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La nuova arte al Maxxi e al Macro

La nuova arte al Maxxi e al Macro

Le mostre della settimanaDal 27 al 30 maggio a Roma è stata protagonista dell’arte contemporanea, con la presentazione dei nuovi spazi del Macro ideati da Odile Decq, l’affollatissima inaugurazione del Maxxi e ROMA – The Road to Contemporary Art. Le nuove strutture, fin dall’apertura e per i prossimi mesi, ospitano numerose mostre, che danno voce ad artisti famosi ed emergenti del panorama contemporaneo. Roma diventerà una delle capitali mondiali dell’arte contemporanea? È partita la sfida. Intanto, diamo un’occhiata alle rassegne.

Le quattro mostre del Maxxi
Interdisciplianrità e innovazione: vogliono essere questi i punti di forza del programma del Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, a cominciare dai primi eventi espositivi. “Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del Maxxi”, “Gino De Dominicis: l’Immortale”, “Luigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale”, “Kutlug Ataman. Mesopotamian Dramaturgies” sono le rassegne inaugurali, visitabili dal 30 maggio 2010 fino all’autunno.

La prima è un omaggio all’opera realizzata da Zaha Hadid, progettista del Maxxi: uno spazio fluido e aperto perché fatto di spazi (anziché di sale e “scatole”). È esposta una selezione delle trecento opere della collezione permanente firmate da artisti come Anish Kapoor, Sol LeWitt, Giuseppe Penone, William Kentridge, Alighiero Boetti, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli ma, per l’occasione, sono arrivate da musei e fondazioni internazionali prestiti eccellenti come “Fate presto” di Warhol, “Ninnananna” di Cattelan e “Susanne, Tine” di Vanessa Beecroft. Le opere sono coinvolte in un dialogo con le installazioni di dieci studi internazionali di architettura come Diller, Scofidio & Renfro.

“Gino De Dominicis l’Immortale” è una personale curata da Achille Bonito Oliva che farà rivivere il talento di un protagonista purtroppo scomparso ma ancora capace di sbalordire. Un esempio, il naso di pinocchio, lungo 24 metri in vetroresina, polistirolo e ferro che ha necessitato di sei tir per essere trasportato e una mozzarella di bufala in cera su una carrozza d’epoca.

Un’altra importante rivisitazione è la mostra su Luigi Moretti, un maestro del razionalismo che ha lasciato a Roma un’impronta incancellabile. La personale dell’artista turco Kutlug Ataman ci fa conoscere al pubblico un progetto di otto video sul confronto tra new media e tradizione, tra oriente e Occidente.

La molteplicità del Macro
Per quanto riguarda il Macro, negli spazi di Via Reggio Emilia, sono visitabili dal 1 giugno al 22 agosto 2010 diverse esposizioni, all’insegna della molteplicità e della diversificazione delle proposte culturali e dell’intreccio di generazioni e tipologie di pubblico. Sono presenti le opere di Aaron Young, Jacob Hashimoto, Jorge Peris, João Louro, Gilberto Zorio, Luca Trevisani, Alfredo Pirri. Allo stesso tempo, vengono aperti al pubblico nuovi spazi.

Aaron Young offre uno spaccato della propria ricerca con una mostra che comprende video, sculture in bronzo e un’opera a pavimento appositamente concepita per una delle sale del museo. In concomitanza, l’artista presenta una scultura monumentale al Teatro Marcello ribadendo la volontà della struttura di partecipare al pulsare della vita culturale della città nei suoi punti nevralgici.

Creata per l’occasione è anche l’opera “Silence Still Governs Our Consciousness” di Jacob Hashimoto, con cui Macro inaugura uno spazio inedito che dal prossimo autunno diventerà l’area di connessione con il nuovo edificio di Odile Decq. Hashimoto presenta una grande installazione di elementi sospesi all’insegna del movimento e della fluidità, rendendo così la sala una sorta di fluttuante mondo contemporaneo.

Altre presenze caratterizzano il Museo come laboratorio per gli artisti, chiamati a intervenire in ogni singola sala. Lo spagnolo Jorge Peris realizza un vero e proprio laboratorio per la creazione di un ambiente salino: il sale, minerale fondamentale per la vita, materiale chimico, e bene comune per il consumo umano, muove tutta l’attività organica e perde la sua memoria minerale, trasformandosi in un veicolo per un viaggio nel passato.

Si volge poi lo sguardo al mondo dell’arte contemporanea del Portogallo con João Louro, figura emblematica del presente lusitano, che porta una serie di opere inedite della serie “Blind Images”: il monocromo diventa una finestra affacciata su universi di senso, basati sull’ironia, lo spiazzamento e la complessità del linguaggio visivo.

Gilberto Zorio, uno dei principali esponenti dell’Arte povera, ripensa gli spazi della struttura: una delle sale diventa una grande opera che mette in contatto il pubblico del Museo e l’energia del grande maestro biellese, un progetto in fieri che da vita a un luogo carico di simboli atavici e mistero, elementi che da sempre fanno parte della sua ricerca.

Luca Trevisani inaugura un nuovo progetto speciale per le pareti curve degli atri che si affacciano sulla hall: “Lo spazio è un giardino da coltivare” – due immagini complementari legate alla rappresentazione tridimensionale delle fasi lunari, che danno vita a una spazialità cosmica e al contempo ospitante. L’intervento di Trevisani conferma l’attenzione del Macro verso le nuove generazioni e la volontà del Museo di trasformare ogni sua area in spazio espositivo.

Torna il ciclo espositivo MACROWall con il progetto “Eighties are Back!”, un’indagine in più appuntamenti sull’arte Italiana che mette a confronto un’opera degli anni Ottanta e un lavoro recente dello stesso artista. Il primo appuntamento vede come protagonista Alfredo Pirri.

http://www.maxxi.beniculturali.it/
http://www.macro.roma.museum/

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