmente in costruzione presso il cantiere italiano Rodriquez Cantieri Navali. Il colore, un grigio molto particolare, creato da Boero in esclusiva per Yacht Plus, fa sì che lo yacht si confonda con il mare se la giornata non è assolata. L’imbarcazione di 41 metri è stata progettata per dare grande enfasi allo spazio e alla luce. Ha cinque suite per un massimo di dodici ospiti che saranno seguiti da un equipaggio fisso di sette persone. Particolare attenzione è stata dedicata ai dettagli e ai materiali: la finta pelle, i soffitti in corian e il rovere sbiancato, arredi Cassina e cucine Schiffini. L’accento, infatti, è stato posto sul design e sull’attenzione all’ambiente e al basso impatto inquinante.

Lord Foster spiega così la nascita del progetto: “L’idea era di fare uno yacht di lusso che per la prima volta reinventasse gli spazi sia interni sia esterni. L’illuminazione è stata curata in modo particolare sia per il giorno sia per la notte. Ho pensato poi a una zona di condivisione e una di privacy. È un concetto evoluto di yacht con una grande attenzione al design, volendo creare un luogo di lifestyle come se ci si trovasse in un hotel di lusso. Non ci siamo dimenticati gli aspetti riguardanti la sicurezza”.

Come si è trovato a lavorare nel campo della nautica?
Il progetto era soltanto un sogno, un’idea. Era una cosa che avevo soltanto in mente sia dal punto di vista del design, sia dal punto di vista architettonico, sia tecnologico. Le prime difficoltà sono arrivate quando si è trattato di mettere in pratica i concetti. Avevo già lavorato per altre imbarcazioni, ma questo è un progetto totalmente mio e le aspettative erano molto alte. Ho curato infatti gli interni e tutti gli aspetti della barca. Il design trae ispirazione da esperienze di lifestyle, lusso e jet privati. Il progetto è stato fatto in collaborazione con NetJets“.

A che cosa si è ispirato per le forme di Ocean Emerald?
Ho tratto ispirazione dalle forme della natura, come succede già in altri campi, dall’automotive all’architettura. Molti ci vedono un delfino. Il baricentro è stato spostato al centro della barca. Ho dato molta attenzione all’illuminazione anche grazie a una scala a chiocciola di vetro costruita in modo tale da fare passare la luce“.

Perché le barche sono state progettate identiche?
Le barche sono state ideate una identica all’altra per essere poi personalizzate diversamente. La personalizzazione, infatti, viene ripresa ogni volta che il proprietario sale a bordo. L’imbarcazione è stata studiata per essere flessibile a varie configurazioni. Se ci fossero stati modelli diversi si sarebbe creato da parte dei clienti un modello preferito e uno non preferito“.

Lavorerà ancora al progetto di uno yacht?
Avevo già fatto progetti in passato, però mettersi davanti a una pagina bianca o a un monitor bianco e liberare la mente ricominciando da capo con un nuovo progetto è qualcosa di eccitante. Mi ha entusiasmato molto lavorare nel campo della nautica. Se me lo chiedessero ancora, perché no?“.

Cosa vorrebbe progettare in futuro?
Se c’è dietro un bel progetto sarebbe bello sperimentare campi nuovi che non ho mai sperimentato“.

Come affronta la crisi?
Il momento di difficoltà ci spinge a essere più efficienti, a fare di più con meno“.

Ci ha parlato più nello specifico del progetto di multiproprietà Andrea Pezzini, General Manger di Floating Life, società con sede in Svizzera che curerà la gestione di Yacht Plus. “Ogni barca ha otto clienti, ognuno dei quali resta a bordo per un mese all’anno, nel Mediterraneo o ai Caraibi, a seconda della location prescelta. Ogni barca avrà, infatti, una sua area geografica. Ogni cliente, durante il periodo di permanenza a bordo, ha un bene completamente dedicato a lui: organizziamo il viaggio in tutto, dalle fotografie agli altri effetti personali, dalla rotazione degli equipaggi ai turni di pulizia, dall’ideazione di un set di valigie apposito a ogni particolare del viaggio da casa allo yacht”.

Caterina Varpi

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