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Da Rembrandt a Vermeer

Da Rembrandt a Vermeer

A Roma gli artisti del Secolo d’Oro dei Paesi Bassi

Dall’11 novembre 2008 al 15 febbraio 2009 sarà possibile ammirare a Roma oltre cinquanta capolavori dell’arte fiamminga e olandese del Secolo d’Oro. È in programma, infatti, al Museo del Corso la mostra Da Rembrandt a Vermeer. Valori civili della pittura fiamminga e olandese del ’600.

La rassegna si propone di indagare lo sviluppo del genere degli interni domestici dedicati all’intimità familiare, testimonianza del rinnovato contesto sociale e dei valori civili dell’Olanda del Seicento, offrendo ai visitatori un nucleo fortemente rappresentativo di un tipo di pittura poco visibile nei musei italiani.

Per la prima volta sarà possibile ammirare nel nostro paese una ricca selezione di opere appartenenti alla più importante collezione al mondo di dipinti fiamminghi e olandesi del XVII secolo, quella della Gemäldegalerie di Berlino, composta da capolavori quali Il cambiavalute e Il ritratto di Hendrickje Stoffels di Rembrandt, L’uomo con l’elmo d’oro di un anonimo della sua cerchia, la Ragazza col filo di perle di Vermeer, La Madre e La pesatrice d’oro di Pieter de Hooch, Paesaggio con l’impiccato di Rubens, Tommaso di Carignano Principe di Savoia e Ritratto di gentildonna genovese di Anton van Dyck.

Il percorso evidenzia l’alto grado di sviluppo raggiunto dalla cultura pittorica dell’arte olandese in un periodo storico caratterizzato da cambiamenti significativi a livello culturale, politico, economico e religioso. Allo stesso tempo chiarisce quanto radicate e profonde fossero, negli stessi anni, le differenze tra l’Italia e i Paesi Bassi nell’estetica e nella realtà sociale, pur esistendo dei parallelismi dovuti all’influenza che l’arte italiana ebbe in artisti come Rubens o Van Dyck.

A partire dalla seconda metà del XVI secolo per gli artisti olandesi si delinea una nuova situazione, per cui i dipinti non sono più legati al potere o alla religione, ma devono soddisfare il gusto popolare ed esserne espressione diretta. Sono i nuovi borghesi, legati al grande sviluppo commerciale ed economico olandese, i nuovi clienti degli artisti. Essi scoprono, al pari passo della nobiltà europea, che i dipinti sono simbolo di potere e ricchezza, emblemi da collezionare e ostentare nelle proprie case, delle quali spesso richiedono un “ritratto”.

È in questo contesto che si sviluppa la pittura d’interni e nascono i ritratti di gruppo, dove i personaggi vengono rappresentati nello svolgimento di attività quotidiane e in un ambiente che, per la prima volta, diventa quello chiuso del focolare domestico, presentando agli occhi dello spettatore una raffigurazione minuziosa della società dell’Olanda del XVII secolo. All’interno della tela acquisiscono dignità artistica scene ed oggetti di uso quotidiano, che rimandano a significati nascosti e ad ammonimenti morali.

Sono di gran moda anche i ritratti, legati soprattutto alla nuova borghesia, dipinti raffiguranti temi storici e le nature morte. Gli artisti iniziano ad eseguire paesaggi, dove lo sfondo sarà sempre più rilevante, una volta liberato dal tema figurato. Le tele, per favorire la trasportabilità e la compravendita, diventano presto di piccole dimensioni.

L’esposizione è a cura di Bernd Lindemann, direttore della Gemäldegalerie, ed è realizzata con la collaborazione di MondoMostre. Il catalogo è a cura di Federico Motta Editore.

Museo del Corso
Via del Corso 320, Roma