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Francesco Molinari, golfista e gentiluomo

Francesco Molinari, golfista e gentiluomo

A tu per tu con il campione

Avete presente un certo stereotipo di golfista, sofisticato, altero, magari un po’ tiranno con il suo caddie boy quando quest’ultimo sbaglia, inopinatamente, a passargli un ferro? Ecco, Francesco Molinari non ha nulla di tutto ciò. Parlando con uno dei top golfer italiani, l’impressione è quella di trovarsi di fronte alla persona più comune di questo mondo: pacato, riflessivo, saggio e misurato nelle risposte. Eppure, dal numero 45 al mondo, membro della vittoriosa squadra italiana alla Coppa del Mondo 2009 e della squadra Europea al Trofeo Vivendi (Seve) sempre nel 2009, protagonista, insieme al fratello Edoardo, dei recenti Arnold Palmer Invitational in Florida e Open de Andalucia e con un palmares da campione in bacheca, qualche scivolata snob ce la si potrebbe aspettare… E invece no: fedele al suo stile, Francesco Molinari si concede a Luxgallery e racconta la normalità dell’essere uno sportivo speciale.

Che cosa l’ha portata a scegliere il golf?
Crescendo ho praticato molti sport e il golf era sicuramente quello che mi divertiva di più. I miei genitori giocavano sempre nei weekend per cui è stato facile avvicinarmi a questo sport.

C’è un modello a cui si ispira?
Ci sono molti modelli a cui mi ispiro e a cui mi sono ispirato in passato. Costantino Rocca è stato per me un idolo e un ideale da cercare di imitare. I risultati da lui ottenuti rimangono storici, specialmente pensando che il golf italiano all’epoca era molto meno sviluppato di come lo è ora.

Lei è un personaggio che non ama apparire ma preferisce parlare con i risultati: scelta o necessità?
Penso che sia una scelta, preferisco mantenere un profilo abbastanza riservato e passare il tempo libero con mia moglie. L’aspetto professionale, comunque, non disturba quasi mai la mia privacy.

Con suo fratello c’è più affiatamento o competizione? Perché?
È maggiore l’affiatamento. Siamo cresciuti giocando insieme per cui siamo abituati ad aiutarci a vicenda. Inoltre, il golf è uno sport in cui non si compete direttamente l’uno contro l’altro, mentre ci si concentra di più sul proprio risultato.

Il consiglio più importante per un giovane che vuole seguire le sue orme.
Penso sia quello di avere costanza negli allenamenti, sia nei momenti positivi che in quelli negativi.

Che “vizi” può permettersi un golfista, che non lo danneggino nelle performance?
Purtroppo non tanti, il golf è cambiato molto negli ultimi anni e la nostra vita è molto simile a quella di atleti di altre discipline.

Che auto guida un campione di golf come lei? E che orologio porta al polso (se lo porta…)?
Guido una BMW serie 1: vivendo in centro a Londra è comodo avere un’auto non troppo grossa. Al polso porto un orologio Omega Constellation che mi è stato regalato appunto dalla Omega dopo la vittoria nella World Cup 2009, torneo di cui era sponsor principale.

Pensa già a che cosa si dedicherà una volta smesso di essere pro?
Principalmente alla famiglia: non abbiamo molto tempo libero a causa dei continui viaggi e tornei, per cui cercherò di recuperare. Inoltre mi piacerebbe molto dedicarmi all’insegnamento di questo magnifico sport ai giovani e spero di averne l’opportunità.

E a che cosa avrebbe fatto se non avesse scelto il green come professione?
Sono laureato in Economia Aziendale e penso che avrei cercato di fare qualcosa nel campo del marketing.

La vacanza ideale di Francesco Molinari…
In un posto di mare, principalmente di relax. Preferirei essere in Italia, magari ancora meglio in Sicilia o in Sardegna.

… e la sua cena ideale.
Sicuramente una cena a base di pesce, in un ambiente tranquillo e informale. Amo la cucina del sud d’Italia.

Davide Passoni