x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Conoscere i tagli delle gemme

Conoscere i tagli delle gemme

Terzo appuntamento con Manuela Venati

La conoscenza e la corretta identificazione dei tagli delle gemme viene sovente relegata alle competenze dei gemmologi o agli esperti del settore. Cerchiamo di fare chiarezza con cenni sintetici, onde permettere di esprimere correttamente tali termini.

Esistono quattro tipologie principali di tagli: i tagli brillanti, a gradini, briolette e cabochon, quest’ultimo utilizzato strettamente per le pietre di colore.

Trattando di taglio brillante, viene spontaneo partire dalla gemma più preziosa: il diamante.
Il diamante può essere tagliato in una varietà incredibile di forme, grazie alle sue caratteristiche fisiche. E’ la gemma più dura, corrisponde al numero 10, che è il più elevato della scala di Mohs, tanto che per essere scalfita si utilizza della polvere di diamante stesso.
Il termine “brillante”, erroneamente utilizzato per indicare un diamante taglio brillante rotondo, è l’esempio più comune. Diamante indica il materiale, mentre brillante rotondo indica un taglio di forma rotonda che presenta 57 facette+1, cioè l’apice. La tavola inferiore, o apice, presenta dimensioni ideali quando è difficilmente visibile a 10 ingrandimenti.

I primi tentativi di taglio del diamante, che grezzo si presenta in una forma di ottaedro, furono semplici lucidature. Quando l’esperienza e i mezzi tecnici lo permisero, si progredì verso la levigatura di angoli e spigoli, così da ottenere la prima forma di taglio denominato “taglio antico” o “Peruzzi”, dal nome dell’ideatore.

In questo taglio non si tenevano in alcun conto, però, gli effetti della riflessione della luce e lo scopo finale era solo quello di conferire all’oggetto un aspetto piacevole.
Dobbiamo la nascita dell’attuale taglio brillante a Marcel Tolkovsky che, nel 1919, indicò le proporzioni ideali riferite al diametro, alla distanza padiglione-corona e della tavola e della cintura, così da ottenere il fenomeno della riflessione totale della luce, ovvero, lo sfavillio che si nota osservando la tavola della pietra.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che la gemmologia è una scienza recente e che gli strumenti ottici di cui dispone per le analisi si sono sviluppati di pari passo con le scoperte dell’ultimo secolo. È allora assai facile trovare inclusioni, veli e carboni evidenti sin dalla tavola nelle gemme tagliate in epoche precedenti agli studi di Tolkovsky.

Oltre alla forma rotonda, con le medesime caratteristiche ottiche si possono avere tagli brillante di forma ovale, a cuore, a goccia, navette (menzionato alla francese o marquise in inglese, si tratta della forma a ogiva), princess (di forma quadrata), radiant (un quadrato con gli spigoli smussati), a cuscino (base quadrata con i lati curvi e gli spigoli arrotondati), trilliant (di forma triangolare).
Questi sono i tagli più comuni che emettono dei bagliori inconfondibili ed esaltano al massimo gli effetti di brillantezza.

I tagli a gradini includono il taglio smeraldo (rettangolare con gli spigoli smussati), carrè (quadrato), baguette (rettangolo), taper (trapezioidale), tet de veau (o testa di toro, data la tipica sagoma trapezoidale con i due spigoli superiori smussati), triangolo.
A differenza dei precedenti, questi tagli esaltano al massimo il “colore” della pietra, poiché trattengono, con i giochi di riflessione, la tinta all’interno delle pareti stesse, e lasciano intravedere alcune tavole delle linee di luce.

Il risultato appare più “freddo” rispetto al taglio brillante e perciò viene destinato per lo più a pietre di colore o a diamanti di qualità eccelsa.
Non è inusuale che, nello stesso oggetto, siano usate entrambe le tipologie di taglio. L’una esalta l’effetto dell’altra e, insieme, tali giochi ottici focalizzano l’attenzione sul disegno del gioiello.

Il taglio briolette parte da una forma tridimensionale a goccia od ovale alla quale si applica una serie di faccettature per aumentare la brillantezza della gemma. In passato veniva utilizzato per diamanti anche di grossa caratura, ma può essere applicato anche a gemme di colore.

Il taglio cabochon si presenta in forma rotonda, ovale, cuore, goccia e navette, con una superficie più bombata nella parte superiore e una lenticolare in quella inferiore. È destinato a gemme tassativamente di colore poiché trattiene la tinta. In genere, si selezionano per questo taglio grezzi non particolarmente pregiati.

Esistono poi mix di tagli, come il bufftop, che presenta la tavola cabochon e il padiglione faccettato, o il fire rose, che ha la base esagonale taglio brillante ideato da Gabriel Tolkosky, il nipote dell’inventore del taglio brillante. Ne esistono molti altri ancora ma, in linea di massima, quelli sopra citati sono i più comuni.

Manuela Venati