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Il futuro incalza II

Il futuro incalza II

Intervista a Claudia e Michela Facenti dell’omonimo Calzificio, azienda che vanta numerosi successi

Gioco dei dettagli, sensibilità, autoironia per un uomo sempre più portato ad esprimersi con lo stile. L’Italia è il vero incubatore di questo nuovo approccio e sulla calza giochiamo sempre in casa. Sì, perché i più importanti produttori mondiali di calze di lusso potremmo racchiuderli in pochi chilometri e in particolar modo nella Lombardia orientale e nel distretto di Brescia.

Il Calzificio Facenti ad esempio, dal 1923 a Bagnolo Mella, ha saputo intercettare negli anni i segni, i sogni e i bisogni dell’uomo elegante per configurarsi come realtà di riferimento nel comparto in una continua e ragionata esplorazione verso l’alto. Ed è proprio da qui che prende vita Alto Milano, una luxury collection per i più sensibili fatta di materie prime pregiate, di una sapiente scelta cromatica e di disegnature e di una lavorazione in parte artigianale. Una ricetta unica in cui viene riversata a piene mani una lunga tradizione di successi e uno spirito vocato all’eccellenza. Ne parliamo con le sorelle Claudia e Michela Facenti, la terza generazione d’impresa, dal 2000 a capo dell’azienda di famiglia.

Dopo anni passati in clausura, la calza da uomo esce finalmente allo scoperto cambiando di segno per un approccio ludico, gioioso, quasi da accessorio da esibire e con cui comunicare e si concede nuovi spazi, tra colori arditi e disegni ispirati. E’ merito dei più importanti produttori che hanno intuito la necessità dell’uomo di esprimersi sempre più attraverso i dettagli di stile per non soccombere all’effetto uniforme. Da cosa nasce questa vitalità?

Gli spunti creativi sono molteplici: alle fiere tessili registriamo le tendenze colore con 12/18 mesi di anticipo; dai punti vendita esclusivi e dai department stores di New York, Parigi, Barcellona, Milano, Londra filtriamo le avanguardie più esclusive; dalle collaborazioni con i grandi stilisti per i quali produciamo alcune collezioni e che, generalmente, ci affidano lo sviluppo creativo e grafico, carpiamo i segreti che naturalmente poi, quasi per osmosi naturale, trasfondiamo nelle nostre linee. Insomma, la nostra creatività è necessariamente frutto di una meticolosa attenzione alla realtà professionale e sociale che ci circonda, ovviamente coniugata ad un naturale gusto cromatico femminile. Consideri inoltre che abbiamo la fortuna di potere disporre, dal 1923, di un archivio storico di tre generazioni di modelli, fantasie e particolari lavorazioni come gli jacquard, i vanisé, le trecce, gli intarsi, i links, che ci consentono di alimentare in maniera quasi autoreferenziale, di stagione in stagione, le nuove collezioni, rieditando e rivitalizzando vecchi motivi, adeguandoli alle nuove tendenze e, naturalmente, ai nuovi materiali.

L’abbigliamento classico maschile concede poco spazio alla comunicazione visiva e alla scelta degli accessori. Può la calza da uomo distinguersi come imprescindibile postilla di stile per i più raffinati?

Le risponderemmo partendo dall’ultima affermazione della sua domanda: “per i più raffinati”. E’, infatti, innegabile che la maggioranza delle calze indossate dagli uomini sia di due o tre colori (blu, grigio, nero), in cotone, a maglia rasata o coste, preferibilmente acquistate da mogli o madri premurose e zelanti. E’ però vero che esiste una categoria di professionisti, uomini d’affari e manager che viaggiano molto, che lavorano in ambienti stimolanti e creativi, che sono attenti e curiosi alle nuove tendenze, e che si prendono cura del proprio corpo e del proprio aspetto come cifra distintiva della propria personalità. Vorrei però chiarire che non identifichiamo il nostro consumatore con il metrosexual patinato delle riviste maschili di moda, attento solo all’apparenza estetica e con elevata capacità di spesa. Ci interessa piuttosto un uomo che aspira ad un canone di charme, compostezza e misura calibrato ma sorprendente, alla costante ricerca della vera eleganza. Un uomo che sappia distinguere un capo dall’utilizzo dei materiali pregiati con i quali viene prodotto e che sia attento ai dettagli eseguiti a mano: appaiatura, rimaglio e, infine, il confezionamento. Il tutto prodotto e rifinito a mano esclusivamente in Italia.

Molto spesso la semiotica della moda maschile trae ispirazione da quella femminile per definire nuovi linguaggi espressivi, nuovi codici per comunicare messaggi più o meno discreti. E oggi la calza da uomo è sempre più esuberante e solo una donna, con la sua sensibilità, può dirci se il gioco è riuscito. Lei cosa ne pensa?

Beh, inizierei dicendo che una contaminazione tra moda maschile e femminile è per alcuni versi innegabile. Consideri poi che la nostra produzione si rivolge sia ad un pubblico femminile che maschile e che quindi il nostro ufficio stile deve sviluppare collezioni destinate alle due categorie di consumatori. Ritengo quindi naturale che esista nelle nostre collezioni una vaga fonte ispirazionale comune. Tuttavia, il guardaroba maschile al quale si ispira il nostro cliente ideale, fa riferimento continuo ad un abbigliamento nobile, sofisticato, qualitativamente altissimo. Secondo un’eleganza le cui regole sono esplicitamente dettate Oltremanica. Il nostro è un uomo cultore e padrone di uno stile impeccabile denso di lusso e charme, che accorda il suo gusto all’estetica dandy e sceglie morbidissimi cashmere e avvolgenti lane merinos ma anche preziosissimi capi in seta, ideali sia per l’estate che per l’inverno.

Di Umberto Amato

Vedi anche: Il futuro incalza I